di Patrizia Maciocchi
(Agf Creative)
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Le soste non autorizzate non sono una giusta causa di licenziamento per il camionista, se utilizzate per la pausa caffè. La Corte di cassazione (sentenza 17065) ha confermato l’illegittimità del licenziamento che una società di trasporti aveva inflitto al suo autista. Due le contestazioni alla base della misura adottata dalla ricorrente: il “furto” di alcuni basamenti in legno, i cosiddetti pallets, di proprietà di una cliente e le frequenti soste. La prima cade per mancanza di prove. Molti clienti, infatti, regalavano al conducente i pallets vuoti, nulla dimostrava dunque che tra quelli trovati nel mezzo ce ne fossero alcuni di cui si era appropriato abusivamente.
La sentenzaVisualizzaPer quanto riguarda le fermate non autorizzate, queste erano state ammesse dal lavoratore, ma si trattava di “puntate” fatte al bar per i caffè. La Suprema corte considera dunque sproporzionata la sanzione espulsiva, messa il relazione alla lieve entità dell’addebito. I giudici di legittimità fanno notare che non risultavano, costi aggiuntivi per pedaggi autostradali extra o ritardi nella consegna del materiale ritirato. Né c’era stato un aggravio economico di ore di straordinario pagate al personale del magazzino.
In passato la Cassazione (sentenza 19170/12) aveva dedicato una particolare attenzione al rischio colpo di sonno per gli autisti di tir, equiparandolo ad un malessere fisiologico. Partendo da questo presupposto la Suprema corte aveva escluso il reato di omicidio colposo a carico del conducente di mezzo pesante, che si era fermato sulla corsia di emergenza perché troppo stanco per continuare a guidare. Un’automobile, uscita di strada si era schiantata contro il tir. Per la corte di legittimità la corsia di emergenza si può usare in caso di malore e lo stesso vale per il rischio colpo di sonno.
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