di Enrico Miele e Cheo Condina
La giornata dei mercati
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Lo spettro di nuovi lockdown in Europa - con i contagi da Covid ormai al livello di guardia in Spagna, Francia e Gran Bretagna - scatena la tempesta perfetta sulle Borse europee e su Wall Street, dove gli indici, soprattutto nella prima parte della giornata, hanno vissuto la peggiore seduta da aprile mentre il conto delle vittime, in Usa, ha toccato ormai quota 200mila.
Le vendite nella seduta del 21 settembre si sono concentrate soprattutto sulle banche, colpite anche dalle indiscrezioni su una presunta maxi-rete di riciclaggio globale che coinvolgerebbe alcune big, sui titoli del turismo e su quelli legati al petrolio, a sua volta in crisi (Wti -4,4% a 39,3 dollari) sui timori per la congiuntura globale. Alla fine Piazza Affari cede il 3,75% con l’esito delle urne – vittoria del Sì al referendum e nessun “cappotto” del centro-destra alle elezioni Regionali con la Toscana e la Puglia rimaste al centro-sinistra – che non produce scossoni, se non sullo spread in calo a 139 punti base.
Gli investitori temono per l'evoluzione dei rapporti Usa-Cina dopo che il presidente Trump ha dichiarato di approvare in linea di principio l'offerta di Oracle per le attività statunitensi di TikTok, mentre crolla Wall Street (Dj -1,85%, Nasdaq -0,13% e S&P 500 -1,16%) tra il rimbalzo dei casi Covid e i dubbi sui tempi della ripresa. Nel frattempo, arriva il monito della presidente della Bce, Christine Lagarde, davanti all'assemblea parlamentare franco-tedesca: «Mentre i nuovi dati congiunturali indicano che vedremo un forte rimbalzo nel terzo trimestre, la forza della ripresa rimane altamente incerta e allo stesso tempo disomogenea e incompleta. Continua a dipendere in larga misura dall'evoluzione futura della pandemia e dal successo delle misure di contenimento». A mettere sotto pressione i mercati in queste ore anche la decisione di S&P di tagliare a "negativo" l'outlook sul rating spagnolo, confermado il giudizio "A".
A Piazza Affari il FTSE MIB è stato appesantito anche dallo stacco di dividendi da parte di Eni e Stmicroelectronics. Ma quasi nessun titolo si è salvato dalle vendite: a fine seduta in forte calo c'è soprattutto Cnh Industrial, dopo gli ultimi sviluppi della vicenda Nikola, di cui Cnhi detiene una quota di circa il 7% attraverso Iveco. La startup Usa di veicoli elettrici ha infatti annunciato le dimesso del fondatore Trevor Milton dalla carica di presidente esecutivo. Tra le banche hanno perso terreno in particolare Banco Bpm, Banca Generali, Banca Mediolanum e Unicredit. Il comparto è stato colpito dalle vendite sulla scia delle indiscrezioni riportate dall'International Consortium of Investigative Journalists relative al presunto coinvolgimento di istituti come Hsbc, Standard Chartered, Barclays e Deutsche Bank in operazioni con fondi di provenienza illecita. Crollo dei petroliferi, in testa Saipem, per la debolezza dell'oro nero.
Chiusura in rosso anche per Mediaset sotto i riflettori a Piazza Affari dopo le indiscrezioni del Sole 24 Ore dei giorni scorsi sull'interesse di Discovery per il Biscione. Secondo le anticipazioni di stampa, il gruppo Discovery sarebbe interessato a un'alleanza con Mediaset. L'interesse del gruppo Usa deriverebbe dalla presenza di Mediaset in Spagna e Italia, a cui si aggiunge il controllo del 25% di ProSiebenSat in Germania, aree geografiche complementari a quelle in cui Discovery è già presente in Europa.
Lo spread BTp/Bund chiude in calo dopo le prime indicazioni sull'esito del voto in Italia. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano e il pari scadenza tedesco, che prima della chiusura dei seggi si attestava a 149 punti base, ha terminato gli scambi a quota 139 punti secondo i dati Mts. In calo anche il rendimento del BTp decennale , che prima dei risultati si attestava allo 0,97%, mentre al termine della seduta si attesta 0,94 per cento. «Alla pubblicazione degli exit poll lo spread Italia Germania ha stretto di 5 punti base», commenta Filippo Mormando, Strategist di Mps Capital services che aggiunge: «Se questi risultati saranno confermati sembra che sul mercato tenda a prevalere una lettura per cui non ci saranno scossoni per il Governo, con una conseguente riduzione della probabilità associata all'evento "crisi di governo" in grado di portare incertezza e volatilità di mercato».
Sul mercato dei cambi, l’euro perde quota e a fine seduta scambia a 1,173 contro il dollaro, ai minimi da fine luglio (contro una chiusura a 1,1863 venerdì 18 settembre). La moneta unica è in calo anche a 122,283 yen (123,85), mentre il rapporto dollaro/yen è a 104,66 (104,37).
In forte calo il petrolio sulla scia delle preoccupazioni su un ampliamento dell'offerta di greggio da parte della Libia. Il Wti scadenza novembre a fine giornata cede il 5% a 39,3 dollari al barile, il Brent di pari scadenza perde il 4% a 41,3 dollari. In Libia, dopo lo stop dei pozzi deciso otto mesi fa, è stato raggiunto un accordo per la ripresa della produzione e dell’esportazione di petrolio. «In questo momento non ci si può permettere che sul mercato arrivi altro greggio», hanno detto gli analisti di Anz.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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