di C.A.F.
«Perché Tav»? Dopo 10 anni dall’inizio dei lavori, un’analisi su effetti e benefici
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L’Italia deve dare una risposta definitiva all’Unione europea sull’alta velocità Torino-Lione entro il 26 luglio, altrimenti perderà i finanziamenti Ue per il completamento dell’opera. Nel frattempo, però, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, licenzia Pierluigi Coppola, uno degli esperti dello stesso Mit, membro della commissione per l’analisi costi-benefici sulla Tav stessa.
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Coppola era finito sotto i riflettori dei media lo scorso mese di febbraio per essersi dissociato dai risultati – negativi – dell’analisi costi-benefici condotta dal team presieduto da Marco Ponti , ex docente del Politecnico di Milano, ora in pensione. «Ha violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un’ombra su di lui, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav che gli è stato attribuito sulla stampa e di cui poi lui ha smentito la paternità. Senza però chiedere rettifica ai giornali che glielo attribuivano» fanno sapere dal Mit in merito al licenziamento – avvenuto tramite mail pec firmata da Toninelli – dell’ingegnere professore associato in ingegneria dei Trasporti all’Università degli Studi di Tor Vergata a Roma e membro del Board of Direction dell’Aet (Association for Europea Transport). Coppola è stato l’unico degli esperti della vecchia struttura tecnica di missione del precedente ministro Graziano Delrio ad essere confermato. Secondo il quotidiano romano Il Messaggero, ora è in bilico anche il presidente della commissione Marco Ponti, in scadenza a settembre.
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La questione stringente, però, è quella legata alla data del 26 luglio. Un termine cui ci si avvicina dopo una sorta di “melina” condotta dal Governo, culminata con una richiesta di rinvio del termine avanzata dall’Italia a Bruxelles a fine giugno e motivata con la necessità di avere più tempo a disposizione per definire l’accordo politico intorno all’Alta velocità. Lo scambio di missive con l’Inea, l’Agenzia della Commissione europea che si occupa di innovazione e reti e che materialmente segue l’iter della procedura, è iniziato a giugno con la lettera che chiedeva ai due Governi di chiarire le proprie posizioni entro 15 giorni. Quella dei fondi non è proprio una questione da poco: il Grant Agreement, l’Accordo tra Italia, Francia e Ue, nel 2015 aveva assegnato al progetto del tunnel di base una prima tranche di risorse comunitarie per 813 milioni. Ora Bruxelles ha detto ufficialmente di essere pronta a portare la quota di finanziamento al 55% : il fatto che la Ue possa salire fino a una quota del 50% è sancito dal nuovo regolamento varato ad aprile e relativo alle interconnessioni. Mentre un ulteriore 5% è reso possibile per quei progetti strategici gestiti da una società binazionale, come nel caso, appunto, della Torino-Lione con Telt, la società italo-francese che deve realizzare l’opera.
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La stessa Telt, intanto, a fine giugno ha aperto la procedura di gara per il tratto italiano del tunnel di base . La decisione è stata presa durante la riunione del cda: si tratta di lavori da 1,3 miliardi per la realizzazione dello scavo per il tratto che sarà realizzato sul territorio italiano.
Salvini: «Toninelli licenzia Coppola? Non ci siamo»
«Mi sembra che gli italiani abbiano chiesto più “sì”: se l'unico atto del ministro Toninelli sulla Tav è licenziare l'unico professore a favore, non mi sembra che ci siamo proprio”. Lo ha detto Matteo Salvini, ministro dell'Interno, rispondendo ai giornalisti che lo interpellavano sul licenziamento di Pierluigi Coppola, uno degli esperti della commissione per l'analisi costi-benefici, il quale si era dissociato dall'esito negativo della valutazione. Salvini ha parlato a margine di un sopralluogo a Rovezzano. E ancora: «Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema è il blocco di centinaia di opere pubbliche», ha aggiunto Salvini. A chi chiedeva se chiederà un rimpasto di Governo Salvini ha risposto: «Non è questione di rimpasto, se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo
al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle».
Carlo Andrea Finotto
Capo servizio
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