Visco: "La crisi da covid fara' vittime anche fra le banche nel mondo"
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«In Italia il ritorno alla crescita nel terzo trimestre è stato ben più marcato di quanto avevamo previsto in luglio» e il dato Istat diffuso stamani che indica un rimbalzo del 16,1% «è di 2-3 punti più alto del previsto»: «la ripresa dell’epidemia minaccia tuttavia di incidere sui risultati conseguiti». A dirlo il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo discorso alla Giornata del Risparmio.
«Laddove nelle prossime settimane si dovesse ricorrere a misure più drastiche di contenimento dell’epidemia» sottolinea il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri «la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata».
Le banche italiane, ha detto Visco, visto il perdurare della crisi Covid è necessario che nei prossimi mesi «esercitino al meglio quella che è l’essenza dell'attività bancaria: sostenere i progetti imprenditoriali meritevoli, riconoscere senza indugio le perdite derivanti da esposizioni per cui si prevede un'elevata probabilità di insolvenza, ristrutturare i prestiti dei debitori in situazione di difficoltà». Inoltre Visco nell'analisi aggiunge che alla crescita ha contribuito il netto recupero dell’industria, dove la produzione si è riportata, in agosto, sui volumi precedenti l'inizio dell'epidemia; sembra perdurare invece la debolezza nei servizi, nonostante la positiva dinamica, nell'estate, della spesa per le vacanze, prevalentemente diorigine interna.
Per Visco «il rischio che la propensione al risparmio rimanga su livelli elevati anche nei prossimi trimestri, frenando la ripresa, appare concreto. La volontà di risparmiare appare diffusa anche tra i nuclei che non si attendono cali del proprio reddito», afferma aggiungendo che questa propensione al risparmio, da punto di forza dell'economia italiana,puo' trasformarsi in un rischio: «In una fase come quella attuale, dominata dall'incertezza e dalla debolezza della congiuntura l'aumento della propensione al risparmio, se non si accompagna a un'adeguata ripresa degli investimenti e dell'attività produttiva, può causare una diminuzione della domanda aggregata e dei redditi, alimentando, a sua volta, una ulteriore crescita delle intenzioni di risparmio per motivi precauzionali e innescando, così, un circolo vizioso».
La gravità della crisi richiede di mantenere la tutela dei lavoratori “fino a quando necessario. Se occorre evitare di ostacolare la riallocazione dei lavoratori tra imprese e settori, la gravità della crisi richiede di continuare a offrire loro adeguata protezione fino a quando necessario; al tempo stesso, il sistema degli ammortizzatori sociali può essere rivisto per accrescerne la copertura, la semplicità di accesso e l'equità». Secondo Visco, «in prospettiva, nella misura in cui le condizioni macroeconomiche lo consentiranno, gli interventi straordinari a difesa delle posizioni lavorative potranno essere progressivamente ridotti e circoscritti ai comparti più colpiti dalla crisi, tenendo anche conto delle esigenze per le imprese più sane di poter riorganizzare la propria attività in risposta al mutamento delle prospettive socio-economiche».
«Il debito pubblico è sostenibile, ma la sua permanenza su livelli elevati ci lascia esposti ai rischi, e ai costi, derivanti da tensioni sui mercati finanziari o da nuovi shock economici» ha detto Visco: «Il conseguimento dell'obiettivo indicato dal Governo presuppone l'utilizzo efficace dei fondi presi a prestito per far fronte alla crisi, nonché di quelli messi a disposizione dai programmi europei.La crisi in corso ha mostrato come, specialmente in presenza di elevati livelli di leva finanziaria e di una pronunciata attività di trasformazione delle scadenze, nell'industria dei fondi comuni possano sorgere rischi potenzialmente sistemici».
Da parte sua il ministro Gualtieri ha spiegato che «laddove nelle prossime settimane si dovesse ricorrere a misure più drastiche di contenimento dell’epidemia, partiremmo comunque da una posizione di comprovata solidità e avendo nettamente migliorato la nostra capacità e prontezza di risposta all'emergenza sanitaria ed economica. La crescita del Pil nel 2021 potrebbe risultare inferiore a quanto previsto nel quadro programmatico della Nadef (6 per cento), ma la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata».
Inoltre, «l’entità dell’aumento del Pil nel terzo trimestre è tale che la previsione annuale pubblicata nella Nadef resterà valida anche nell'eventualità che nel quarto trimestre si verifichi una flessione dell'attività economica dovuta alle misure restrittive annunciate domenica scorsa dal Governo e all'impatto sui consumi della diffusione della pandemia».
La politica di bilancio ha assicurato il ministro, «resterà espansiva. Se serve faremo di più».
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