di Giovanni Gasparini
Phillipps
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Il calendario oramai stravolto dal Covid e l'assenza di Art Basel Miami hanno spinto le tre principali case d'asta a predisporre cataloghi ridotti e variegati, ma con banditore in presenza, poiché i limiti delle aste solamente online sono oramai chiari a tutti.
La quasi totale assenza di un pubblico in sala, tuttavia, rende indifferente la location da cui parla il banditore, l'importante è trovare una fuso orario che vada bene per i clienti americani e asiatici, concetto pienamente sfruttato dalla prima asta di dicembre, quella proposta da Christie's esplicitamente a cavallo fra Hong Kong e New York il 2 dicembre.
Phillips ha, invece, optato per due cataloghi serali distinti, il primo il 3 dicembre a Hong Kong e il secondo il 7 dicembre a New York, mentre Sotheby's ha risposto con una vendita in tono minore il giorno successivo.
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Per chiarezza espositiva ne parleremo separatamente ed in ordine cronologico, ma ciò che conta alla fine è il risultato finale, che se da un lato dimostra pur sempre una certa vivacità del mercato dell'arte Contemporanea e del Novecento, sia occidentale che orientale, dall'altro ci indica chiaramente come i tempi bui non siano finiti e l'incertezza spinga i possibili venditori ad attendere che si chiudano i vari capitoli quali la pandemia, le elezioni Usa che si trascinano fino a gennaio (soprattutto per il controllo del Senato, elemento chiave per le politiche fiscali americane), la crisi economica e la sua gestione e, infine, la Brexit. Fino a marzo non sono previsti eventi ed aste di rilievo a Londra: un digiuno di oltre quattro mesi più che giustificato dalle incertezze tipiche di quel mercato.
Antony Gormley, SMALL VEER 2 II, 2018
Ad aprire le danze il 2 dicembre è stata Christie's con l’asta «20th Century: Hong Kong to New York» che ha coinvolto banditori in entrambe le sedi, con un totale di 49 lotti offerti di cui ben 44 hanno trovato una nuova casa, con percentuali di venduto pari al 90% per numero e al 97% per valore, e ricavi per 119,3 milioni di dollari Usa (920 milioni di HK$). La top ten dei realizzi si divide equamente fra lotti proposti nelle due capitali dell'arte mondiale, con tre artisti asiatici noti per avere sviluppato una base collezionistica mondiale quali Yoshimoto Nara con un lavoro del 2009 “Agent Orange” garantito da parte terza passato di mano a 66 milioni di HK$ (pari a 8,5 milioni di US$), Yayoi Kusama con una tipica tela «A-pumpkin-spw» del 2014 raffigurante la solita zucca composta di puntini gialli e neri, riconoscibilissima e di grandi dimensioni, che ha raddoppiato agevolmente la stima alta fermandosi a 38,6 milioni di HK$ (5 milioni di US$) ed un classico lavoro informale di Zao Wou-Ki “27.01.86” che ha faticato a raggiungere la stima bassa di 35 milioni di HK$ con le commissioni (pari a 4,5 milioni di US$). Oltre ai due artisti giapponesi si è affermata Dana Schutz con una movimentata composizione del 2017 di grande formato “Elevator” che ha triplicato la stima a 50 milioni di HK$. Ben tre i lavori di Andy Warhol aggiudicati, entrambi sotto la stima bassa prima dell'aggiunta delle commissioni: un “Dollar Sign” a sfondo rosa di grande formato del 1981 a Hong Kong per 50,6 milioni di HK$, pari a 6,5 milioni di $; una classica “Small Campbell's Soup Can” di piccolo formato (50 x 40 cm) ma del 1962, anno importantissimo per il re del Pop, che ha raggiunto 6 milioni di US$ e, infine, “Bald Eagle”, l'aquila simbolo del potere americano, opera del 1983 di un metro e mezzo di lato su campo rosso, che è passata di mano a 4,3 milioni da una stima bassa di 4 milioni di US$. Ma il prezzo record, in assenza di opere che superino la soglia dei dieci milioni di dollari, va sorprendentemente ad una intrigante figura femminile dai capelli rossi e vestito a lutto di Henri De Toulouse-Lautrec “Pierreuse” del 1889 che ha triplicato la stima bassa fermandosi a 9 milioni di $, grazie anche alla provenienza dalla collezione di Henry Ford II. Degna di nota la presenza assai ridotta di garanzie, fattore che rende questi risultati importanti per la verifica della salute del mercato.
