di Maximilian Cellino
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Inizio d’anno col botto per il Tesoro italiano. Sfruttando il momento estremamente favorevole sui mercati obbligazionari (e in particolare sui titoli di Stato) il Mef ha chiuso con successo un’operazione lampo che prevede il collocamento di un nuovo BTp a 15 anni per un ammontare di 10 miliardi di euro. Le domande pervenute da parte di investitori istituzionali (ai quali era rivolta l’emissione, effettuata attraverso un sindacato di banche) sono state pari a oltre 105 miliardi: un ammontare che sfiora il record assoluto registrato in asta per il decennale a giugno (108 miliardi, a fronte di un’offerta di 14 miliardi).
Nel dettaglio, il nuovo BTp benchmark a 15 anni che il Tesoro ha collocato sul mercato primario attraverso un sindacato di banche (Barclays, Hsbc, Morgan Stanley, Societe Generale e UniCredit) ha come scadenza marzo 2037 e cedola annuale pari allo 0,95 per cento. Il titolo, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato collocato al prezzo di 99,409 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all'emissione dello 0,992 per cento.
Il Tesoro continua così a sfruttare il momento favorevole per i titoli di Stato italiani, il cui rendimento è sceso nelle ultime settimane dell’anno passato ai minimi storici anche sulla scadenza decennale, piombata allo 0,5% per uno spread nei confronti del Bund di poco sopra i 100 punti base come nel marzo del 2018. Un effetto determinato soprattutto dalla politica ultra-espansiva della Banca centrale europea (Bce), che con i suoi acquisti di titoli pubblici incrementati per l’emergenza pandemica ha compresso a dismisura i tassi, spingendo gli investitori a cercare i rendimenti sui pochi titoli che ancora li mantengono positivi (come il BTp).
Si tratta anche di un buon auspicio per il Tesoro, atteso in questo 2021 da un compito altrettanto impegnativo rispetto a quello dell’anno passato. Dopo i 551 miliardi complessivi emessi nel 2020 (369 miliardi a medio e lungo termine e 182 miliardi a breve), si parte da una base di 367 miliardi di titoli a medio-lungo, a cui si affiancherà la raccolta a breve che il Tesoro non stima perché legata a più variabili, ma che potrebbe replicare le cifre dell’anno passato. Con la speranza di poter quantomeno ripetere gli stessi risultati, se non addirittura di abbassare il costo medio all’emissione, pari allo 0,59 per cento.
Maximilian Cellino
Redattore
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