di Jonathan Margolis
Il fermentatore Pinter, include due confezioni per produrre circa 10 litri di birra.
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L'ultima volta che ho provato a fare la birra in casa avevo circa 15 anni. Non potendo entrare in alcun pub all'epoca, avevo comprato un kit Boots, che implicava l'uso della vasca da bagno e un secchio. Risultato: un liquido stranamente rosso, imbevibile e forse anche nocivo per la salute. Da allora nel mondo sono successe un po' di cose – tra cui la preoccupazione per le questioni ambientali e un generale interesse per la qualità e la provenienza della birra. Ecco allora che il tempismo di questa startup londinese è perfetto: il loro obiettivo è rendere la birrificazione casalinga di tendenza, al passo con i tempi e anche un po' sexy.
La startup si chiama Pinter e immagino che i fondatori siano troppo giovani per ricordarsi l'eponimo drammaturgo britannico, i cui testi sono considerati capolavori del teatro dell'assurdo. Infatti non c'è niente di oscuro o incomprensibile nei kit di Pinter. Il prodotto è davvero pratico, sia perché limita i rifiuti causati da lattine, bottiglie e trasporto, sia per la qualità tecnica, che non richiede particolare manualità, sia per il confezionamento ridotto al minimo. Pinter è un fermentatore in plastica dura da circa cinque litri, disponibile in diversi colori sgargianti. Il kit include il lievito per fermentazione, una grande bottiglia di concentrato (in cui tutti i luppoli, il malto, ecc. sono premiscelati) e uno speciale liquido per la pulizia, da usare quando avrete finito i vostri cinque litri. Sono disponibili quattro tipi di birra e due di sidro, tutti recapitabili per posta.
Il procedimento in sé, spiegato passo dopo passo da un video online, è facile e sicuro (anche se io sono riuscito a mettere il fermentatore a testa in giù, la prima volta, e a farlo sembrare una bomba inesplosa, visto che continuava a sibilare e a perdere. Quando ci ho riprovato seguendo bene le istruzioni, però, sono stato più veloce e mi sono pure divertito). Per rendere il complicato processo di birrificazione così semplice ci sono voluti diversi anni, e dietro si nasconde molta tecnologia, anche se non c'è niente di elettronico. Ciò che mi ha davvero stupito di Pinter, però, è la birra. Non era solamente accettabile o soddisfacente per un tentativo casalingo senza troppe pretese. L'ho trovata davvero ottima – fresca, delicata, interessante, amabile e leggera. Un gadget divertente, perfetto per i tempi, sotto molti punti di vista.
L'auricolare Olive Smart Ear, ideato da una startup coreana.
SAPER ASCOLTARE
Se pensate che l'udito vi funzioni bene, ma i vostri figli continuano a chiedervi come mai tenete il volume della TV così alto o perché mettete la mano a coppa dietro l'orecchio a tavola durante la cena mentre qualcuno vi parla, siete il chiaro esempio di baby boomer che non sente più benissimo, anche se non è ancora il momento di iniziare a pensare a un apparecchio acustico. L'auricolare Olive Smart Ear , ideato da una startup coreana, è tra i primi dispositivi personali di amplificazione del suono (o PSAP, dall'inglese Personal Sound Amplification Products) disponibili senza prescrizione medica. Si tratta di un piccolo gadget con un bel design, per una o entrambe le orecchie, ma viene venduto singolarmente perché i produttori si sono resi conto che la maggior parte delle persone preferisce indossarne uno solo, giusto per sentirsi a proprio agio a cena o mentre si guarda la TV con altri. Olive testa l'udito e si regola tramite app. Potrete poi impostarlo sulla modalità conversazione, televisione o regolare il grado di amplificazione. Abbassando la TV al minimo e inserendo un Olive al 50 per cento del volume, sono riuscito di nuovo a sentire in modo chiaro e nitido.
Il router WiFi domestico Orbi LBR20.
WIRELESS SENZA INTERRUZIONI
Chi nel corso degli ultimi mesi ha visto saltare le riunioni su Zoom, Teams e le varie piattaforme, a causa di una connessione a banda larga scadente, non sarà sorpreso di scoprire che l'Italia sia al terzultimo posto in Europa nella classifica mondiale della migliore banda larga domestica. Anche se la vostra connessione è buona, di sicuro avrete notato il gran numero di video-interviste a persone collegate da casa che sono andate così così. Al contempo, però, mentre si dibatte sulla tecnologia 5G, nella maggior parte dei Paesi il 4G è diventato piuttosto affidabile, più veloce del WiFi di casa e di gran lunga più stabile. Ora Netgear ha trovato una soluzione: un router WiFi domestico con una SIM 4G. Quando la connessione via cavo vacilla, con Orbi LBR20 subentra automaticamente il 4G. Ovviamente non vorrete usarlo di default – di sicuro sforereste persino il più generoso limite di dati nel giro di un giorno. Però credo sia davvero un ottimo sistema di backup.
Un forno connesso Smeg della nuova gamma.
CUCINARE DALLO SMARTPHONE
Quando mi sono trasferito nel mio attuale appartamento, ho ereditato un forno incassato senza il manuale di istruzioni, perduto da tempo. Era così complicato che non sono nemmeno riuscito a cambiare l'orario, figuriamoci a impostare funzioni più complesse come i timer. Ho cominciato quindi a chiedermi se per caso ne esistesse uno da controllare tramite telefono o tablet, e ho scoperto la nuova gamma di forni Smeg connessi. L'azienda emiliana ha puntato davvero in alto, realizzando un'app elegante e intuitiva che demistifica ogni procedura – a tal punto che non vedevo l'ora di metterlo in funzione per il pranzo di Natale. La scelta è molto ampia, nelle dimensioni, nel prezzo e nel design, ma la tecnologia è simile. La funzione di autopulizia è utilissima, così come la sonda per carne integrata e la funzione griglia con la porta del forno chiusa. Ma, secondo me, essere in grado di gestire il tutto da uno smartphone o da un iPad è davvero la ragione principale per cui comprarlo.
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