Christie's ha battuto in precedenza nella stessa serata del 2 dicembre un secondo catalogo di «Modern and Contemporary Art» più orientato al mercato asiatico, con un ricavo di 845 milioni di HK$ e risultati record per due artisti importanti come il pittore tradizionalista Sanyu, deceduto nel 1966, con una composizione raffigurante animali passata di mano a 138 milioni di HK$ e Zhang Xiaogang con una famiglia della serie “blood line” che ha sfiorato i 100 milioni di HK$. Sono stati ben quattro i risultati milionari per Zao Wou-Ki, con composizioni informali aggiudicate per un totale di 210 milioni di HK$. Il giorno seguente 3 dicembre a New York la casa d'aste ha proposto un nutrito catalogo giornaliero che includeva la collezione di Morton e Barbara Mandel, grazie alla quale sono stati complessivamente realizzati quasi 50 milioni di US$, mentre l'asta giornaliera di Impressionisti e Moderni ha portato altri 10 milioni di US$ ed una dedicata alle sculture di animali 8,2 milioni di US$. Dall’altra parte dell’Oceano a Parigi il 5 dicembre l’asta di arte postwar e contemporanea totalizzava 13.121.500 € con uno scuro Pierre Soulages come top lot da 956.000 €, entro le stime.
Tracey Emin, Saturated in Your Love, 2020
l 3 dicembre è stata anche la volta di Phillips a Hong Kong, con un catalogo serale seguito da uno giornaliero che hanno realizzato rispettivamente 50 e 15,5 milioni di dollari Usa. L'asta nasce da una collaborazione con la casa d'aste cinese Poly che prendeva rilanci dalla sede a Pechino. Il catalogo serale di 31 lotti ha visto 29 venduti per un totale di 388 milioni di HK$, guidati dal secondo prezzo di sempre per un lavoro del giapponese Yoshimoto Nara, che con “Hothouse Doll' del 1995 ha raddoppiato la stima bassa a 103 milioni di HK$, pari a 13,3 milioni di US$, e dal record per il giovane canadese scomparso a 35 anni nel 2019 Matthew Wong con il dipinto “River at Dusk' del 2018 che ha quintuplicato la stima bassa quasi a 4,9 milioni di US$. Ma il colpo grosso per la casa ‘eterna terza' fra i due giganti Christie's e Sotheby's, è stato il record della serata americana del 7 dicembre a New York, con un realizzo totale di 134,6 milioni di US$, il miglior risultato di sempre per la casa d'aste nella città americana e il più elevato di tutti per questa tornata d'asta. Ben 31 dei 35 lotti proposti (con tre ritirati prima dell'asta) sono andati venduti per una percentuale di successo del 89% per numero e per valore, con ben quattro realizzi oltre la soglia dei dieci milioni di dollari, a cominciare dal lotto più importante che vale da solo il 30% del fatturato: un vivacissimo paesaggio di grandi dimensioni dipinto da David Hockney nel 1980 “Nichols Canyon”, che si è fermato a 41 milioni di $ (stima a richiesta), ben oltre i prezzi realizzati dai paesaggi del maestro del Pop inglese trapiantato per lunghi anni negli Stati Uniti. Una composizione astratta di Clyfford Styll del 1964 dai toni rossi su una grande tela verticale di quasi 3 metri per 2 ha raggiunto i 18,4 milioni di $ da una stima a richiesta, mentre la maestra dell'astrattismo Joan Mitchell si è fermata a 11,3 milioni da una stima di 10-15 milioni di $ con una composizione dai toni bianchi e grigi, probabilmente aggiudicata al garante di parte terza, mentre una seconda composizione del 1979, un colorato dittico non garantito, è rimasto invenduto da una stima di 9-12 milioni di $. Diversamente da Christie's il catalogo di Phillips era costellato da lotti garantiti, ben 14 (oltre un terzo per numero e ben oltre per valore), fra cui anche i primi due realizzi e il lavoro di Basquiat del 1982 dedicato ad A.A.King che sembrerebbe anch'esso finito al garante per 11,5 milioni da una stima sempre