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Una leggenda viva da duemila e più anni. Con un nome, Artaban. E' la leggenda, o la storia, del “quarto re”. Già perché a rendere omaggio a Gesù appena nato non erano in tre – come è scolpito nella tradizione – ma quattro. E Artaban racchiude in qualche modo un paradosso temporale tanto semplice quanto efficace: a volte essere in ritardo è l'unico modo per arrivare puntuali all'appuntamento che conta più di ogni altro. Insomma, una metafora dell'uomo contemporaneo. A raccontare in forma di romanzo questa storia è Per un'altra strada (Paoline, pagine 222, euro 16,00), bel libro di Mimmo Muolo, giornalista di Avvenire, vaticanista di vasta esperienza, con alle spalle già diverse pubblicazioni, tra cui I Soldi della Chiesa (2019).
In qualche modo – come ha anche scritto il suo giornale, Avvenire – «la lezione di Artaban assume un sapere particolare in un anno durante il quale la pandemia ha stravolto le agende, costringendoci a rivedere le priorità». Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, recano i doni noti in tutte le raffigurazioni pittoriche e nei presepi domestici, ma è il ritardatario che da Babilonia aveva con sé quelli di maggior valore, pietre preziose. Una storia, questa, che come ricorda l'Osservatore Romano aveva ispirato a fine Ottocento il pastore presbiteriano Henry van Dyke e più recentemente lo scrittore francese Michel Tournier. Nel secolo scorso, persino Pasolini si era innamorato da regista di questo personaggio così moderno, sognando di affidarlo al volto scavato e intenso di Eduardo De Filippo. Dalla sua idea non realizzata Sergio Citti trasse nel 1996 il soggetto del film I magi randagi.
Una storia, quella raccontata da Muolo, che abilmente si trasforma in metafora di chi durante il viaggio perde la sua guida, in questo caso la stella, e rischia di non trovare più Dio. Arriva tardi a Betlemme, quando la famiglia è già emigrata forzatamente in Egitto, e da quel momento inizia una rincorsa contro il tempo. La metafora della condizione di oggi è costante, un viaggio che si confronta con i drammi e le tragedie del nostro presente: incontra migranti disperati, vittime di tratta, perseguitati, oltre a personaggi evangelici rivisitati per l'occasione.
Il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, intervenuto alla presentazione del libro nelle scorse settimane, ha detto che la storia di Artaban è «un crocevia nel quale confluiscono rivoli di molteplici saperi, da quello storico a quello biblico, da quello teologico a quello filosofico, che trasformano il testo in un vero e proprio romanzo di formazione». Parolin sottolinea che vi sono contenute le domande cruciali che in ogni tempo abitano il cuore dell'uomo e della donna: riguardano l'esistenza di Dio, il senso della morte del Messia, la nascita da una Vergine, il dramma del dolore dell'uomo.
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