di Vitaliano D'Angerio
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La sostenibilità aiuterà le aziende a uscire in maniera più veloce dalla crisi provocata dal Covid-19. Ne è convinta un’impresa su tre, fra quelle che hanno risposto all’indagine “Pmi italiane e sostenibilità” condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con BVA Doxa. Non solo. Nel nuovo contesto socioeconomico condizionato dalla pandemia, il 37% delle aziende prevede un aumento dell’attenzione sulle tematiche ambientali, sociali e di governance (Esg). La ricerca ha coinvolto 477 aziende distribuite sul territorio nazionale ed è stata presentata nel webinar che ha aperto la nona edizione della Settimana Sri.
Per oltre l’80% delle Pmi intervistate, la sostenibilità è un elemento importante nelle scelte strategiche e d’investimento; più di metà del campione ha in programma di integrare considerazioni sui temi Esg nella strategia complessiva dell’impresa. La dimensione ambientale è quella più conosciuta, apprezzata e codificata.
Secondo la ricerca presentata dal Forum per la Finanza sostenibile, la maggior parte delle Pmi, considera la sostenibilità un elemento importante nelle attività finanziarie e creditizie. Infatti, l’80% ritiene che gli operatori finanziari dovrebbero affiancare gli indicatori Esg a quelli tradizionali per valutare adeguatamente il merito creditizio; per il 33% i progetti sostenibili dovrebbero beneficiare di condizioni di finanziamento migliori.
II ricorso agli investimenti sostenibili presenta ancora ampi margini di progresso. Infatti, solo un’azienda su tre ha preso in considerazione i prodotti di finanza sostenibile e meno del 30% ha adottato strumenti come i rating di sostenibilità o ha redatto una dichiarazione non finanziaria. La ragione principale consiste nel fatto che promozione e comunicazione sono ancora limitate: al 70% delle aziende intervistate non è mai stato proposto di valutare forme di finanziamento per progetti sostenibili.
Gran parte delle Pmi intervistate, infatti, chiede agli operatori finanziari di incrementare l’informazione sulla finanza sostenibile, evidenziando casi di successo e vantaggi concreti in termini economico-finanziari, reputazionali e di marketing/posizionamento.
Anche dall’indagine del Forum per la finanza sostenibile, salta fuori che le Pmi in particolare sono interessate alla sostenibilità ma poi si fermano quando debbono produrre dati e documenti come la Dnf. È quanto emerge dalle indagini della stessa Consob, l’authority che vigila sui mercati finanziari: soltanto le aziende quotate obbligate (con più di 500 dipendenti) producono la dichiarazione non finanziaria; sono soltanto nove le Dnf volontarie. Tanto che l’authority ha avviato iniziative per sollecitare le imprese quotate su tali temi.
Anche perché nei prossimi mesi, la Commmissione Ue abbasserà la soglia (da 500 a 250 dipendenti) per le aziende obbligate a produrre tali informazioni. Fornire questi dati al mercato è importante come dimostra l’iniziativa di Plus24-Ufficio studi Sole24Ore che da quattro anni raccoglie informazioni non finanziarie dalle Pmi quotate in Piazza Affari.
In tanti hanno partecipato a tale monitoraggio e nel tempo è aumentato l’interesse soprattutto da parte degli investitori finanziari, anche quelli previdenziali come i fondi pensione, “affamati” di informazioni Esg. A breve, tra l’altro saranno disponibili anche i dati della quarta edizione.
Vitaliano D’Angerio
redattore
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