di 10-15 milioni di $. Non ha avuto, invece, bisogno di alcuna garanzia il nuovo prezzo record di Amy Sherald, giovane pittrice afroamericana, con una grande tavola a fondo azzurro su cui campeggiano due donne nere nei loro costumi da bagno colorati, “The Bathers” del 2015, che ha stracciato la stima di 150-200mila $ e il precedente record di 350mila $ per sfiorare 4,3 milioni di dollari. Il lavoro e l'autrice incarnano alla perfezione una certa moda identitaria che sembra al momento prevalere in ambito istituzionale americano e che si traduce in marketing e sul mercato in spinte speculative che solo il tempo saprà dirci quanto effettivamente giustificate. Sintomo, invece, di un collezionismo americano tradizionalista e di tuttaltro segno politico, il lavoro dell'artista-illustratore del secolo scorso Norman Rockwell, tuttora apprezzato e con ben due lotti in catalogo, di cui uno “The Peephole” a tema sportivo aggiudicato oltre le stime a 2 milioni di $ e uno a tema tradizional-religioso “An Audience of One” rimasto invenduto da una stima di 2,5-3,5 milioni di $.
Georg Baselitz, Gestern und heute, 2020
Il già ridotto catalogo di 30 lotti predisposto da Sotheby's per la sera del 8 dicembre ha subito una riduzione di ben cinque lotti prima dell'avvio dell'asta, sintomo forse di aspettative di vendita assai ridotte per gli stessi. E cosi dei 25 lotti rimasti due non hanno trovato compratori, fra cui un lavoro su carta di Gino Severini e uno dei due bronzi di Rembrandt Bugatti proposti, mentre due lotti hanno superato la soglia dei dieci milioni, portando il realizzo totale a 63,3 milioni di dollari. Rispetto ai cataloghi dei concorrenti Sotheby's si è concentrata sui grandi nomi del XIX secolo e della prima metà del XX secolo: a guidare l'asta una tarda figura femminile di Picasso del 1962 che è passata di mano a 11,2 milioni di $, verso la stima alta di 8-12 milioni, garantita direttamente dalla casa d'aste, seguita da una classica veduta di Claude Monet del 1894, una delle sette della Cattedrale di Vernon, messa in vendita dal Museo di Brooklyn e finita probabilmente al garante di parte terza per 4,7 milioni di $ da una stima di 4-6 milioni. Un grigio paesaggio olandese di Van Gogh del 1882, privo del suo caratteristico tratto che svilupperà solo cinque anni dopo, è finito alla stima bassa a 2,5 milioni con le commissioni, partendo da una stima di 2-3 milioni garantita da una parte terza. Ha reso inutile, invece, la garanzia posta sul lotto uno spettacolare ‘mobile' di Calder, ‘Mariposa' del 1951 di oltre 3 metri di lunghezza, che ha terminato una lunga serie di rilanci a oltre 18 milioni di $ da una stima di 6-8 milioni. Fra le opere più recenti in catalogo spicca il risultato per una tela dell'afroamericano Barkley Hendrick del 1972 raffigurante un giocatore di baseball di colore, ritratto quasi fotorealistico che partiva da una stima di 2-3 milioni difesa da una garanzia di parte terza, rivelatasi inutile quando il lotto ha raddoppiato la stima bassa a 4 milioni di $, un tributo del mercato all'artista prematuramente morto nel 2017 e più recentemente ‘riscoperto'. Non poteva mancare una tela del giovane suicida canadese Matthew Wong, la cui tela “Pink Wave” del 2017 come atteso ha frantumato la stima di 300-400mila $ per fermarsi a 2,3 milioni di $. È vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza.. o forse basterà una nuova ‘scoperta' fra un anno o due per andare oltre. Ben 12 le garanzie in catalogo, di cui tre dirette della casa d'aste e le rimanenti coperte da parti terze, fra cui praticamente tutti i lotti importanti, sintomo di una chiara difficoltà a reperire materiale di qualità.
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