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Ponte Morandi, Consulta: legittimo estromettere Autostrade dalla ricostruzione. Aspi: nessuna proposta formale dal Governo su concessione

di Nicola Barone

La prima auto sul nuovo ponte di Genova

Conte: ho già detto ai ministri più direttamente competenti che mi aspetto di chiudere ad horas o comunque a fine settimana

8 luglio 2020
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6' di lettura

Arriva alle stelle la febbre politica dopo la decisione di affidare la gestione del nuovo ponte Morandi al concessionario attuale, anche se pro tempore e come atto dovuto. Per la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli ciò non preclude l’eventuale revoca delle concessioni ma in prima linea corrono comunque a criticare la scelta i Cinque Stelle. «Porteremo il dossier Autostrade in Cdm - confida il premier Giuseppe Conte incontrando i cronisti presso l'ambasciata italiana a Madrid -. È una decisione di tale importanza che dovrà essere condivisa al di là dei due ministri direttamente competenti. Va coinvolto tutto il governo».

Ponte Genova: Consulta, non illegittimo estromettere Aspi da ricostruzione

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Intanto arriva la sentenza della Consulta, con la Corte costituzionale a stabilire che non è illegittimo estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi. La Consulta ha ritenuto non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione del Ponte Morandi. «La decisione del Legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte - sottolinea l’ufficio stampa della Consulta in attesa delle motivazioni della sentenza - è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso». Contrariamente ad alcune attese che la davano come un viatico per l’accordo con i Benetton, la decisione dei giudici costituzionali accoglie le tesi del Governo motivando la legittimità all’estromissione con la grave situazione che si era venuta a creare.

Conte, sentenza Consulta su Aspi ci conforta

Conte apprende della sentenza della Consulta mentre visita con Pedro Sanchez il museo Reina Sofia. «Ci conforta -afferma - che la Corte costituzionale abbia confermato la piena legittimità costituzionale della soluzione normativa che venne a suo tempo elaborata dal governo».

Aspi, mai ricevuto riscontri a proposte su concessione

Nel frattempo la decisione di affidare ad Autostrade per l’Italia la gestione del nuovo ponte, in quanto concessionario al momento, aveva già fatto saltare gli equilibri tra opposizione e maggioranza e soprattutto all'interno dei partiti che appoggiano il governo, in particolare tra Iv e Pd da un lato e Cinque Stelle dall’altro, da sempre più ostili ad ogni apertura al gruppo veneto. Dopo la scelta di affidare la gestione del nuovo Ponte di Genova ad Autostrade, e lo scontro all’interno della maggioranza che questa scelta ha determinato, Aspi in una nota mette in evidenza che è stato «sempre dato il massimo supporto al commissario per la realizzazione del Ponte di Genova. Sulla concessione - aggiunge Autostrade per l’Italia - mai ricevuto riscontri formali alle proposte avanzate, né comunicazioni circa altre condizioni poste dall’esecutivo. La tragedia del 14 agosto 2018 ha segnato in modo indelebile la storia della società. È stato completato - mette in evidenza ancora la nota - un radicale cambiamento di management e di tutti i processi aziendali. Realizzati in due anni investimenti per oltre 1 miliardo, aumentate le spese di manutenzione di oltre il 50%, tutti i controlli sulla rete effettuati da società esterne. Massimo impegno per tutelare i posti di lavoro dei 7000 dipendenti della società».

M5s chiude in maniera netta. Vito Crimi non ha dubbi. L’opera «non deve essere riconsegnata nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento 5 stelle non arretra di un millimetro», scrive su Twitter il capo politico del Movimento.«Da mesi - aggiunge durante un intervento a #ilcaffèdelmercoledì della Fondazione Luigi Einaudi - insistiamo con i ministri competenti, che sono il Mit e il Mef, per fare in modo che il ponte non sia riconsegnato ai Benetton. Questo per noi è un punto dirimente. Noi sosteniamo che Benetton non deve più gestire le nostre autostrade. Hanno già fatto danni enormi non solo riguardo al ponte Morandi ma riguardo alla gestione delle nostre autostrade», che erano diventate «una macchina per fare i soldi». Infine, ancora su twitter, annuncia: M5S solo contro tutti, la battaglia va avanti. «Fin da quel drammatico 14 agosto di due anni fa abbiamo lavorato per ridare dignità alle vittime, ai loro familiari e per far rinascere Genova - scrive -. Noi soli, contro tutti. Andiamo avanti, la strada è quella giusta. Ora c'è da combattere la battaglia più importante».

