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Asili nido gratis per tutti con 800 milioni, ma 4 bambini su 5 sono senza posto

di Michela Finizio e Valentina Melis

Solo 1 bimbo su 10 a nido, chi entra ha piu' competenze

C’è posto solo per un bambino su cinque negli asili nido privati e pubblici (esclusi i servizi integrativi) attivi in Italia, seppur con grandi differenze sul territorio

30 settembre 2019
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3' di lettura

Basterebbero 800 milioni di euro per dare un anno di asilo nido gratis a tutti i bambini che trovano posto nelle strutture pubbliche e private esistenti in Italia. Un budget che risulta non molto superiore a quello già stanziato per i prossimi anni tra bonus nido (330 milioni dal 2020) e bonus bebé (240 milioni per il 2020, poi la misura andrebbe rifinanziata). Ma che andrebbe a sostenere solo il 21,7% delle famiglie: c’è posto solo per un bambino su cinque negli asili nido privati e pubblici (esclusi i servizi integrativi) oggi attivi in Italia, seppur con grandi differenze sul territorio.

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La stima del Sole 24 Ore sulla copertura finanziaria necessaria per la misura “asili nido gratis”, annunciata nell’ultimo discorso di insediamento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è il risultato di una somma: da un lato c’è la spesa annuale pagata dalle famiglie degli iscritti nei nidi comunali e convenzionati, che vale 276 milioni di euro (dato Istat 2016/2017); dall’altra c’è la proiezione della retta media (300 euro, secondo Cittadinanzattiva) sul totale dei posti disponibili nei nidi privati, altri 460 milioni. Così, con poco meno di 800 milioni, si potrebbe garantire l’accesso gratuito a tutti senza limitazioni reddituali.

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Se invece, come emerge dalle dichiarazioni politiche, il Governo puntasse ad agevolare con la misura dei nidi gratis solo le fasce di reddito medio-basso, con un indicatore della situazione economica (Isee) ad esempio fino a 25mila euro, potrebbero bastare 353 milioni.

È la cifra che si ottiene proiettando sull’attuale bacino di utenza degli asili nido (175mila bimbi) l’incidenza percentuale delle richieste di bonus bebé rispetto alla platea di bambini da zero a tre anni: a ricevere il bonus da 960 euro all’anno, nel 2015-2017 (quando l’agevolazione era fruibile fino al compimento del terzo anno di vita) è stato il 50,4% dei bambini nati in quel periodo. Il tetto per accedere al bonus bebé è appunto fissato a 25mila euro di Isee della famiglia.

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I contorni attuali dell’agevolazione

Numeri a parte, che servono solo per quantificare l’impatto degli annunci fatti dal Governo, nei prossimi mesi si capiranno meglio i contorni di questa agevolazione. Bisogna ricordare però che già oggi le famiglie con redditi più bassi che accedono ai nidi comunali o convenzionati spesso sono agevolate, cioè pagano rette molto basse o non le pagano affatto. In Lombardia, ad esempio, la misura nidi gratis, co-finanziata dal Fondo sociale europeo, ha per obiettivo l’azzeramento della retta degli asili comunali per le famiglie con Isee fino a 25mila euro.

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Inoltre, la spesa media mensile pagata dalle famiglie che mandano i bambini agli asili nido comunali o convenzionati secondo l’Istat è di 136,75 euro, con enormi differenze sul territorio e nel 93% dei casi calcolata in base all’Isee (con soglie di esenzione definite dai Comuni). Per i nati dal 2016 in poi, però, c’è già a regime il bonus nido, che nel triennio 2019-2021 contribuisce con 136,37 euro al mese alla retta pagata da tutti, senza soglia Isee. Si applica cioè a tutte le famiglie che mandano i bambini all’asilo nido, indipendentemente dalla situazione economica del nucleo.

Per raggiungere il target europeo e garantire al 33% dei bambini un posto negli asili nido, sarebbero necessari investimenti ingenti: secondo stime del Senato (documento «Zero/sei», dell’ufficio valutazione di impatto), le spese per raddoppiare l’offerta pubblica ammontano a 5,3 miliardi, tra realizzazione di nuovi posti e costi di gestione.

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