di Maria Carla De Cesari
2' di lettura
Rider come lavoratori subordinati: è questo il frutto dell’accordo tra Just Eat (www.justeat.it), parte di Just Eat Takeaway.com, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, e le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil-trasporti. Si tratta del primo contratto collettivo aziendale teso a inquadrare i rider nel contratto collettivo nazionale, nell’ambito dell’implementazione del nuovo modello di business che prevede l’assunzione di circa 4mila rider in tutta Italia.
Il contratto prevede un’indennità chilometrica per l’uso della bici o di scooter e il riconoscimento di festività, straordinario, ferie, malattie, maternità e paternità . La retribuzione segue le tabelle previste dal Ccnl con un compenso orario di 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. A un salario orario di partenza di 8,50 euro si aggiunge il premio di risultato di 0,25 euro a consegna e l'accantonamento del Tfr, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno.
Il contratto si impernia sul part time (da 10, 20 o 30 ore), i turni vengono pianificati mediante un'app dove il rider dà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat, considerando la preferenza, procede alla pianificazione della settimana lavorativa. Particolare attenzione alla tutela della salute e della sicurezza: ai rider verranno consegnati, per esempio, caschi, ma anche dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine.
Soddisfazione da parte dell’azienda e da parte dei sindacati. L’azienda in particolare sottolinea il proficuo dialogo con i sindacati «che testimonia – afferma Daniele Contini, country manager di Just Eat Italia - una comune volontà ad approcciare in modo costruttivo e sostenibile un settore in crescita a vantaggio di tutti gli attori». Davide Bertarini, responsabile del business delivery di Just Eat in Italia, sottolinea come l’accordo sia frutto di ascolto e comprensione di tutte le esigenze. Regista tecnico dell’accordo, l’avvocato Giampiero Falasca di Dla Piper: «Esiste un’alternativa alla contrapposizione tra diritti e innovazione -. Ora la parola va ai consumatori che dovranno premiare una scelta così impegnativa, valorizzando un modello che sicuramente è molto oneroso, dal punto di vista dei costi e dell’organizzazione, per l’impresa (o le imprese) che lo adotteranno».
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy