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Questa sera esco e vado al Classico

di Alfredo Sessa

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(Olycom)

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11 gennaio 2017
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3' di lettura

Sembra che Adriano Olivetti e Steve Jobs la pensassero allo stesso modo, anche se non si sono mai incontrati. L’imprenditore italiano amava assumere non solo ingegneri, ma anche laureati in discipline umanistiche. Anche il fondatore di Apple era convinto che alle sorgenti della creatività e dello sviluppo economico ci fosse il connubio tra rigore scientifico e sensibilità umanistica. Insomma, tutti e due avrebbero potuto essere dei formidabili testimonial del latino e del greco antico e, probabilmente, sarebbero stati generosi sponsor della “Notte Nazionale del Liceo Classico”.

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L’evento, in programma il 13 gennaio (dalle ore 18 alle 24) è giunto alla sua terza edizione. L’adesione in tutta Italia, dalle Alpi alla Sicilia, è molto alta: l’ultimo numero indica 387 Licei Classici iscritti all’iniziativa (tra i quali 15 a Roma, 7 a Milano, 5 a Palermo, 9 a Napoli, 3 a Firenze). Nel corso della serata, le scuole aderenti apriranno le porte a tutti i cittadini. L’idea nasce da un’idea del professor Rocco Schembra, insegnante di latino e greco presso il liceo Gulli e Pennisi di Acireale, in provincia di Catania. L’obiettivo della “Notte Nazionale” è di promuovere e difendere la cultura umanistica, recentemente in crisi, e di aiutare a percepire il Liceo Classico non come una bacheca polverosa dove allineare anticaglie, ma come una realtà viva e vivace, capace di costruire ponti tra passato e futuro. In programma ci sono performance teatrali, maratone di letture, concerti, esposizioni d’arte, mostre fotografiche, degustazioni gastronomiche a tema, presentazioni di libri, dibattiti con gli autori e molti altri eventi di cui saranno protagonisti gli studenti. Migliaia tra alunni, docenti, dirigenti saranno coinvolti nelle attività che vedono anche momenti di sinergia con enti e istituzioni del territorio.

Elogio del sapere «lento» e consapevole
Una dimostrazione di attualità che ambisce a sfidare anche le nuove tecnologie. La tradizione degli studi classici, improntati al confronto e alla riflessione, sembra infatti non temere il confronto con la “fretta” dell’era di internet, che dà la sensazione di poter bruciare il tempo e lo spazio, creando spesso frustrazione. «Lo studio dei classici - dice Laura Pizzetti, docente presso il liceo Setti Carraro di Milano, uno dei sette licei classici milanesi che aderiscono alla Notte Nazionale - tende a mostrare che non sempre la velocità è un valore. A volte, anche la “lentezza” dell’aprire un libro, del non limitarsi alla consultazione di wikipedia, del confrontare più fonti, del mettere in dubbio quello che ci offre la tecnologia, è estremamente importante. Non è raro, infatti, che la tecnologia “trasferisca” acriticamente un errore da un sito web all’altro. Attraverso il lavoro dei nostri ragazzi, vogliamo dimostrare che il Classico dà una forma mentis adatta a qualsiasi mestiere. Lo studente del Classico mette in discussione tutto ciò che si trova di fronte e ama sperimentare, in tutte le direzioni».

La Domenica del Sole in difesa del Liceo Classico
La Domenica, il supplemento culturale del Sole 24 Ore, ritiene che il Liceo Classico vada difeso, sia perché luogo privilegiato per coltivare l’idea di un carattere disinteressato della cultura, sia perché i saperi umanistici possono aprire la strada a importanti vocazioni scientifiche. La discussione sull’attualità del Liceo Classico ha trovato ampio spazio negli ultimi mesi sulle pagine della Domenica. Il Liceo Classico è una scuola-modello per l’Occidente, la versione dal greco o dal latino è utile anche a un fisico o a un matematico, sostengono alcuni degli autori ospitati sulle pagine del giornale. Meglio non chiudersi nel passato, il mondo è cambiato, la pedagogia deve rinnovarsi, lo studio del greco e del latino va ristrutturato sulla base di più realistiche considerazioni, replicano altri. E c’è poi il guado attraversato in punta di piedi da chi sostiene che la scuola dovrebbe offrire un nucleo di discipline fondamentali comuni a tutti, per poi lasciare la possibilità di mettere la freccia lungo il cammino formativo e di dirigersi verso materie elettive e opzionali.

Forse il Liceo Classico serve semplicemente perché è una delle scuole dove si studia di più. Incontrare professori in grado di far amare le materie che insegnano, e di creare ponti tra passato e futuro, è come sottoscrivere una solida assicurazione per la vita. La Notte Nazionale del Liceo Classico è un importante passo in questa direzione.

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