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Dal «Futuro» alla «Gentilezza», in città la fantasia va al potere. Boom di assessorati alla transizione ecologica

di Michela Finizio

Le storie dalle città d’Italia

Boom di assessori a Futuro, Gentilezza, Concretezza, Radici, Visione urbana e Armonia: i sindaci scommettono sulla qualità della vita. La Transizione ecologica è il nuovo mantra

2 marzo 2021
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4' di lettura

Assessori alla gentilezza, alla qualità della vita, alla bellezza, al futuro e alla concretezza. Fino all’assessore alla solitudine, nominato il 15 febbraio scorso dalla sindaca di Villa del Conte, in provincia di Padova, quasi presagendo i rischi da isolamento che la pandemia avrebbe fatto esplodere dì li a pochi giorni. E poi, in linea con le recenti scelte del Governo Draghi, anche l’assessorato alla transizione ecologica. Sono solo alcune delle “etichette” più gettonate negli ultimi anni, attribuite agli incarichi delle giunte comunali dai sindaci delle più disparate compagini politiche. Il marketing delle deleghe assessorili spesso anticipa le politiche nazionali e diventa rappresentativo delle nuove sfide delle città.

La moda della transizione ecologica

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A entrare in giunta di recente è sempre più spesso la delega alla «transizione ecologica», uno dei tre assi strategici del Recovery Plan. Sulla scia della nomina del nuovo ministro Roberto Cingolani, a metà febbraio il sindaco di Segrate (Milano) ha attribuito la stessa delega al suo vicesindaco, per «promuovere l’efficientamento energetico a partire da fonti rinnovabili e avviare progetti di tutela e sviluppo sostenibile del territorio». A fine 2020 il nuovo sindaco di Cascina, in provincia di Pisa, ha presentato la sua giunta, attribuendo all’assessore al Bilancio anche la delega all’Ambiente e alla Transizione ecologica dell’economia.
A Trento, invece, l’assessorato alla Transizione ecologica è nato a novembre 2020, quando ancora il Governo Conte lottava contro la seconda ondata di contagi da Covid-19: «Nei prossimi dieci anni dovremo ridisegnare la città», racconta l’assessore Ezio Facchin, un profilo tecnico (proveniente da Ferrovie dello Stato e Trento Trasporti) chiamato per gestire il progetto della nuova circonvallazione ferroviaria e il futuro interramento della linea che storicamente attraversa (e separa) la città. Un progetto da 950 milioni di euro, che attiverebbe ulteriori investimenti per 350 milioni nei prossimi anni, già promosso dall’Unione europea e contenuto nella prima bozza Pnrr presentato dall’ex premier Conte. All’assessore Facchin spetta anche la delega alla Partecipazione ai beni comuni: «Fissiamo obiettivi e definiamo il progetto, a cui poi tutti i servizi collaborano, ma i cambiamenti vanno poi compresi e condivisi dai cittadini», spiega l’assessore.

Lo sforzo di intercettare i fondi

L’obiettivo di molti sindaci è intercettare i fondi europei in arrivo, presentando progettualità in grado di calare sul territorio gli investimenti, che dovranno essere spesi entro il 2026. Con questo esplicito proposito, ad esempio, il Comune di Treviso a gennaio ha battezzato un nuovo assessorato proprio «Next Generation Eu».

Ad aver anticipato le scelte nazionali c’è poi il Comune di Milano, che l’assessorato - in questo caso alla «Transizione ambientale» - già lo aveva istituito ben prima del coronavirus, a luglio 2019. Una delega che fa direttamente capo al sindaco, Giuseppe Sala. «Auspichiamo che il nuovo ministro adotti il nostro medodo, il nostro approccio sistemico alla transizione - afferma il dirigente centrale Filippo Salucci - che non riguarda solo le infrastrutture». Il team di Salucci coordina tutte le altre direzioni tecniche, con cui ha intensificato i momenti di incontro: «Una volta fissati gli obiettivi nei piani strategici - spiega - bisogna accompagnare e spingere verso i risultati». Con i fondi del Recovery Plan Milano punta, tra le altre cose, all’integrale “trasformazione elettrica” del trasporto pubblico locale e alla riduzione dei consumi nell’edilizia residenziale pubblica e nelle scuole.

Le deleghe assessorili più innovative

Oltre alla transizione ecologica di recente si rincorrono e rimbalzano anche altre deleghe assessorili, come quelle per la tutela dei diritti delle donne e degli animali. L’unico limite dei sindaci è ricondurle alle funzioni fondamentali e collegate, fissate dal Testo unico degli enti locali. Negli anni Novanta si diffusero gli assessorati alla Sicurezza, mentre oggi gli incarichi più innovativi puntano alla qualità della vita dei cittadini. È questo, ad esempio, il principale obiettivo della rete degli assessori alla Gentilezza. Oggi in Italia se ne contano in tutto 119, da nord a sud. Freschi di nomina quelli di Otranto e Cascinette di Ivrea. Una rete che attraverso l'associazione Cor et Amor promuove azioni concrete a sostegno dei bambini e delle famiglie. «A queste deleghe - spiega il presidente dell'associazione, Luca Nardi - non corrisponde un portafoglio. La nostra rete si propone di moltiplicare le buone pratiche, azioni concrete, sul territorio».

Ci sono poi deleghe trasversali, che puntano sull’attuazione del programma, come l’assessorato alla Concretezza, delega nelle mani del sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti: «Ho voluto questa delega per monitorare le proposte fatte in campagna elettorale, passando dalle parole ai fatti».

La creatività non manca neanche ad Andria, dove nella giunta eletta a giugno 2020 si incontrano gli assessorati alle Radici, al Futuro, alla Bellezza e alla Visione urbana. «Volevamo cambiare il lessico della politica», spiega la sindaca Giovanna Bruno, ricordando come per un comune in pre-dissesto, con un deficit di 74 milioni di euro, sia fondamentale guardare al futuro: «I nostri giovani vanno via - racconta - per questo motivo è nato l’assessorato al Futuro associato alle politiche giovanili».

La fantasia è entrata in giunta ancora nel 2016 anche a Gallipoli, dove il sindaco Stefano Minerva è stato uno dei pionieri in questo senso. Nella sua giunta, quest’anno a fine mandato, si incontrano gli assessorati alla Crescita, alla Concretezza, all’Armonia e al Futuro. «Sono scelte semantiche - afferma - fatte per confrontarsi con temi e idee moderne. È necessario cambiare il vocabolario politico e stare più vicino alle persone: il Comune non è solo uffici, ma deve avere un’anima più profonda». Ed ecco che i servizi sociali non sono solo assistenzialismo e aiuti pubblici, ma rientrano nella delega al Benessere. La mobilità e il contenzioso fanno capo all’Armonia, la salvaguardia del territorio alla Bellezza e lo sviluppo economico al Futuro.

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