di Claudio Tucci
Bici e parchi, ultimo giorno scuola in tempi Covid
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Via libera, ufficiale, alla stabilizzazione di altri 4.500 docenti sui posti liberati dai pensionamenti di “Quota 10o”. Dopo l’ok del ministero dell’Economia, approda in Gazzetta ufficiale (la n. 147 dell’11 giugno, serie generale) il Dpr che autorizza il ministero dell’Istruzione ad assumere a tempo indeterminato 4.500 unità di personale docente, con decorrenza giuridica dal primo settembre 2019 e decorrenza economica dall’anno scolastico 2020/2021.
La questione si trascina da un pò di mesi. E mostra tutti i limiti dell’attuale sistema di reclutamento, basato 50% da Gae e 50% da concorsi, se non decolla proprio questo secondo canale, vale a dire le selezioni. Lo scorso settembre, dagli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, su 53.627 unità di personale docente per il quale sono state autorizzate le assunzioni risultano essere state disposte 34.559 nomine in ruolo, un pò più della metà, residuando quindi 19.068 posti vacanti e disponibili per l'anno scolastico 2019/2020. L’Istruzione ha poi chiesto al Mef di assumere, in corso d’anno, 6.540 docenti, viste le nuove disponibilità riscontrate dai pensionamenti con “Quota 100”. Il Tesoro ha dato l’ok solo a 4.500 posti.
Ebbene, così si è arrivati al Dpr ieri, 11 giugno, in Gazzetta ufficiale che formalizza la stabilizzazione di 4.500 insegnanti precari sui posti che si sono liberati lo scorso anno a seguito dei pensionamenti della cosiddetta “Quota 100”, con decorrenza giuridica dal primo settembre 2019 e decorrenza economica dall’anno scolastico 2020/2021. Per le assunzioni si attingerà dalle Gae e dalle graduatorie dei vecchi concorsi ancora vigenti. Il fatto che da 6.540 cattedre si sia scesi a 4.500 ha segnato un campanello d’allarme riconosciuto dalla stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a cui va il merito di aver portato a casa la partita: «Avevamo 6.500 posti a disposizione, abbiamo potuto assegnarne solo 4.500 perché non c’erano abbastanza profili da assumere dalle graduatorie in corso di validità - ha spiegato la ministra - Un dato che dimostra che abbiamo bisogno di fare nuovi concorsi per avere nuove graduatorie da cui attingere, soprattutto nella scuola secondaria».
Claudio Tucci
Redattore
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