di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei
Fase2, le regole base per una ripartenza senza contagi
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Dal 12 maggio la giustizia entra nella Fase 2. Ma lo fa con grande cautela e rinviando i procedimenti meno urgenti a dopo l’estate. Anche se si chiude il periodo di sospensione delle udienze e dei termini operativo da inizio marzo, le difficoltà a gestire l’attività giurisdizionale in modo compatibile con l’emergenza sanitaria sono tutt’altro che superate.
È questo il quadro che emerge analizzando le linee guida elaborate dai presidenti dei tribunali per gestire la Fase 2, che, per ora, durerà fino al 31 luglio. Ogni ufficio ha scelto la propria strada indicando le priorità e le modalità di trattazione con regole che cambiano da una sede all’altra. È comunque possibile individuare dei tratti comuni.
Una ripresa rallentata
Anche nella Fase 1 è stata assicurata la trattazione di alcuni procedimenti, individuati dal decreto legge cura Italia (18/2020) con un elenco via via ritoccato. Si tratta, in sintesi, delle cause civili che riguardano le urgenze delle famiglie e della tutela delle persone e, nel penale, delle convalide di arresto e dei processi che coinvolgono detenuti, se loro o i difensori chiedono di andare avanti.
Dal 12 maggio gli uffici giudiziari continueranno in primo luogo ad assicurare la trattazione di queste cause urgenti e poi amplieranno un po’ il perimetro, ma non sarà possibile garantire i volumi di lavoro pre-Covid. Ad esempio, a Roma, le linee guida prevedono che le cause da trattare vengano individuate dai giudici in base a criteri come: iscrizione a ruolo più risalente, cause relative a diritti fondamentali o che necessitano pronta decisione, cause già istruite o che non richiedono l’istruttoria.
Al tribunale di Bari, nel diritto di famiglia, si tratteranno anche le cause di modifica delle condizioni di separazione e di divorzio e quelle di divorzio congiunto, finora ritenute non urgenti perché partono da rapporti già regolamentati. Mentre al tribunale di Firenze la ripresa è divisa in due step: nel civile fino al 31 maggio ripartiranno alcune udienze, dal 1° giugno tutte quelle compatibili con la trattazione scritta o da remoto.
L’aiuto della tecnologia
L’esigenza di mantenere le distanze e di evitare gli assembramenti si scontra con le vecchie prassi di tenere le udienze in spazi piccoli e molto affollati, spesso nelle stanze dei giudici. Impossibile, quindi, riaprire i tribunali con i flussi di personale ed esterni normali fino a due mesi e mezzo fa. Le parole d’ordine sono, piuttosto, ingressi limitati, prenotazioni , fasce orarie, udienze in numero limitato e a porte chiuse, utilizzo solo delle aule più grandi.
Un aiuto per svolgere le udienze in sicurezza arriva dalla tecnologia. Nel civile viene dato ampio spazio alla trattazione scritta, utilizzabile quando è richiesta solo la presenza dei difensori. Viene sfruttato il canale del processo civile telematico, che, dall’inizio dell’emergenza, ha esteso il suo raggio d’azione: è diventato obbligatorio per gli atti introduttivi del processo e ha debuttato in Cassazione. E a puntare sul digitale prova anche l’ufficio del giudice di Pace di Milano e Rho: il processo telematico non opera ma da domani, per evitare un flusso eccessivo di utenti, sarà possibile anticipare gli atti via Pec.
Valentina Maglione
Redattore
Bianca Lucia Mazzei
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