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Il big cinese dell’auto elettrica diventa numero uno mondiale delle mascherine

di P.Sol.

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Ansa

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In un mese Byd, partecipata da Buffett, arriva a produrre 5 milioni di dispositivi al giorno. E in Cina non è la sola

16 marzo 2020
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2' di lettura

Il colosso cinese dell'auto elettrica diversifica la sua produzione e in neanche un mese è diventato il maggior produttore mondiale di mascherine protettive, quelle utilizzate in tutto il mondo per contrastare la propagazione del coronavirus.

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Almeno così afferma in un comunicato Byd, il costruttore di vetture elettriche, in cui Warren Buffett ha una partecipazione del 25% e anche Samsung Electronics figura tra gli azionisti, che oggi arriva a sfornare 5 milioni di mascherine e 300mila bottigliette di disinfettante per mani al giorno. È stato il fondatore Wang Chuanfu a guidare un team di 3mila ingegneri per sviluppare da zero un'intera linea di produzione utilizzando per il 90% componenti interni al gruppo.

La Cina stessa è il campione mondiale di produzione di mascherine protettive, la cui domanda è esplosa nel corso dell'ultimo mese sull'onda dell'emergenza sanitaria che dalla regione di Wuhan si è espansa a tutto il mondo. La produzione cinese è quasi triplicata nel corso di febbraio arrivando a un totale di quasi 55 milioni di mascherine prodotti quotidianamente.

Al pari di Byd - acronimo di Build your dream -, a entrare nel settore sono state anche industrie finora concentrate su altri comparti, come il colosso petrolifero Sinopec, il Guangzhou Automobile Group e la conglomerata Foxconn, nota per essere il maggior assemblatore degli iPhone per Apple. Ma anche 3M ha aumentato la propria produzione di dispositivi protettivi per soddisfare la domanda in crescita esponenziale.

Non è ben chiaro come i 5 milioni di mascherine prodotti da Byd si confrontino con il resto dell'industria. D’altra parte la stessa Byd è già abituata alla diversificazione produttiva. Buffett è entrato come azionista dieci anni fa quando il gruppo era specializzato nelle batterie per cellulari, ampliando poi il proprio campo d'azione alle batterie per automobili, alle vetture elettriche, ai treni monorotaia, ai semiconduttori.

Ora, come tanti altri grandi nomi dell'industria nazionale, Byd si è messa alla guida dell'offensiva cinese per contrastare quella che è diventata una pandemia e che rischia di paralizzare l'economia globale. Ma anche con l'intenzione di diversificare la propria attività in un momento in cui il mercato cinese dell'auto elettrica è crollato sotto i colpi della crisi del coronavirus. A febbraio le vendite di automobili sono cadute dell'80% in Cina e quelle delle auto elettriche non sono state da meno, scivolando del 77% a 11mila unità.

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