di Marta Casadei
(Reuters)
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«Il 2020 ha segnato il calo più drastico degli ultimi 30 anni per il mercato del lusso. L’ effetto deflagrante della pandemia ha interrotto capisaldi della crescita del lusso come il turismo, la convivialità, il retail. Siamo comunque fiduciosi nella ripresa: prevediamo un rimbalzo già nel 2021 e un ritorno ai livelli pre-crisi dal 2022. La sfida per le imprese italiane sarà continuare a investire». A parlare è Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, che ieri ha aperto la 19esima edizione dell’Osservatorio Altagamma sul mercato mondiale del lusso.
Un settore, come detto, in forte sofferenza: «Il segmento dei beni personali di lusso registrerà un calo, a fine anno, che nel migliore dei casi sarà del 23% a 217 miliardi di euro - spiega Claudia D’Arpizio, partner Bain&Company e autrice del Worldwide market monitor 2020 di Altagamma-Bain -, mentre per il lusso nel suo complesso, includendo anche food&beverage, auto di e nautica che hanno mostrato maggiore resilienza, si avrà un -20/-22 per cento». Si tratta della «prima flessione negli ultimi 10 anni - dice D’Arpizio -; nel 2009, con la crisi che ha investito il settore post Lehman Brothers, il calo era stato molto più contenuto: -9 per cento poi recuperato grazie alla cosiddetta “bulimia cinese” negli acquisti di lusso».
Anche nel 2020, a resistere meglio e a dare più speranze per il futuro, è stato il mercato cinese. Questa volta, quello domestico: «Nel 2020 è salito a 44 miliardi di euro di valore (dai 30 del 2019, ndr), complice l’impossibilità di viaggiare all’estero. E crescerà fino ad essere il primo mercato del lusso, con una quota del 26-28% circa nel 2025». Tra cinque anni, secondo le previsioni, i cinesi saranno i primi clienti dell’alto di gamma (46-48%), ma compreranno molto di più in patria. «Il mercato del lusso, che fino a oggi ha avuto un legame forte con il turismo, dipenderà dai consumatori locali», chiosa D’Arpizio. Nel futuro c’è poi una forte presenza del canale digitale che non solo è passato dal 12% del valore del mercato del 2019 al 23% del 2020, ma nel 2025 varrà tra i 105 e i 115 miliardi di euro arrivando a oltre il 30% di un business da 300-370 miliardi di euro. Merito anche della generazione Z e dei Millennials che, tra cinque anni, assorbiranno tra il 65 e il 70% del valore del mercato del lusso. Contribuendo per il 180% alla crescita.
A dare conto della ripresa è anche l’Altagamma Consensus che stima una crescita media del 14% nel 2021, con picchi del 16% per la pelletteria e del 15% per il beauty. Sul fronte canali di vendita, a farla da padrone saranno i digitali, sia retail (+20%) sia wholesale (18%), con una performance positiva anche del retail fisico (+15%).
«La pandemia ha accelerato trend già in corso - conclude Lunelli - e il consumatore ha scoperto un lusso più sobrio e autentico, è più attento a qualità e valori. Tutti temi cari all’industria culturale e creativa italiana che speriamo possa essere al centro della strategia di sviluppo e di ripresa del Paese».
Marta Casadei
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