di Marco Valsania
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General Motors si farà banca. La storica casa automobilistica americana, o meglio la sua divisione di servizi finanziari, ha pronta la richiesta presso le autorità federali e statali per ottenere l'autorizzazione a operare come un vero e proprio istituto di credito, con la capacità di rastrellare depositi dai risparmiatori che le consentano di rafforzare e ampliare il raggio d’azione delle attività nei prestiti auto.
General Motors Financial Company potrebbe presentare la domanda già il mese prossimo, stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal. La nuova banca targata Gm sarebbe sotto la supervisione della Federal Deposit Insurance Corporation, per le authority federali, e dello statale Utah Department of Financial Institutions. Formalmente Gm darebbe vita a una “industrial loan company”, una soluzione che le consente di controllare sia asset da azienda commerciale che attività bancarie. La casa madre di una simile industrial loan company è esente da regolamenti e supervisione della Federal Reserve.
Non è la sola azienda americana, oltretutto, a scegliere un simile percorso di ampliamento delle attività verso i servizi bancari con l’obiettivo di dare la caccia a nuova crescita. Recenti domande per dar vita a banche sono state approvate per Square, servizio di pagamenti online, e Nelnet, specializzata nei prestiti per l'istruzione. Altre richieste sono sotto esame. Ma il caso di Gm è particolarmente di alto profilo. In anni recenti colossi quali Walmart avevano rinunciato a causa di resistenze e scetticismo su eccessiva aggressività e rischi.
Per Gm si tratta, in realtà, almeno in parte di un ritorno al passato. Una simile soluzione era stata usata dal gruppo di Detroit per gestire la sua finanziaria Gmac prima della crisi del 2008. Fu un'esperienza che finì decisamente male: il collasso di prestiti e mutui subprime, più fragili, la travolse, comportando un salvataggio pubblico da 17 miliardi e una ristrutturazione che la vide cambiare il nome in Ally Financial ed essere poi ceduta del tutto nel 2013. L’attuale Gm Financial prese le mosse nel 2010 dall'acquisizione della AmeriCredit, specializzata nei prestiti auto, e successivamente delle attività internazionali di Ally.
L'idea, per evitare paralleli con il passato, è adesso di concentrare le operazioni della nuova banca nel rafforzare la concessione di prestiti a concessionari e a consumatori per gli acquisti di veicoli. Grazie alla raccolta di depositi, Gm si assicurerebbe una più efficiente fonte di capitali. Finora la Gm Financial ha invece raccolto risorse attraverso l'emissione di debito. La spinta alla nuova iniziativa arriva dall'espansione ormai messa a segno dalla divisione negli anni post-crisi e vuole metterla a frutto. Nell'ultimo anno ha riportato revenue per 14,5 miliardi, pari al 10,6% del totale del gruppo. Erano solo lo 0,2% nel 2010 e il 4,2% cinque anni or sono. Gli stessi prestiti auto, come altre forme di credito, rischiano tuttavia di peggiorare in qualità con la pandemia e le conseguenti difficoltà economiche.
Tra i nuovi servizi da offrire per attirare capitali, Gm sta anche considerando conti di risparmio e altri prodotti con solidi rendimenti. Abbastanza da fare concorrenza diretta alle banche tradizionali nella caccia a depositi che quest'anno hanno raggiunto livelli record davanti alla cautela per le ripercussioni del coronavirus. L’interrogativo di fondo per il futuro rimane però aperto: la nuova mossa finanziaria potrebbe dare impeto alla società in un clima di crescente concorrenza e innovazione tecnologica. Oppure generare, ancora una volta, maggiori rischi e squilibri.
Marco Valsania
Giornalista
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