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Lo scalo attende grandi navi e Zes

di Vera Viola

Lo scalo archivia i primi otto mesi dell’anno con -10% dei traffici in generale

16 ottobre 2020
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2' di lettura

Completati i lavori del dragaggio a gennaio 2020 (attesi da un decennio), il porto di Napoli si preparava a un grande salto con l’arrivo delle mega navi, almeno quelle da 9mila teus. E in verità i primi due mesi dell’anno sono stati contrassegnati dal segno positivo, grazie all’attracco delle prime navi di maggiori dimensioni. Ma poi è arrivato il Covid e con esso il lock down che hanno duramente impattato sui traffici marittimi e bloccato sopratutto le grandi navi.

Lo scalo partenopeo archivia i primi otto mesi dell’anno con il -10% . «Ha tenuto il traffico container – dice il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito – è calato quello delle rinfuse liquide. Due filiere hanno garantito continuità: agroalimentare e farmaceutico». Ma il comparto che ha sofferto e continua a soffrire più di tutti è quello turistico. Il blocco delle crociere fino al 17 agosto ha rappresentato un forte colpo all’economia portuale. «Oggi – aggiorna Spirito – abbiamo Msc e Costa che toccano una volta a settimana ciascuna Napoli». Insomma, di crociere ne partono ancora poche». Il traffico passeggeri verso le isole del golfo si è ridotto (sempre da gennaio ad agosto) del 60% e quello verso le grandi isole, Sicilia e Sardegna, del 50%. È mancato del tutto e continua a mancare il turismo internazionale.

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Ma un segnale positivo si può cogliere. Spirito segnala dall’ultima settimana di luglio la ripresa del traffico a servizio del settore dell’auto, che nei primi mesi del lock down era, anch’esso, cessato.

Il porto di Napoli, insomma, fa i conti con una realtà molto complessa, tanto che la ripresa si ritiene che non sia prevedibile, se non nel 2022.

Anche le opere in costruzione hanno subito una battuta d’arresto. «Dopo il dragaggio – continua il presidente Spirito – è stata riempita la cassa di colmata e stiamo per pubblicare il bando per la chiusura». Si spera insomma, che possano ripartire i lavori di quel grande progetto da 100 milioni di fondi europei che dovranno essere spesi entro fine anno. «Sono partiti i lavori per ammodernare la Stazione Marittima _ aggiunge il presidente dell’Adsp –stanno per decollare i cantieri di nuovi collegamenti stradali, fogne».

Intanto, si aspetta che la Zes diventi operativa. C’è grande attesa delle zone economiche speciali che dovranno sorgere nei retroporti di Napoli e di Salerno, tanto che alcuni investitori, sopratutto del settore della logistica (da pochissimo entrata nel perimetro dei settori che potranno avvalersi dei benefici connessi alle Zes) si preparano a investire.

Nuovi piani? Spirito non ha dubbi: lo sviluppo passa per la dotazione di infrastrutture di rete, di collegamenti ultra veloci al fine di implementare e digitalizzare lo scalo. «Non abbiamo bisogno solo di strade, di terminal, di infrastrutture tradizionali – conclude il presidente Spirito – ma di una forte accelerazione in tema di nuove tecnologie che rendano più efficienti tutti i servizi».

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