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Venezia è come il Louvre. Ecco il decalogo per tutelare la Serenissima

di Sara Magro

Firenze e Venezia, 10 regole per il rilancio delle citta' d'arte

Toto Bergamo Rossi direttore di Venetian Heritage, una no profit che raccoglie 2,5 milioni all'anno per progetti di restauro, propone un modello di turismo più sostenibile

22 marzo 2021
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4' di lettura

Venezia nasce il 25 marzo del 421. Così si legge nel manoscritto Chronicon Altinate del XIII secolo, una delle fonti più antiche sulla storia della città. Sarà pure leggenda, come sostengono alcuni studi recenti, ma intanto la città si accinge a celebrare i suoi 1600 anni , senza il solito sovraffollamento di calli e canali: la pandemia ha colpito il turismo internazionale e le destinazioni che vivevano di grandi numeri sono disorientate. Ma per Venezia è anche l’anno zero per lasciarsi alle spalle l’overtourism e ripensare un modello più sostenibile.Come racconta Toto Bergamo Rossi, restauratore, autore di libri d’arte e dal 2010 direttore di Venetian Heritage, fondazione no profit con sedi a Venezia e New York, che raccoglie fondi per la salvaguardia, il restauro, la valorizzazione del patrimonio storico artistico di Venezia. Per tornare a visitarla, appena si potrà, con occhi nuovi.

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Com’è Venezia ora?

A riposo. Anzi, in convalescenza, e si riprenderà presto. Considerata la sua veneranda età, spero che questa pausa forzata scateni decisioni sul futuro della Serenissima: negli ultimi 40 anni ha subito un costante declino, che la sta trasformando in una Disneyland cinese. Negli ultimi decenni i nostri amministratori non hanno mai pensato alle conseguenze della globalizzazione, dello sviluppo dell’aereoporto Marco Polo (il terzo d’Italia), delle compagnie low cost e del passaggio delle grandi navi nei canali. Questa anarchia nel 2019 ci ha regalato quasi 25 milioni di turisti e troppi bed&breakfast, centinaia di negozi-trappole per turisti e il calo degli abitanti autoctoni. Un turismo di massa che non porta a nulla e che dovrà, spero, essere regolato. Venezia è un enorme museo a cielo aperto e come tale andrebbe gestito.

Venetian Heritage si muove in questa direzione?

Raccogliamo circa due milioni e mezzo di euro all’anno per sostenere i nostri progetti. Stiamo finanziando il restauro dello scalone rinascimentale della Scuola Grande San Giovanni Evangelista, insieme all’hotel Gritti Palace, e il nuovo allestimento dei saloni V e VI del museo delle Gallerie dell’Accademia con il restauro di alcuni capolavori, come la magnifica Deposizione di Luca Giordano. Grazie alla campagna di raccolta fondi #supportvenice, lanciata dopo l’alluvione del novembre 2019, stiamo sostenendo, con la maison Bottega Veneta, il restauro di una parte dei mosaici pavimentali nella basilica di San Marco. Grazie alla stessa campagna stiamo finanziando il restauro del monumento funebre del doge Francesco Morosini, il celebre Peloponnesiaco, nella chiesa di Santo Stefano.

Quali sono i progetti dei prossimi mesi?

In concomitanza con le vernici di Biennale Architettura, il 20 maggio 2021, a Palazzo Grimani, dove continua la mostra Domus Grimani, con il ritorno di 100 sculture classiche nel camerino delle antichità, sarà presentata la Sala del Doge, riallestita, dopo 427 anni, con altre 31 sculture che fino al 1594 decoravano le pareti di questo spettacolare ambiente tardo manierista. Contemporaneamente apre la mostra site specific del maestro Georg Baselitz, in collaborazione con la galleria Gagosian.

Nel suo ultimo libro I monumenti dei Dogi (pubblicato da Marsilio) si racconta una Venezia quasi sconosciuta.

