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Nuovo piano Ue sui migranti, Lamorgese: «Non basta, serve di più»

di An.C.

Migranti, Commissione Ue propone "solidarietà flessibile"

L’Italia chiede più certezza su rimpatri e redistribuzione. Via libera del Viminale alla nave Alan Kurdi per sbarcare in Sardegna. Salvini: «Francia protesta e il Governo si piega»

24 settembre 2020
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3' di lettura

Il passo in avanti rispetto al penalizzante (per l’Italia) sistema di Dublino c’è ma si può e si deve fare di più. A mettere in evidenza il fatto che le nuove regole delineate dalla Commissione europea in materia di gestione dei flussi migratori sono lontane da quella riforma sostanziale del regolamento di Dublino, che scarica gran parte del peso dell’accoglienza sulle spalle dei paesi di primo approdo, era stato già il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a poche ore dalla presentazione del piano da parte del vicepresidente della Commissione ue Margaritis Schinas e dalla commissaria Ue, Ylva Johansson.

Per Conte quel nuovo Patto su asilo e migrazione, che non prevede un obbligo di ricollocamento ma propone una clausola di solidarietà in base alla quale chi rifiuta di accogliere i rifugiati dovrà farsi carico dei rimpatri degli altri, è un bicchiere ancora in gran parte da riempire. «Il Patto sulla Migrazione è un importante passo verso una politica migratoria davvero europea.Ora - ha sottolineato il capo del Governo - il Consiglio Ue coniughi solidarietà e responsabilità. Serve certezza su rimpatri e redistribuzione: i Paesi di arrivo non possono gestire da soli i flussi a nome dell'Europa».

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Lamorgese: Patto Ue non basta, serve di più

La posizione è stata ribadita nelle ultime ore dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Intervenuta in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, la responsabile del Viminale in merito alle procedure di rimpatrio europee previste dal nuovo Patto ha confidato: «Non so che fino a che punto queste possano essere effettivamente efficaci: perché le ipotesi di dare responsabilità di rimpatrio agli Stati membri diversi da quelli di sbarco mi sembrano difficilmente coniugabili con l'efficienza e la rapidità. Vorrei capire quali sono gli aspetti di ordine pratico e giuridico». «Da una prima analisi (del nuovo piano europeo, ndr) - ha poi aggiunto - ci sembra di cogliere da un lato elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli anni scorsi, ma non c'è quel netto superamento degli accordi di Dublino e che rimetterebbe sul tavolo le trattative», previste ad ottobre, «con i ministri dell'Interno d'Europa per una strategia complessiva dell'Ue».

«Superare le responsabilità dello Stato in ingresso»

Per questo, ha concluso Lamorgese, «chiederemo il superamento completo dall'attuale sistema che ruota intorno alla responsabilità dello Stato in ingresso e che non può essere gravato da oneri difficilmente sopportabili».

Viminale autorizza sbarco in Sardegna per Alan Kurdi

Intanto sul tema migranti torna a montare la polemica politica. Il Viminale ha autorizzato la Alan Kurdi con a bordo 125 migranti a sbarcare in Sardegna. La decisione è stata presa in seguito alla richiesta della nave di Sea Eye di potersi avvicinare alle coste nella rada di Arbatax, per il peggioramento delle condizioni meteo. Contestualmente all'autorizzazione - è stato messo in evidenza dal ministero - è stata avviata la procedura europea di ricollocamento e l'80% dei migranti soccorsi verrà trasferito in altri Paesi europei.

Salvini: Francia protesta e il governo si piega

«Roba da matti! - è il commento del leader della Lega Matteo Salvini su twitter -. La nave Ong tedesca Alan Kurdi, con 125 immigrati clandestini a bordo, era diretta a Marsiglia. La Francia protesta e fa la voce grossa, il governo italiano cede subito ed ecco che la nave si ferma in Sardegna (con buona pace di solidarietà europea, ricollocamenti e aiuti nella difesa delle frontiere esterne)....». Nel corso dell’audizione al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, Lamorgese ha spiegato che «la nave Alan Kurdi non è adeguata a sopportare un mare molto mosso e hanno chiesto di entrare ad Arbatax e hanno chiesto rifugio nella rada. Abbiamo dato rifugio e abbiamo sentito anche i Paesi europei - ha aggiunto la ministra -, che hanno dato disponibiltà a prederli tutti tranne 25 che drovrebbero rimanere in Italia. Il porto è chiuso non abbiamo dato il porto, ma se la situazione del mare peggiora verrà data la possibiltà di sbarcare ben sapendo che, pur facendo i 14 giorni di quarantena, verranno immediatamente dislocati altrove. Tutto questo fermo restando che solo in 25 rimarranno sul territorio nazionale».

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