di Antonello Cherchi
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I numeri sono impietosi e marcano l’impatto della pandemia sul sistema culturale. In particolare, nei musei - che, seppure in ordine sparso, hanno riaperto dal 18 maggio - la ripresa si dimostra molto lenta. A fine giugno erano state quasi 455mila le persone ad aver rimesso piede in un museo o in un sito archeologico statale. Nello stesso periodo dell’anno scorso i numeri erano ben altri e parlavano di poco meno di 4,5 milioni di visitatori. Dunque, solo il 10% si è ripresentato all’appuntamento con l’arte e la storia.
Un duro colpo
Sono le prime elaborazioni a disposizione del ministero dei Beni culturali, che devono tener conto sia del fatto che si tratta del primo periodo post-lockdown sia delle misure di contenimento del virus ancora in atto e che non permettono l’affluenza pre-Covid. A parte ciò, però, è evidente che la cultura ha subito e sta subendo un duro colpo, a cui si sta cercando di porre riparo con la serie di misure economiche previste soprattutto nel decreto Rilancio. A partire dalla dote di 100 milioni di euro per aiutare i musei a far fronte ai mancati incassi della biglietteria. Introiti persi su cui contavano, in particolare, gli istituti autonomi, che essendo dotati di indipendenza anche finanziaria, si ritrovano a dover ripensare tutti i bilanci.
Antonello Cherchi
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