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Apre il Festival un film su Venezia, sull’acqua alta e sul Covid

di Federica Polidoro

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La preapertura di Venezia 77 è firmata dal documentarista etnografico Andrea Segre. Venuto a Venezia in febbraio con l'idea di raccontare le due grandi piaghe della città, turismo e acqua alta, si è invece trovato isolato in un paesaggio nebbioso e spettrale, svuotato dal lockdown sanitario. Ecco come è cambiato il suo progetto

3 settembre 2020
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1' di lettura

La preapertura di Venezia 77 è firmata dal documentarista etnografico Andrea Segre. Venuto a Venezia in febbraio con l'idea di raccontare le due grandi piaghe della città, turismo e acqua alta, si è invece trovato isolato in un paesaggio nebbioso e spettrale, svuotato dal lockdown sanitario. Lo scenario, che riflette anche una ricerca esistenziale, è l'occasione per un confronto col passato. In uno spazio mentale e fisico in cui riaffiorano i ricordi e sembrano risolversi questioni sospese, anche lo spettatore si sente rappresentato.

Noi di IL abbiamo incontrato Segre per ripercorrere le varie fasi di realizzazione del progetto e scoprire come è avvenuta la collaborazione con Teho Teardo per la colonna sonora. Infine abbiamo indagato sul padre del regista, il fisico a cui si deve il titolo, che è anche la vera ispirazione per lo svolgimento del plot narrativo.

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Interessante notare che il festival è iniziato e si chiuderà con un film ambientato a Venezia, Lasciami andare di Stefano Mordini con Stefano Accorsi, Maya Sansa e Valeria Golino. Entrambi questionano sul passato, parlano di fantasmi, dell'importanza della famiglia, rivolgendosi alla scienza per avere delle risposte razionali: sarà un segno dei tempi?

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