di Giulia Crivelli
2' di lettura
Trasformate dalla pandemia, certo, ma comunque presenti all’appello. Sono le quattro settimane della moda più importanti al mondo, a questa tornata dedicate alle collezioni donna per l’autunno-inverno prossimo: New York si è chiusa il 18 febbraio, Londra è iniziata il 19, seguita da Milano, che entrerà nel vivo domani, per poi a sua volta passare il testimone a Parigi il 1° marzo. Le due fashion week europee sono di gran lunga le più importanti per tutti gli operatori e naturalmente per i clienti finali.
Quella di New York ha visto le defezioni dei più famosi stilisti americani, a partire da Ralph Lauren, mentre quella di Londra non è stata “tradita” dai designer britannici, ma è la prima dell’era Brexit e le incognite, per la moda inglese, sono molte e vanno ben oltre l’uscita dal tunnel della pandemia. Milano e Parigi, come è accaduto in settembre per le precedenti collezioni donna e in gennaio per l’uomo, hanno invece calendari molto ricchi, con una prevalenza di eventi phygital – sfilate e presentazioni in showroom – che si svolgono dal vivo e poi vengono trasmessi, quasi sempre live, utilizzando le piattaforme digitali dei brand o quella della Camera della moda , messa a punto nel 2020 e da allora costantemente perfezionata e arricchita.
La filiera italiana del tessile-abbigliamento è stata tra le più colpite dalla pandemia, con cali di fatturato medi del 20%, difficoltà sull’export e sulle supply chain globali e prospettive ancora incerte. Tutte le aziende però hanno reagito, continuando a investire nel digitale, nei progetti di medio e lungo termine legati alla sostenibilità e all’inclusività e, naturalmente, nella creatività. Lo Speciale Moda Donna di 24 pagine in edicola domani, martedì 23, con Il Sole 24 Ore fotografa proprio questa realtà: da una parte gli approfondimenti sulle aziende e il loro sguardo sul futuro; dall’altra le tendenze emerse dalle collezioni per la primavera che è alle porte.
Senza dimenticare il quadro economico italiano e mondiale e i fenomeni che la pandemia non ha creato, ma sicuramente accelerato, come la digitalizzazione di ogni processo, B2B e B2C, e l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale. Chi prevedeva che la crisi avrebbe congelato progetti e investimenti è stato smentito. La moda, per definizione, guarda al futuro e lo sogna migliore, per tutti.
Giulia Crivelli
fashion editor
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy