di Maria Teresa Manuelli
Per l'Osservatorio Immagino Nielsen, negli ultimi quattro anni i “Free From” sono la macrocategoria che nei supermercati ha il giro d'affari più rilevante
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Fenomeno di consumo emergente degli ultimi anni nel mercato dei prodotti alimentari è sicuramente il successo del cosiddetto “healthy food”, il cibo sano e salutare, ma anche salutistico, che continua a trovare sempre più posto nel carrello della spesa degli italiani. Largo spazio, quindi, agli alimenti biologici, ai 100% vegetali, agli integratori, al mondo degli ingredienti benefici, ma anche a quelli funzionali ricchi di uno o più nutrienti (“rich-in”), e soprattutto a quelli caratterizzati dall’assenza o dalla minore presenza di un componente (“free from”). Sono compresi in questo mondo, ad esempio, i claim “pochi zuccheri”, “poche calorie”, “senza zucchero”, “senza olio di palma”, “senza grassi idrogenati”, “senza sale”, “senza aspartame”, “senza conservanti”, “senza Ogm”.
In particolare, proprio riguardo al mondo del Free From, dall’analisi dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, realizzato in collaborazione con Nielsen, emerge che questo nei dodici mesi terminanti a giugno 2020 ha sviluppato un giro d’affari pari a 6,9 miliardi di euro, in crescita di +2,2% rispetto all’anno precedente. «Il trend positivo dell’ultimo anno – spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – è legato a una crescita della domanda influenzata dall’emergenza Covid-19 e dal periodo di lockdown (+4,5% l’effetto pull), mentre, il peso a valore di questi prodotti sul totale alimentare di ipermercati e supermercati arretra rispetto al passato, passando da un 26,9% registrato sull’anno terminante a giugno 2019 a un 25,4% dello stesso periodo del 2020. Si registra inoltre un calo di oltre 2 punti della pressione promozionale rispetto ai dodici mesi precedenti: 30,2% la pressione promozionale nell’anno terminante a giugno 2020 contro il 32,5% a giugno 2019».
A guidare la crescita del mondo del Free From nel periodo analizzato sono principalmente i prodotti senza antibiotici, con un ridotto contenuto di zuccheri, senza additivi e senza glutammato; si evidenzia invece un trend negativo per i claim che fanno riferimento ad un ridotto contenuto di grassi saturi, sale e calorie.
Sempre secondo l’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, negli ultimi quattro anni i prodotti Free From sono la macro categoria che nei supermercati e ipermercati ha fatto registrare il giro d’affari più rilevante, contribuendo nel 2019 con una quota del 26,6% al sell-out dell’intero paniere food analizzato, potendo contare sul 18,3% dei prodotti. Tra i tanti messaggi che compongono questo universo dei free from, il “senza zuccheri aggiunti” è quello che nello scorso triennio ha evidenziato la maggiore vivacità, con tassi di crescita annui mai inferiori al 5% e con un 2019 in grande progressione (+9,1%), seguito dal “pochi zuccheri” (+7,6%).
L’aumento delle vendite di questa tipologia di prodotti è stato determinato dall’espansione dell’offerta, soprattutto nei segmenti delle bevande a base di frutta, delle confetture e degli yogurt. Un’attenzione, quella degli italiani al tema delle calorie che si conferma anche nel mondo dei prodotti adatti a chi soffre di intolleranze alimentari: i best performer sono, infatti, i prodotti “senza lattosio” (+3,6% rispetto l’anno precedente), la cui offerta si espande al 4,5% dei 71mila prodotti alimentari monitorati dall’Osservatorio Immagino, potendo contare su un cospicuo ampliamento dell’offerta e sulle buone performance di segmenti come gli affettati, i panificati e i latti fermentati.
Altri due componenti ai quali i consumatori hanno prestato attenzione sono gli additivi e il sale: i prodotti “senza glutammato” sono cresciuti del 4,9% e i “senza additivi” del 2,7%, mentre le referenze “senza sale” hanno mostrato un lieve calo. Tra i principali claim più in difficoltà i “senza grassi idrogenati” (-5,7%), i “senza Ogm” (-4%) e i “senza conservanti” (-2,8%).
Macro categoria molto dinamica è quella che comprende gli alimenti dedicati a chi soffre di intolleranze alimentari, principalmente glutine e lattosio, le cui vendite dal 2016 al 2019 si sono mantenute su buoni livelli di crescita, con le migliori performance registrate nel 2017. Si tratta di un comparto la cui offerta a scaffale è in continua espansione con referenze che vantano un livello di penetrazione significativo e consolidato presso le famiglie italiane (35%).
Ma a dominare il mercato dei prodotti per intolleranti – che generano 3,7 miliardi di euro di vendite (+2,6%) – sono proprio gli alimenti per celiaci, sia in termini di numero di referenze sia di sell-out. Sommando quelli con il claim “senza glutine” e quelli con il logo della spiga sbarrata dell’Associazione italiana celiachia (Aic) si arriva a oltre il 14% del paniere dei prodotti alimentari rilevati dell’Osservatorio Immagino e al 13,8% del giro d’affari alimentare totale del food monitorato. Tra le categorie che hanno contribuito alla crescita figurano gli elaborati di carne bovina, la pasta, la maionese e i surgelati.
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