Del resto il partito fondato da Beppe Grillo ha fatto della vicenda una sua bandiera, dalle primissime ore, dunque non suonano come una sorpresa parole così ferme.

Di Maio: mantenere promessa Benetton fuori

Toni analoghi emergono nelle parole del ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio. La questione della gestione del ponte di Genova - sottolinea in un post su facebook - va «subito risolta», «non voglio esprimere sentenze, né alimentare scontri, non ce n’è bisogno in questo momento», ma bisogna «mantenere le promesse fatte». «Alle famiglie delle vittime - scrive ancora Di Maio - avevamo promesso due cose: che il ponte non lo avrebbero costruito i Benetton, ma un’azienda di Stato. Infatti lo hanno costruito Fincantieri con Webuild. E che i Benetton non avrebbero più gestito le autostrade. Tantomeno il ponte. Entrambe queste promesse ora vanno mantenute. La politica senta dentro di sé il peso di queste due promesse. E passi ai fatti».

La lettera della ministra De Micheli che assegna la gestione del Ponte di Genova ad Aspi

Conte: situazione paradossale, va chiuso il dossier

Ed è tale la fibrillazione per l’accaduto che, da Madrid, il premier Conte fa sentire la sua voce sul punto. «Sono stato molto chiaro, ho detto che questo dossier va chiuso. Io ho già detto ai ministri più direttamente competenti che mi aspetto di chiudere ad horas o comunque a fine settimana. Dobbiamo evitare una situazione paradossale, dobbiamo chiarire questo passaggio».

In pressing va anche il Guardasigilli Alfonso Bonafede. «Sulla concessione delle autostrade il governo ha lavorato senza sosta. Dopo aver raggiunto un risultato importantissimo, con il nuovo ponte Morandi costruito in meno di due anni, adesso è arrivato il momento di decidere, possibilmente entro questa settimana», ha insistito il ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S in un giro di telefonate fatte stamani.

Marcucci: governo decida, populisti sempre contro

«Le decisioni vanno prese, le soluzioni non vanno fatte decantare troppo a lungo, il Governo decida a chi affidare la gestione delle tratte autostradali. I populisti, invece, passeranno da un tema a un altro tema, statene certi, non cercano la soluzione dei problemi, la loro attività prevalente è soffiare sul fuoco. E far sapere a tutto il mondo che loro comunque sono contrari, sono fermamente contrari. A prescindere». Così il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci conclude un post su Facebook, a proposito della gestione del nuovo ponte di Genova di cui aggiunge una foto illuminata con i colori della bandiera italiana. «I populisti a voce sono per le soluzioni facili ed impossibili, si sa - è la premessa del suo post - Intanto non sono mai loro a pagarne le conseguenze. Qualsiasi cosa succeda o venga deciso, ci si può giurare, loro sono contrari, fermamente contrari. Guardate il caso di Genova. Viene ricostruito un ponte in tempi record, é un vanto nazionale, orgoglio dei liguri e di tutti gli italiani. Tutti sanno, dal presidente della Regione Liguria Toti, a Salvini e anche a molti esponenti del M5S, che per riavviare il traffico sul nuovo ponte, la gestione deve essere affidata agli stessi gestori delle autostrade. Tutti lo sanno, eppure oggi tutti si scagliano contro una decisione scontata. Una decisione persino ovvia».

Ponte Genova, De Micheli: “Va ad Aspi, ho firmato io lettera a commissario Bucci”

Salvini: ok ad Autostrade? 5S ridicoli e bugiardi

«Confermata la concessione ad Autostrade? Cosa non si fa per salvare la poltrona, 5 Stelle ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso: #colpadisalvini anche questo???» attacca in un tweet il leader della Lega Matteo Salvini che coglie l’occasione per polemizzare a tutto campo. «Quindici chilometri di coda in A7, ennesima giornata da incubo per Genova e per tutta la Liguria, mentre Pd e 5 Stelle fanno i capricci e litigano su Autostrade, sulla gestione del nuovo ponte e tengono bloccata la Gronda. Incapaci al potere».

Toti: due anni di latrati ma ancora concessione

Sulla vicenda si registra anche l’affondo dal governatore ligure Giovanni Toti. «Due anni di latrati, ringhiare, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall’inizio, cioè il fatto che la concessione autostradale è ancora lì, gli investimenti non sono stati fatti, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui del governo».

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