di Davide Madeddu
Crisi aziendali in calo, autunno parte con 120 tavoli
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Dall’acciaio all’alluminio passando per gli elettrodomestici e le pellicole trasparenti, senza poi dimenticare i trasporti e l’alimentare. È un pacchetto di 120 vertenze, relative a situazioni di crisi quello che a settembre dovrà essere affrontato sui tavoli del ministero dello Sviluppo economico. Partite al cui esito è legato anche il futuro di circa 160mila posti di lavoro. I nomi più noti sono quelli di Embraco, ex Ilva, Air Italy, Alitalia, Betafence, Whirlpool, Embraco, Yokohama ma anche Sider Alloys ed ex Alcoa.
Ma nell’elenco ci sono altre attività imprenditoriali impegnate nei diversi settori che vanno dall’automotive all’elettronica e altri pezzi del sistema manifatturiero. Numeri importanti che segnano una contrazione rispetto allo scorso anno. A settembre, infatti, le vertenze da affrontare saranno quaranta in meno rispetto allo scorso anno. Nella partita anche l’esame di qualche caso «chiuso positivamente». Per il fronte della metallurgia (dei metalli non ferrosi) a settembre riprende la discussione che affronterà il caso Sider Alloys, ossia l’azienda che ha rilevato lo stabilimento di alluminio primario a Portovesme in Sardegna e che punta alla produzione entro un anno e mezzo. Un punto di partenza (in una vertenza che va avanti dal 2012), come rimarca Alessandra Todde, sottosegretaria allo Sviluppo economico con delega alle vertenze, «perché senza quello non c’era possibilità di ripartire».
L0elenco dei nodi da sciogliere a settembre però è lungo e unisce piccole realtà con casi più importanti. Come l’ex Ilva che dovrà essere affrontata in «un sistema complessivo» perché «non si può pensare senza un piano nazionale per la siderurgia dove sono presenti anche gli altri». Sistema che tenga conto di «Piombino, Terni ma anche Federacciai e dei produttori». O Alitalia e Air Italy. Ma tra i nodi più significativi anche la vertenza che riguarda i lavoratori Embraco. Poi il caso Whirlpool. La discussione è ancora in corso e si cercano soluzioni per salvaguardare «personale e e competenze».
Sul tavolo delle vertenze anche quelle che riguardano le crisi scoppiate durante l’emergenza Covid come il caso della Betafence di Tortoreto (Teramo), e Yokohama di Ortona (Chieti). Nell’elenco poi anche la vertenza Jabil (si lavora per proseguire il monitoraggio sul percorso di ricollocazione), poi la Bekaert di Figline Valdarno e la Treofan (per il sito produttivo di Terni). La strada da seguire, come argomenta la sottosegretaria, è quella di un ragionamento che riguarda «la filiera», e quindi l’intero sistema produttivo. Strade già seguite con due casi che vengono considerati vincenti: quello della Pernigotti («Si è capita l’importanza della produzione Made in Italy e il suo valore») e quello della moda lusso che riguarda Corneliani.
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