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"Transizione energetica e ripartenza economica: le nuove sfide". È questo il tema dell’”Italian Energy Summit” organizzato da 24 Ore Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore (qui la diretta streaming). La due giorni, giunta quest'anno alla ventesima edizione, riunisce a Milano i protagonisti delle politiche energetiche nazionali. Tra questi il ceo di Eni, Claudio Descalzi, che nel suo intervento ha sottolineato la “grandissima opportunità” rappresentata dal Recovery Fund perchè “ci aiuta ad accelerare progetti finalizzati alla transizione energetica e alla trasformazione del nostro business che stiamo già realizzando, e ad uscire dal momenti di stasi dell'oil &gas”
Più in generale, secondo il manager, sul Recovery Fund “servono progetti e bisogna essere pragmatici e bisogna avere competenze anche perché le risorse non sono scarse ma neppure infinite. Inoltre - ha concluso - ci dovrà essere un coordinamento tra le aziende che dovranno realizzare queste opere e il pubblico: è un'opportunità incredibile per occupazione e formazione. Si può mettere in moto la macchina del cambiamento e disegnare nel nostro caso un futuro energetico e pulito”. Uno dei progetti messi in campo da Eni è quello dell'impianto di Ravenna per la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica: “Abbiamo definito tutto il progetto e la parte di impatto ambientale: il progetto è molto maturo. Ne faremo presto uno molto simile in Gran Bretagna”.
L'elettrificazione, ha invece ammonito il ceo di Enel, Francesco Starace, “è il cuore della transizione energetica” che sarà finanziata dal Recovery Fund, un fronte sul quale l’azienda sta facendo “un grande sforzo”, in particolare per la digitalizzazione delle reti. I rischi, invece, “sono solo quelli di infilare nei progetti destinati al Recovery Fund cose che non c'entrano nulla o iniziative che non hanno possibilità di essere realizzate”, ha aggiunto, precisando invece che non si possono presentare progetti “business as usual” ma bisogna fare un salto in avanti. “La vera novità in tutto ciò - ha spiegato - è che per la prima volta l'Europa è andata sul mercato a finanziarsi come Europa”. Infine, una battuta sull'idrogeno: “Tra tre-cinque anni l'idrogeno può diventare competitivo: un Paese da solo non può arrivare a questo risultato, l'Europa tutta assieme sì, ognuno porterà il proprio contributo”. E sui bond sostenibili, su cui Enel ha agito sempre in prima fila: “C'è un'incredibile domanda da parte degli investitori di prodotti legati alla sostenibilità perché hanno un basso profilo di rischio. Magari in futuro vedremo anche un Esg bond dell'Italia”.
Della grande corsa all'idrogeno ha parlato alla platea anche Marco Alverà. Il ceo di Snam è convinto che questa volta avrà successo “perché costa molto meno e nei prossimi cinque anni può arrivare a costare come il petrolio”. Sul fronte dell'idrogeno, secondo il manager, l'Italia è messa benissimo, perché “abbiamo già fatto sperimentazioni, siamo dinamici, e abbiamo un vantaggio geografico fondamentale” anche se “dovremo essere bravi a far convivere le varie fonti di energia” visto che il gas “continuerà ad avere un ruolo fondamentale nella transizione energetica al 2050”. Snam ha un piano di investimenti da 6,5 miliardi, di cui 1,5 miliardi destinati a nuovi business, tra cui l'idrogeno.
Entro la fine dell'autunno, indicativamente nel mese di novembre, Terna presenterà il suo nuovo piano industriale. La tempistica è stata indicata nel corso del Summit da Stefano Donnarumma, ceo di Terna dalla scorsa primavera. Il manager ha sottolineato come, tra le diverse priorità, c'è il tema di controllare la sovrapproduzione di energia e dunque di lavorare sul sistema degli accumuli, adeguando il sistema elettrico per raccogliere i contributi delle fonti non programmabili. Poi c'è il tema della decarbonizzazione: “Una partita che deve essere vinta, è che sarà indicata chiaramente nel piano decennale di Terna: lo stiamo rivedendo ulteriormente per ipotizzare un'accelerazione in questa direzione e il clima in cui ci troviamo potrebbe essere favorevole per gli iter autorizzativi, anch'essi importanti”.
