di Isabella Bufacchi
(REUTERS)
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L’Esma, l’autorità di vigilanza europea per i mercati finanziari , ha annunciato l’avvio di un’indagine per valutare il modo in cui le autorità di vigilanza tedesche BaFin e Frep hanno gestito l’informativa finanziaria di Wirecard, il gigante FinTech con sede in Baviera, specializzato nella fornitura di servizi di pagamento elettronici, che il 25 giugno ha portato i libri in tribunale per fallimento dopo la scoperta di un buco da 1,9 miliardi.
L’investigazione terminerà il 30 ottobre.
L’obiettivo di questa indagine è di ricostituire la fiducia degli investitori. «Un’informativa finanziaria di alta qualità è fondamentale per la fiducia degli investitori nel mercato dei capitali», ha puntualizzato l’Esma in un comunicato diramato oggi.
L’Esma ha deciso di indagare formalmente su BaFin e l’organo di diritto privato Frep, in seguito alla richiesta della Commissione europea che con una missiva del 25 giugno ha invitato l’autorità di vigilanza europea a condurre un’analisi sugli eventi che hanno portato al collasso di Wirecard.
Wirecard, blue chip dell’indice Dax il cui prezzo alla Borsa di Francoforte dal picco di 191 euro toccato nell’agosto 2018 è crollato agli attuali 2,3 euro, non ha pubblicato il bilancio 2019 a causa della mancata certificazione da parte di E&Y per un buco da 1,9 miliardi e un ammanco sui saldi di conti correnti presso due banche filippine, risultati poi “inesistenti”. BaFin e Frep non avrebbero tenuto conto di una serie di denunce sull’opacità del business con triangolazioni oscure in Asia e Medio Oriente e sul rischio di frode.
Isabella Bufacchi
vicecaporedattore corrispondente dalla Germania
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