di Roberto De Falco (Benevento)
(Westend61-RF / AGF)
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La riflessione del collega Silvestrini (si veda «Il Sole» dell’8 giugno), sul paragone con gli avvocati - che non hanno sentito il bisogno di fare sottocategorie - coglie nel segno.Il dibattito sulle specializzazioni rischia di porre un ulteriore diaframma tra la professione e il mercato, già difficile da raggiungere. La scelta la fa il consumatore e la rete aiuta ad apprezzare la differenziazione di uno studio dall’altro. Non fasciamoci la testa con altri bizantinismi, lasciamo che il mercato faccia, liberamente, le proprie scelte; l’apertura alla pubblicità professionale già consente di comprendere le peculiarità di ciascuno di noi.
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