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Ubi diventa di Intesa Sanpaolo: le adesioni all’Ops al 90,21%

di Luca Davi

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(REUTERS)

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L'offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca si chiude con adesioni al 90,21% del capitale della banca guidata da Victor Massiah

28 luglio 2020
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1' di lettura

(articolo aggiornato il 30 luglio)

Dopo mesi di scrutini, polemiche e carte bollate, gli azionisti hanno dato il loro primo verdetto: Ubi verrà integrata in Intesa Sanpaolo. L’offerta pubblica si è conclusa il 30 luglio con adesione al 90,21%.Quando mancavano ancora due giorni, quelli chiesti da Consob per tutelare i soci che intendono aderire, alla scadenza del termine per la consegna delle azioni, le adesioni hanno toccato quota 71,9%, dunque non solo oltre la soglia minima (50% più una) che Ca’ de Sass aveva posto per portare a termine l’operazione, ma anche oltre il 66,6% , quota che assicura il controllo dell’assemblea straordinaria e quindi la futura integrazione dell’ex popolare in Intesa. Quando mancavano solo 24 ore al termine dell'offerta, salgono ancora le adesioni all'Opas di Intesa San Paolo su Ubi Banca, arrivate al 75,67%. Il 29 luglio, infatti, sono stati consegnati oltre 43,1 milioni di titoli, che portano il totale a circa 865,7 milioni.

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Intesa è riuscita a raccogliere quindi ulteriore capitale che andrà a rafforzare la presa sulla banca e a rendere più fluida l’uscita di eventuali minoranze. D’altronde a muoversi nella direzione del sì sono stati anche gli ultimi azionisti pesanti che mancavano all’appello: l’intero patto Car, già depotenziato dall’uscita delle Fondazioni di Cuneo e Banca del Monte di Lombardia e di Cattolica, ma anche il fondo Silchester con il suo 8%.

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