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La leggenda del “quarto magio”, e l'uomo di oggi

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Libro “Per un'altra strada” (ed. Paoline) del giornalista Mimmo Muolo sulla storia di Artaban. Parolin: “Un crocevia di molteplici saperi”

14 gennaio 2021
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2' di lettura

Una leggenda viva da duemila e più anni. Con un nome, Artaban. E' la leggenda, o la storia, del “quarto re”. Già perché a rendere omaggio a Gesù appena nato non erano in tre – come è scolpito nella tradizione – ma quattro. E Artaban racchiude in qualche modo un paradosso temporale tanto semplice quanto efficace: a volte essere in ritardo è l'unico modo per arrivare puntuali all'appuntamento che conta più di ogni altro. Insomma, una metafora dell'uomo contemporaneo. A raccontare in forma di romanzo questa storia è Per un'altra strada (Paoline, pagine 222, euro 16,00), bel libro di Mimmo Muolo, giornalista di Avvenire, vaticanista di vasta esperienza, con alle spalle già diverse pubblicazioni, tra cui I Soldi della Chiesa (2019).

I suoi doni i più preziosi, ma arriva tardi a Betlemme

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In qualche modo – come ha anche scritto il suo giornale, Avvenire – «la lezione di Artaban assume un sapere particolare in un anno durante il quale la pandemia ha stravolto le agende, costringendoci a rivedere le priorità». Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, recano i doni noti in tutte le raffigurazioni pittoriche e nei presepi domestici, ma è il ritardatario che da Babilonia aveva con sé quelli di maggior valore, pietre preziose. Una storia, questa, che come ricorda l'Osservatore Romano aveva ispirato a fine Ottocento il pastore presbiteriano Henry van Dyke e più recentemente lo scrittore francese Michel Tournier. Nel secolo scorso, persino Pasolini si era innamorato da regista di questo personaggio così moderno, sognando di affidarlo al volto scavato e intenso di Eduardo De Filippo. Dalla sua idea non realizzata Sergio Citti trasse nel 1996 il soggetto del film I magi randagi.

La metafora dell'uomo contemporaneo.

Una storia, quella raccontata da Muolo, che abilmente si trasforma in metafora di chi durante il viaggio perde la sua guida, in questo caso la stella, e rischia di non trovare più Dio. Arriva tardi a Betlemme, quando la famiglia è già emigrata forzatamente in Egitto, e da quel momento inizia una rincorsa contro il tempo. La metafora della condizione di oggi è costante, un viaggio che si confronta con i drammi e le tragedie del nostro presente: incontra migranti disperati, vittime di tratta, perseguitati, oltre a personaggi evangelici rivisitati per l'occasione.

Parolin: qui le domande di ogni tempo

Il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, intervenuto alla presentazione del libro nelle scorse settimane, ha detto che la storia di Artaban è «un crocevia nel quale confluiscono rivoli di molteplici saperi, da quello storico a quello biblico, da quello teologico a quello filosofico, che trasformano il testo in un vero e proprio romanzo di formazione». Parolin sottolinea che vi sono contenute le domande cruciali che in ogni tempo abitano il cuore dell'uomo e della donna: riguardano l'esistenza di Dio, il senso della morte del Messia, la nascita da una Vergine, il dramma del dolore dell'uomo.

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