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Se il coronavirus ha imposto il freno anche a un'azienda nata per la velocità, con la produzione a Borgo Panigale rimasta ferma da metà marzo agli ultimi giorni di aprile, c'è un motore alla Ducati che ha aumentato i giri in questi mesi, quello della formazione. L'Accademia Ducati, l'insieme dei corsi e delle proposte per l'aggiornamento dei 1500 dipendenti e dirigenti dell'azienda motociclistica, è pronta ad andare completamente online: non solo una risposta al lockdown, visto che il progetto è nato qualche mese prima dell'emergenza, ma anche l'idea di una formazione continua, accessibile e che accompagna i lavoratori fuori e dentro l'azienda, come ad esempio avviene già per le lingue straniere che utilizzano una piattaforma di e-learning come Docebo. «Il Covid-19 è servito da acceleratore – spiega Rita Melcarne, HR manager di Ducati Motor Holding - Se prima dell'emergenza la formazione interna era fatta in presenza, con un docente in aula, da quel momento abbiamo iniziato a digitalizzare. E' un progetto che già avevamo, ma che questa situazione ha fatto accelerare: da giugno diventa operativo».
Ducati Motor Holding è parte del gruppo Volkswagen-Audi dal 2012
Nel 2019 Ducati - scelta da Fondimpresa per il monitoraggio valutativo delle best practice in ambito formativo – ha erogato più di 20mila ore di formazione rivolte a a 1335 dipendenti: un volume di interventi e di corsi, che coinvolgono le competenze tecnico-specialistiche, quelle professionali (problem solving, orientamento alla performance ad esempio) e quelle imprenditoriali (qualità, orientamento al cliente tra le altre), pronto a trasferirsi sulle piattaforme web rappresentando un nuovo step di sviluppo per Accademia Ducati, struttura nata nel 2017. «Siamo partiti da una cultura in cui la formazione faceva fatica a trovare spazio in una giornata di lavoro tipo – aggiunge Melcarne - e siamo arrivati a renderla una leva fondamentale per raggiungere una serie di obiettivi, a cominciare da quelli quotidiani della nostra attività fino ad arrivare a quelli di business». Circa il 23% delle spese in formazione è finanziato attraverso Fondirigenti e Fondimpresa, il fondo di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil per la formazione obbligatoria, la restante parte per cassa e ora lo sforzo più rilevante sarà rivolto alla digitalizzazione.
I percorsi proposti dall'Accademia ai dipendenti sono innanzi tutto un'immersione nella cultura “ducatista” e la proposta nel suo insieme assomiglia a uno showroom della rossa di Borgo Panigale.
Il primo livello per tutti i neoassunti, siano stagisti o direttori, è lo Scrambler, il corso di inserimento della durata di un paio di mesi. Per gli impiegati (livelli 6 e 7) il “modello” successivo è il Monster con cui fare un viaggio di due anni aggiornando competenze professionali, sociali e tecniche. Ai quadri è dedicato un triennale denominato Multistrada mentre per i dirigenti e per i direttori del board sono previste proposte (chiamate rispettivamente Diavel e Panigale) erogate sottoforma di aggiornamenti e pillole informative. Il sesto modello, il Supersport, è invece pensato per le attività di fabbrica.
Tutto il progetto è stato pensato anche in parallelo a quelli del gruppo Volkswagen-Audi, a cui Ducati Motor appartiene, in modo da rendere possibile la mobilità e la crescita di carriera attraverso i 12 brand del colosso di Wolfsburg (Volkswagen, Audi, Seat, Skoda Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Ducati, Volkswagen Commercial Vehicles, Scania e Man), ma anche da condividerne i valori e l'approccio. In questo senso anche la formazione, accanto alle parole guida del ducatista “style, sophistication, performance”, ha adottato di recente il tema del “trust”, della fiducia e della trasparenza: un obiettivo diventato centrale come reazione al caso dieselgate che ha investito nel 2015 il gruppo Volkswagen.
Con la digitalizzazione in atto, la formazione – sono convinti in Ducati – da una parte diventa “no stop” ma anche potenzia le possibilità di crescita del lavoratore attraverso i corsi e gli approfondimenti facoltativi: «La responsabilità della formazione in Ducati è condivisa – conclude l'HR manager - In primo luogo è dell'Ufficio Risorse Umane; poi è del leader, cioè del diretto responsabile del settore o del reparto a cui appartiene il lavoratore, poi è del sindacato, perché abbiamo una commissione bilaterale in cui il sindacato e l'azienda analizzano con cadenza mensile l'andamento delle attività e le richieste specifiche; infine c'è la responsabilità del lavoratore che autonomamente può individuare e segnalare una carenza su cui investire. Pensiamo che gli strumenti digitale consentano alle persone di mettersi ulteriormente in gioco e di impegnare tempo nell'aumentare la propria formazione che non diventa solo professionale ma anche personale».
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