di Barbara Fiammeri
Vaccini, Rezza: "Sarebbe bello far cominciare la campagna con Francia e Germania"
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I primi italiani saranno vaccinati contro il Covid già subito dopo Natale e prima dell'inizio del 2021 se l'Ema nella riunione in programma il 21 dicembre darà il via libera al farmaco della Pfizer. È questo, secondo quanto si apprende, l'ultimo timing emerso nel corso della riunione tra il governo e le Regioni che ha dato il via libera al piano dei vaccini e che domani sarà sottoposto formalmente alla Conferenza Stato-Regioni. La campagna di vaccinazione in Italia partirà con le prime 1.833.975 dosi di vaccino anti Covid 19 che verranno distribuite da Pfizer e inviate alle Regioni, annuncia l'ufficio del commissario Domenico Arcuri. Dopo il Vaccine Day europeo, prima della fine dell'anno, con vaccinazioni simboliche in diversi Paesi, «verrà avviata la prima sessione della vaccinazione di massa, destinata alle categorie che il Governo e il Parlamento hanno stabilito essere prioritarie -si legge in una nota -: operatori sanitari e sociosanitari, personale operante nei presidi ospedalieri, pubblici e privati, ospiti e personale delle residenze per anziani».
Secondo quanto si apprende, oggi stesso 16 dicembre il Commissario invierà alle regioni una sorta di libretto delle istruzioni per il vaccino ed entro la settimana tutte le indicazioni per la procedura di somministrazione. Verrà consegnato il 90% delle dosi richieste dalle Regioni e questo perché è stato stimato che non si vaccinerà il 100% del personale sanitario previsto.
“La campagna vaccinale sarà una sfida che vinceremo tutti insieme”. È quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le Regioni che oggi 16 dicembre ha dato il via libera al piano vaccini. “Oggi diamo il via libera al piano di distribuzione e domani portiamo il documento condiviso in Conferenza Stato-Regioni in modo da renderlo subito operativo anche dal punto di vista formale - ha aggiunto -. Le Regioni hanno fatto insieme al commissario Arcuri un lavoro puntuale e molto rigoroso”.
L’accelerazione decisa dall’Ema impone anche all’Italia di anticipare i tempi per le prime somministrazioni del vaccino di Pfizer-BioNTech. Il vaccino-day non è stato ancora deciso anche perché, se possibile, sarà individuato d’intesa con i principali governi europei. In ogni caso il disco verde dell’Ema è previsto tra il 21 e 22 di questo mese e subito dopo (al massimo due giorni) ci sarà anche quello dell’Aifa (l’Agenzia italiana dell farmaco).
«Il mio auspicio è che l’Ema, nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer-BioNTech in anticipo rispetto a quanto previsto e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell’Unione Europea», ha detto il ministro della Salute Speranza.
La prima fase - è noto - prevede la somministrazione di 1,8 milioni di dosi e sappiamo già che riguarderà il personale sanitario, sociosanitario oltre che i dipendenti e gli ospiti delle Residenze per anziani. Nel piano, messo a punto dal commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, presente anche lui oggi all’incontro assieme al Capo della Protezione civile Angelo Borrelli, è stata già fatta una prima ripartizione sulla base dei numeri trasmessi dalle Regioni. Entro il 18 dicembre, i Governatori hanno assicurato che invieranno il dato definitivo sulla base delle adesioni ricevute, visto che la somministrazione del vaccino, anche per il personale sanitario pubblico e privato, resta volontaria.
La distribuzione sarà quindi mirata con un quanto più preciso di dosi da stoccare in ciascun punto di somministrazione. A chiederlo è stata la stessa Pfizer che in prima battuta si incaricherà di distribuire il vaccino, nei 300 punti vaccinali indicati dai territori, per rispettare la catena del freddo, mentre nelle fasi successive le dosi verranno depositate nell’aeroporto di Pratica di Mare e da lì distribuite con mezzi e personale delle forze armate.«Siamo pronti anche in caso di anticipo Ema. Non perderemo neanche un minuto di tempo e non lasceremo nei nostri magazzini nemmeno una dose di vaccino», ha assicurato Arcuri.
Ma siamo solo all’inizio. E in un Paese che ha avuto difficoltà anche a vaccinare la popolazione over 60 per l’influenza, i dubbi sulla capacità del sistema, a livello centrale come regionale, sono più che legittimi. La campagna entrerà nel vivo in primavera, quando saranno milioni le dosi da distribuire: 28 milioni solo nel primo trimestre del prossimo anno. Oltre a Pfizer-BionTech (altri 7 milioni circa) ci saranno anche quelle di Moderna (1,3 milioni) e probabilmente anche quelle di AstraZeneca chiamata a garantire nei primi tre mesi dell’anno 16 milioni di dosi.
Gli operatori sanitari e socio sanitari sono oltre 1,4 milioni e altri 570mila sono quelli all’interno delle Rsa, tra ospiti e personale. Quindi anche se non tutti aderiranno alla vaccinazione che partirà nelle prossime settimane, quell’1,8 milioni di dosi è già andato. E poiché si tratta in gran parte di personale dipendente o comunque presso strutture sanitarie dovrebbe procedere anche speditamente. Nel frattempo arriveranno anche gli altri vaccini.
In particolare Moderna che ha appena ricevuto il via libera negli Stati Uniti a cui a breve dovrebbe seguire quello europeo. E poi AstraZeneca che arriveranno alla fine a più di 40 milioni di dosi. Man mano che arriveranno le autorizzazioni la campagna coinvolgerà un sempre maggior numero di cittadini. Nel Piano si indica che già nel primo trimestre dovrebbe esserci la somministrazione di nove milioni di dosi al mese. In un anno ne sono previste infatti oltre 200milioni perché saranno necessari anche i richiami. Basti pensare che la sola popolazione over 80 è di 4,4 milioni di persone, e altri 13 ,4 milioni quelli tra i 60 e i 79 anni: nel Piano la loro vaccinazione dovrebbe concludersi già quest’estate.
Barbara Fiammeri
Inviata parlamentare
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