Prendendo la parola al Summit l'amministratore delegato di Acea, Giuseppe Gola, ha invece annunciato la presentazione del nuovo piano industriale del gruppo entro la fine di ottobre. In particolare, è previsto un aggiornamento degli investimenti per la resilienza della rete di distribuzione elettrica, per cui nell'attuale piano erano già presenti 100 milioni di euro. “Abbiamo avviato un piano per la sostituzione dei contatori dell'energia elettrica con i nuovi misuratori di seconda generazione, dispositivi dotati di sistemi intelligenti per l'evoluzione della rete e dei servizi smart. Complessivamente saranno installati nei prossimi 6/7 anni, 1,7 milioni di contatori 2G per un investimento di circa 300 milioni”, ha chiarito il manager.
E dei tempi per l’aggiornamento dei piani di sviluppo per tener conto delle conseguenze dell’emergenza Covid e del Recovery Fund in arrivo ha parlato anche il ceo di A2A, Renato Mazzoncini. La multiutility presenterà il suo nuovo piano industriale al 2030 nei primi giorni del 2021, proponendo un documento con “una visione di lungo periodo”. “Tra 10 anni A2A sarà più grande di oggi, magari più focalizzata su alcuni business ma non per questo ne abbandonerà completamente altri poichè vorrà comunque garantire una presenza sul territorio”, ha aggiunto. Di recente Utilitalia, la Federazione nazionale delle aziende di servizi pubblici, ha pubblicato uno studio secondo il quale tutte le utility sarebbero pronte a mettere in campo investimenti da 50 miliardi di euro per rilanciare il Paese e l'occupazione. Mazzoncini vede favorevolmente questo scenario e ha sottolineato come, forse, il settore che più abbisogna di capitali in questo momento è quello dell'acqua, “visto che ad oggi non abbiamo ancora una rete nazionale” e dunque ci sono margini di crescita importanti. Inoltre, il manager ha fatto notare come l'eccessiva burocrazia blocchi gli investimenti e come serva agire con urgenza su questo fronte: tempi troppo lunghi, infatti, rischiano di mettere a rischio anche i capitali provenienti dal recovery fund.
“Il Recovery Fund è un'occasione unica, soprattutto per i nostri figli, per accelerare sulla transizione energetica spingendo sulla partnership pubblico-privato”. Ne è convinto l'ad di Edison, Nicola Monti, tra gli intervistati dell’Energy Summit in corso a Milano. Foro Buonaparte, ha aggiunto, è totalmente allineato agli obiettivi del Pniec (il Piano Nazionale Integrato Energia Clima) e ha già cantieri aperti per circa un miliardo di euro orientati alla transizione energetica. Un'obiettivo, quest'ultimo, che Edison persegue agendo su tre direttive: la generazione low-carbon, la riqualificazione energetica e la decarbonizzazione dei trasporti. Sulla prima, ha precisato Monti, la società è attiva sull'eolico (dove in questi giorni Edison sta riacquistando tutta la partnership con F2i su circa 900 MW) e sull'idroelettrico, settore “che avrebbe bisogno di nuovi investimenti e che ha un tema di concessioni scadute da mettere a gara ma con un'armonizzazione normativa a livello nazionale e internazionale”. Sull'efficienza energetica, Edison ha come cliente core i gruppi industriali ma sta via via allargandosi alla sanità e alla pubblica amministrazione, che hanno “margini di sviluppo importanti”. Infine c'è la mobilità sostenibile, “dove Edison è stata la prima in Italia a investire nel gas liquefatto per il trasporto pesante”.
“Il settore, quello dei servizi pubblici, ha risposto con grande efficacia nel corso della crisi pandemica. I comparti dell'energia ma anche quello dei rifiuti, durante il lockdown, hanno garantito i servizi senza alcun tipo di problema”. Così il presidente di Arera, Stefano Besseghini, anche lui intervenuto nella prima parte del Summit . “Abbiamo - ha aggiunto - attivato incontri con gli operatori per avere il polso della situazione aggiornato. Ora l'emergenza acuta è superata ma non siamo ancora in una fase normale e ci stiamo muovendo su due linee: la prima è quella di continuare il monitoraggio della situazione creata dall'emergenza, la seconda è la visione di medio periodo. Bisogna cogliere ciò che di buono siamo riusciti ad avere durante l'emergenza. Il percorso che ci attende non è semplice, abbiamo bisogno di tanto lavoro serio”.
Al summit partecipano tra gli altri Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia, e Francesco Vetrò, presidente Gse. In programma anche interventi di Paolo Gallo, ceo Italgas, e di Luca Bettonte, ceo Erg. I lavori terminano domani.
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