Covid, Conte: tenere duro e fare squadra. Presto nuovi incentivi
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Il Presidente della Repubblica ha firmato il Ddl di Bilancio. Il provvedimento è quindi stato presentato alla Camera. Lo si apprende da fonti del Quirinale e parlamentari.
La manovra (qui le principali novità) ha un testo di 229 articoli, vale 38 miliardi ed è per buona parte in deficit, senza contare che il governo intende adottare un ulteriore scostamento di bilancio per finanziare nuove misure di sostegno all’economia. È la prima legge di bilancio che potrà beneficiare dei fondi europei del Recovery Fund che arriveranno a partire dal 2021.
La versione finale del disegno di legge bollinato dalla Ragioneria dello Stato include infatti un Fondo presso il Mef per anticipare i fondi del Recovery fund europeo. La dotazione è di 34,775 miliardi per il 2021, 41,3 miliardi per il 2022 e 44,573 miliardi per il 2023: in totale nel triennio 120,648 miliardi. Le risorse del Fondo sono versate su due appositi conti correnti infruttiferi aperti presso la tesoreria centrale dello Stato; sul primo conto corrente, denominato “Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation EU - Italia - Contributi a fondo perduto” sono versate le risorse relative ai progetti finanziati mediante questo tipo di contributi, mentre sul secondo, denominato “Ministero dell'economia e delle finanze attuazione del Next Generation EU - Italia - Contributi a titolo di prestito”, sono versate le risorse relativi ai rogetti finanziati mediante prestiti. Si tratta di gestioni fuori bilancio.
Conte “ha dato mandato ai capidelegazione di coinvolgere i capigruppo al fine di verificare la disponibilità a stabilire un percorso di dialogo e collaborazione con Forza Italia, in ragione della dichiarata disponibilità di questa forza politica, ad aprire a un dialogo costruttivo” sulla manovra e sullo scostamento. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi, interpellate al riguardo. “Il mandato - aggiungono - non è per esplorare un allargamento della maggioranza o per pervenire a un accordo politico che prefiguri una commistione di ruoli” o “una riorganizzazione del perimetro delle forze che sostengono il governo”.
Il Decreto Ristori “ter” dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri e valere oltre 1 miliardo. E' quanto si apprende da diverse fonti dell'esecutivo. In queste ore governo e maggioranza lavorano in vista del nuovo scostamento di bilancio per finanziare altre misure in deficit. Ma il decreto Ristori ter dovrebbe arrivare prima dello scostamento, forse già in un Cdm giovedì o venerdì, perché dovrebbe sfruttare risorse già stanziate quest'anno ma non impegnate su altre misure anti Covid. Il terzo decreto sui Ristori dovrebbe quindi valere tra 1 e 1,5 miliardi e poi confluire in Parlamento nei decreti Ristori 1 e bis che sono già in conversione. L'obiettivo è allargare la lista degli Ateco con le aziende che accedono ai ristori e dare risarcimenti alle aziende delle aree diventate “rosse” negli ultimi giorni.
Altre misure sono allo studio per aiutare la ripresa dell’economia, come ha detto il premier Conte. «L'affitto per i commercianti è un costo importante, gravoso per chi opera nelle aree più esposte alla crisi. Sono consapevole di quanto sia sentito questo tema, incontro spesso tanti singoli esponenti di questa categoria. Dobbiamo ragionare su schemi di incentivazione fiscale senza penalizzare i proprietari di immobili». Lo dice il premier Giuseppe Conte nel suo intervento all'assemblea della Fipe. Intervento durante il quale ammette: «È una fase evidentemente difficile della nostra storia repubblicana, un momento molto complesso dal punto di vista economico e sociale. C'è un disagio diffuso sociale e anche psicologico da parte di tanti cittadini e operatori economici. Dobbiamo tenerne conto: quanto più rapidamente riusciremo a contenere il contagio, tanto più rapidamente potremo ridare la fiducia necessaria a ripartire. Ci premono i tempi di contenimento del contagio».
«Ci premono i tempi dei contenimenti del contagio. Il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull'effettivo livello di rischio dei territori. Cerchiamo così di contenere e limitare il contagio» ha inoltre aggiunto il premier. Il quale ha chiesto agli interlocutori di fare squadra. «Dopo la prima battaglia contro il virus, ora abbiamo davanti una sfida non meno insidiosa, che nessuno può vincere da solo», «settori economici e cittadini devono fare sistema, fare squadra».
«Penso che un' alterazione delle abitudini di vita dei cittadini potrebbe arrivare dal fatto che si sta facendo grande ricorso agli acquisti online: questo può ridefinire alcune filiere economiche. Dobbiamo mantenere in equilibrio il settore commerciale, altrimenti sarà difficile intervenire dopo» ha aggiunto il premier. Il piano nazionale di Ripresa e resilienza potrà far leva sulle ingenti risorse del Recovery fund. Anche in queste ore stiamo lavorando al budgetary plan: lo approveremo internamente e lo presenteremo a Bruxelles».
«Il miglior modo di cancellare il debito è quello di ridurlo tramite la crescita economica» ed è questo «che l'Italia si è impegnata a fare». Così il ministero dell'Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo al convegno in streaming Welfare Italia Forum. «Adesso siamo di fronte a una seconda ondata e ci sarà un nuovo rallentamento ma questa ricetta di politica economica è quella giusta, non bisogna sospendere o ritirare troppo presto queste misure di sostegno». Per Gualtieri «se guardiamo al famoso rimbalzo italiano del terzo trimestre - spiega il ministro - è stato possibile perché c'è stata una massiccia iniezione di risorse che ha tenuto in piedi la capacità produttiva, ha ridotto l'impatto sull'occupazione e ha garantito liquidità alle famiglie e alle imprese».
«Tutti gli strumenti europei che fanno risparmiare in tassi d'interesse sono utili, e per questo il governo utilizzerà sia i trasferimenti a fondo perduto che i prestiti del Recovery Fund. «Da questo punto di vista anche il Mes lo è. Come noto c'è un'opinione diversa da una forza di maggioranza, ed essendo necessaria una maggioranza parlamentare questo non ha consentito di accedere a questa linea di finanziamento e avere un risparmio di circa 300 milioni l'anno di risparmio in tassi d'interesse».
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