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Nel mirino gli investimenti della turca Yilport

di Domenico Palmiotti

A fine anno la verifica sull’attuazione dei piani da parte del concessionario

16 ottobre 2020
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2' di lettura

Il porto di Taranto rinvia al 2021 le aspettative di ripresa. Sebbene quest'anno siano state inaugurate due nuove infrastrutture (l'ampliamento del quarto sporgente a febbraio e la testata del molo San Cataldo a settembre) e a luglio sia ripartito, dopo cinque anni di inattività, il terminal container con i turchi di Yilport, la situazione resta difficile. Si avverte l'impatto del Covid ma anche l'incertezza che avvolge sia il mercato dell'acciaio che ArcelorMittal, essendo il siderurgico, insieme alla raffineria Eni, un grande utilizzatore del porto. «I primi sei mesi sono stati negativi», dice Sergio Prete, presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, porto di Taranto. Dai 20,433 milioni di tonnellate del 2018 si era già scesi a 18,125 milioni del 2019: -11,3 %. «Per una valutazione del 2020 - spiega Prete - dovremo attendere. Tutto dipenderà dalla ripresa del siderurgico. Oltre al calo dei traffici, inevitabile per il Covid , c'è stata anche la cancellazione della stagione croceristica su cui avevamo puntato con 12 scali». Ora è in arrivo una terza inaugurazione: la darsena ad ovest del quarto sporgente. Ma intanto la piastra logistica non sta ancora funzionando perché, afferma Prete, «collegata all'ultimazione di tutti i lavori del progetto piastra logistica, tra cui la vasca di colmata». Opera completata, ma è in corso un consolidamento. Attendiamo una revisione del piano economico-finanziario da parte della società che, con una concessione trentennale, dovrebbe gestire la piastra». Sono stati intanto consegnati da Rete Ferroviaria Italiana i lavori per il potenziamento delle stazioni di Cagioni e Bellavista che consentiranno al porto e al retroporto di avere un maggiore numero di treni e allestire convogli da 750 metri, standard europeo. Invece per il collegamento tra la piastra logistica e la ferrovia, i lavori erano stati consegnati, ma RFI ha poi risolto il contratto, rifatto il progetto esecutivo e ora sta pubblicando il nuovo bando di gara. I due interventi termineranno a fine 2021. Per il traffico container con Yilport, «c'è stato un chiarimento – dice Prete –. Le cose stanno andando molto meglio. Ha dato una forte accelerazione sulla riqualificazione del terminal e sul revamping delle gru». Ma per Giancarlo Turi, segretario Uil, «Yilport sta rivedendo al ribasso traffico e occupati. Questo ci preoccupa fortemente. Sinora hanno assunto solo 54 addetti dal bacino TCT, precedente concessionario, che è di 500 persone. Questo vuol dire che i tempi di ricollocazione della manodopera si allungano molto e a giugno 2021 scade anche la copertura dell'Agenzia per il lavoro portuale». «Yilport - sostiene Prete - non ha ribassato le stime occupazionali. Il piano originario di assunzioni è stato mantenuto. Yilport ha rivisto i volumi di traffico. In 5 anni dovrà arrivare ad un milione di teus. Nessuno può dire che il Covid non ha impattato, ma la concessione prevede una verifica. Terminato l'anno, si accerterà quanto è stato fatto rispetto alla concessione».

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