di Paola Severino
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Le “sinergie” tra le migliori energie del Paese. È questa la frase del Presidente Conte che sintetizza nella maniera più efficace il clima che si respirava l’altro ieri all’assemblea di Confindustria. Un clima di unità, più volte richiamata sia dal Presidente di Confindustria, che dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Presidente del Consiglio, che, al pari della coesione sociale verificatasi nella fase più acuta dell’emergenza, consenta di mettere insieme le forze per impiegare le risorse europee della Next Generation EU Initiative a favore di una rinascita economica, sociale, culturale e industriale dell’Italia.
I dati economici, più volte citati durante l’assemblea, sono impietosi e segnano una tendenza comune a tutte le economie europee e mondiali, che richiederà sforzi enormi per riavviare una crescita idonea a far fronte alle difficoltà in cui sempre più si trovano imprese e famiglie, col rischio di accrescere tensioni, disuguaglianze e conflitti sociali. Un bruttissimo segnale in questo senso è rappresentato dalle gravi minacce ricevute di recente dai Presidenti di importanti associazioni industriali, fortemente stigmatizzate da tutte le forze politiche e dagli esponenti di governo.
Anche per questa ragione, vanno ancor più apprezzati i messaggi di collaborazione emersi in maniera forte e diffusa nel corso dell’assemblea di Confindustria.
Il Patto per l’Italia lanciato dal Presidente Bonomi non è altro che un invito rivolto al Governo, alla politica, alle forze sociali per condividere una visione e per lavorare su alcune chiare direttrici che consentano di rafforzare il potenziale competitivo del nostro Paese, che grazie a riconosciute eccellenze industriali – citate con orgoglio nella relazione di Bonomi – occupa tutt’ora un posto di rilievo tra le economie avanzate.
Invito subito colto da Ministro e Premier che hanno più volte sottolineato l’esigenza di ricreare un clima di fiducia, a partire dal rapporto – non sempre sintonico – tra Stato e imprese. Un rapporto che non veda più una contrapposizione tra uno stato “buono” e imprese “cattive”, ma una collaborazione tra pubblico e privato, nella quale il pubblico crei le condizioni affinché le imprese e i lavoratori possano contribuire al progresso della Repubblica, così come peraltro richiamato dalla nostra Costituzione.
Il Presidente Bonomi ha a sua volta indicato con chiarezza alcune direttrici lungo le quali dovrà articolarsi un piano ambizioso di interventi. A partire dalle persone, da giovani e donne, che non dovranno più restare ai margini delle politiche, ma diventare centrali. Nella consapevolezza che il progresso di un Paese si misura dalla sua capacità di rimuovere gli ostacoli all’esercizio dei diritti e dei doveri dei suoi cittadini, e di garantirne la parità, non solo nelle retribuzioni a parità di condizioni, ma soprattutto nell’accesso alle opportunità.
In questo le imprese giocano un ruolo centrale come motore di innovazione, di formazione, di welfare. Così come è chiave la qualità del nostro sistema formativo: scuole e università devono essere messe al centro dei piani del Governo, al servizio delle imprese e della stessa Pubblica Amministrazione. Il ricambio generazionale e la specializzazione dei giovani che siano preparati alla progettazione digitale ed alla creazione di interazioni dialettiche tra settore pubblico e settore privato rappresentano l’ineludibile premessa per una ri-generazione dell’economia privata e dell’amministrazione pubblica. La NGEU Initiative rappresenterà un banco di prova della capacità di amministrazione, di gestione e di progettazione che andranno rafforzate anche attraverso programmi congiunti di formazione della dirigenza pubblica e privata. Condivisione e collaborazione sono il punto di partenza e la chiave per il successo di qualsiasi piano di rilancio. Una sfida che l’intero Paese deve saper cogliere e su cui tutte le energie andranno concentrate.
Vicepresidente Università Luiss Guido Carli
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