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Opportunità per le imprese nella russia che vede la ripresa

di Antonio Fallico

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(ozerkina - stock.adobe.com)

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11 marzo 2021
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3' di lettura

In un contesto di pandemia globale, la Russia è uno dei pochi Paesi che sta tornando alla crescita. Le misure di sostegno fiscale e monetario, combinate con gli allentamenti normativi, hanno supportato l’industria evitando una disoccupazione massiccia e, dalla seconda metà del 2020, creando nuovi posti di lavoro.

Il governo, oggi, è impegnato non tanto a compensare la diminuzione dei redditi, quanto a rilanciare lo sviluppo per soddisfare il vasto mercato interno e cogliere nuove opportunità di export.

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Contrariamente alle previsioni, infatti, l’economia russa nel 2020 ha subito una contrazione minore rispetto al 2009, quando risentì degli effetti della crisi finanziaria globale. Secondo le stime di Rosstat, il Pil è diminuito del 3,1% (nel 2009: –7,8%), e le aziende manifatturiere, orientate al mercato interno, hanno registrato un valore aggiunto a prezzi costanti uguale al 2019. L’aumento della spesa pubblica ha costretto il governo a mitigare temporaneamente i rigidi criteri di bilancio, il quale dal 2011 al 2019 non aveva registrato alcun disavanzo: il deficit 2020, invece, è stato pari al 4,4% del Pil, ma si prevede che si riduca all’1% nel 2022 (2,4% nel 2021).

Le banche russe, pur affrontando l’inevitabile crescita dei crediti inesigibili, hanno mantenuto capitale e redditività: rispetto al 2019, il loro profitto è diminuito soltanto del 7% e la sostenibilità del sistema è stata facilitata dalle azioni della Banca di Russia, che prima della pandemia ha cominciato a ripulire il settore dalle organizzazioni finanziarie in difficoltà. Diventate uno dei canali di distribuzione degli incentivi statali, le banche non solo non hanno ridotto il credito, ma lo hanno raddoppiato rispetto al 2019.

Nonostante gli investimenti siano calati di oltre il 4%, nel 2020 sono state messe in attività circa 150 nuove fabbriche e medie e grandi unità di produzione. Circa un terzo nella meccanica e nella lavorazione dei metalli, un quinto nell’industria chimica, un decimo nell’elettronica. Il mercato principale per le nuove unità è quello interno, ma diversi investitori guardano all’export.

Gran parte dei nuovi impianti è nata grazie a incentivi: crediti del Fondo per lo sviluppo dell’industria e altri fondi federali e regionali, co-investimento da parte di Rosnano. Alcune grandi imprese hanno iniziato attività nelle regioni orientali, dove esistono ulteriori facilitazioni.

Un’attenzione particolare meritano la farmaceutica e le apparecchiature mediche. La Russia, in tempi brevi, ha ampliato la produzione su larga scala di dispositivi di protezione individuale per il mercato interno, e nel luglio 2020 il ministero dell’Industria e del commercio ha rilasciato i primi permessi per l’esportazione in Europa e in Medio Oriente. Sempre nel 2020, nuove imprese hanno iniziato a produrre il vaccino Sputnik V e farmaci per il trattamento Covid-19. Centinaia di migliaia di dosi sono già state esportate.

Il governo, inoltre, ha approvato il Programma nazionale di ripresa economica che comprende più di 500 iniziative, per un totale di circa 5 trilioni di rubli (55,5 miliardi di euro). Mira a sostenere l’occupazione e la domanda, l’attività delle Pmi, il rilancio degli investimenti, lo sviluppo tecnologico, l’aumento delle esportazioni e la compensazione delle mancate importazioni.

In questo quadro, secondo le previsioni, la Russia riprenderà a crescere entro la metà del 2021, incrementando il tasso di occupazione sino a livelli pre-Covid. Nel secondo semestre, i redditi e i principali indicatori economici dovrebbero già segnare una crescita sostenuta. Il tutto, in un quadro di riduzione della pressione amministrativa e orientato a una maggiore fiducia nei confronti delle aziende.

I grandi progetti riceveranno ulteriori benefici dai Contratti di investimento speciali (Spic) e dagli Accordi per la protezione e la promozione degli investimenti (Szpc). A dicembre 2020, il governo ha già sottoscritto una trentina di Szpc per oltre 1 trilione di rubli (11,1 miliardi di euro). Da aprile 2021, si potranno stipulare accordi simili a livello regionale e le autorità locali hanno già iniziato la selezione dei progetti.

La legislazione prevede che questi strumenti di sostegno siano fruibili da tutte le aziende registrate in Russia, incluse quelle a partecipazione estera. Lo scorso anno Henkel, Marazzi, M. Suresh, Haval hanno così incrementato la loro presenza nel Paese. In un contesto globale difficile, quindi, quello russo è un ecosistema economico in salute e, grazie a strumenti fiscali favorevoli e concreti incentivi federali e regionali, estremamente interessante per investimenti diretti o partnership delle imprese italiane.

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