Dall’inizio del ’500, la pittura ha preso il sopravvento sulla scultura. Ma Venezia è forse la città più scolpita del mondo. Ho cercato di valorizzare un aspetto meno noto della sua storia e sto collaborando con alcuni assessorati regionali per organizzare una serie di itinerari dedicati ai monumenti dei dogi, spesso in chiese mai visitate.

Il suo prossimo libro sarà dedicato ai giardini di Venezia e della Laguna, altro patrimonio inestimabile.

È un altro tema ancora poco approfondito. Sono fortunato ad averne uno, Giardino Gradenigo, che ho restaurato nel 2001, e che apro su richiesta e gratuitamente. Da questo recupero è nata la mia passione.

Venezia fuori dai soliti percorsi. Dove ci consiglia di partire?

Il turismo di massa si concentra sempre e solamente sull’area marciana, invece ogni angolo di Venezia offre un sogno. Suggerisco di entrare in ogni chiesa, dove sugli altari o sui soffitti si trovano i capolavori di Tiziano, Bellini, Tiepolo, Veronese, Tintoretto, Carpaccio e molti altri, ideati per essere ammirati proprio in quella collocazione, con quella particolare luce naturale.

Quale potrebbe essere un modello di sviluppo sostenibile?

Gestire Venezia come il Louvre di Parigi, con una cabina di regia che controlli i numeri dei turisti, con prenotazione obbligatoria almeno in estate. Servono rispetto e pragmatismo. Il mondo intero viene a visitare la Serenissima: un soggetto molto delicato, che andrebbe trattato con cura e non solcato da transatlantici. Con 20 esponenti della cultura abbiamo preparato un decalogo per la tutela sostenibile. È ora di creare un sistema di promozione e valorizzazione del patrimonio storico artistico. Siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi europei.

Un decalogo per tutelare la Serenissima

Alcuni esponenti della cultura internazionale, tra i quali il regista Wes Anderson, l'attrice Tilda Swinton e l'artista Anish Kapoor, hanno sottoscritto una lettera con alcuni principi per tutelare l'integrità fisica e l'identità culturale di Venezia

1)Conclusione del cantiere del Mose
2)Stop al traffico delle grandi navi in Laguna
3)Salvaguardia dell'ecosistema lagunare
4)Gestione dei flussi turistici
5)Regolamentazione e limitazione degli affitti turistici, anche con minimo di giorni
6)Facilitazioni per affitti locali commerciali e per affitti a lungo termine per residenti
7)Controllo delle licenze commerciali
8)Decoro urbano
9)Limitazione del moto ondoso: tramite la gestione del traffico acqueo
10)Pianificazione e destagionalizzazione di eventi culturali e valorizzazione del patrimonio storico artistico


Guida a un soggiorno autenticamente veneziano

Mangiare
Da Fiore a San Polo, un classico. ristorantedafiore.com
Alla Madonna, un altro classico per la cucina veneta. ristoranteallamadonna.com
Trattoria Tre Fanti in Rio Marin, solo pesce. osteriatrefanti.com
Antica Trattoria alla Ferrata,cucina veneziana semplice e buona
Caffé Bistrot Caconero, solo per il lunchOsteria da Codroma, uno dei pochi locali ancora con tavolonie boiserie di inizio '900
Hotel Monaco: sulla terrazza, stesso menù da almeno 35 anni. hotelmonaco.it
Venissa, una locanda con vigneto sull'isola di Mazzorbo, raggiungibile anche in vaporetto da San Marco. venissa.it
Dormire
Oltre il Giardino, boutique hotel famoso anche per essere stato la casa di Alma Mahler, moglie del compositore tedesco. oltreilgiardino-venezia.com
Hotel Ca' Nigra, camere in stile e due giardini sull'acqua.hotelcanigra.com
Palazzetto Pisani, a Santo Stefano palazzettopisani.com
Locanda Cipriani: solo sei camere sulla mini isola di Torcello. locandacipriani.com


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