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Fusione da dieci miliardi nei test, Thermo Fisher compra Qiagen

di Marco Valsania

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Qiagen-M&A/Thermo Fisher (Reuters)

Qiagen-M&A/Thermo Fisher (Reuters)

La preda biotech, una società tedesco-olandese, ha sviluppato un esame per diagnosticare il Covid-19 nel giro di un’ora

5 marzo 2020
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2' di lettura

NEW YORK - Fusione multimiliardaria nel settore farmaceutico e sanitario, con al centro la crociata globale contro il nuovo coronavirus e per la diagnostica di malattie infettive. Grazie a un’operazione transatlantica da oltre dieci miliardi di dollari, la più grande da inizio anno nel comparto, il gruppo statunitense di tecnologie medicali Thermo Fisher Scientific ha rilevato la biotech tedesco-olandese Qiagen, specializzata in test ed esami per malattie che vanno dai tumori fino appunto al Covid-19 e in futuro ad altri potenziali virus da epidemie pandemie.

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Qiagen ha sviluppato un metodo per identificare nei fluidi corporei il nuovo virus che oggi stringe d’assedio decine di Paesi al mondo. Sperimentazioni del suo test sono già in corso in quattro ospedali in Cina e in un istituto in Francia. Gli esami promettono risultati molto veloci, entro un’ora. Adesso il gruppo biotecnologico, che nei mesi scorsi aveva risentito di cambi di leadership, potrà avere alle spalle la molto più grande Thermo Fisher. Nuove fusioni stanno emergendo anche altrove nel settore sanitario: Gilead Sciences ha assorbito per 4,9 miliardi la Forte Seven, nelle terapie per il cancro. Gilead è tra i protagonisti nella corsa a un vaccino per il Covid-19 e produttore d’un farmaco che potrebbe rivelarsi efficace nel trattamento, l’antivirale Remdesivir.

L’acquisizione fatta scattare da Thermo Fischer avverà interamente in contanti, a un valore di 39 euro per ciascun titolo di Qiagen pari a un premio del 23% sulla quotazione di chiusura in Borsa di lunedì. Le trattative tra le aziende erano in realtà cominciate l’anno scorso, ma erano state caratterizzate da alterne fortune prima dell’accelerazione definitiva in questi giorni che ha portato all’accordo di merger.

Thermo Fisher, che ha il suo quartier generale in Massachusetts, è nata tredici anni or sono a sua volta da una combinazione, quella tra due storiche imprese, la Thermo Electron, le cui origini a Boston risalgono al 1956, e la Fisher Scientific, fondata addirittura nel 1902 a Pittsburgh in Pennsylvania. Quel matrimonio diede i natali a un colosso che adesso 70.000 dipendenti, quasi 25 miliardi di fatturato annuale e tre miliardi in profitti.

La società preda, con sede legale olandese, vanta attività anche nelle perizie medico legali e alimentari e ha una vasta presenza internazionale con sedi in 25 Paesi. I suoi titoli sono stati finora quotati sia al Nyse che alla Borsa di Francoforte e il principale quartier generale operativo si trova in Germania, a Hilden. Nata nel 1984, ha un giro d'affari annuale di 1,5 miliardi.

Per Thermo Fisher in gioco è una delle maggiori acquisizioni di questi anni ma non la prima. Nel 2014 aveva rilevato per 13,6 miliardi la società di test sul Dna Life Technologies. La nuova operazione, una volta completata nella prima metà del 2021, dovrebbe contribuire da subito a sostenere gli utili. Risparmi da sinergie per 200 milioni sono inoltre previsti a partire dal terzo anno dall’avvenuta fusione.

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