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L’animo libero e rivoluzionario di Beatrice Hastings

di Chiara Pasetti

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Leggiadra. Beatrice Hastings nel 1896 a Cape Town

Leggiadra. Beatrice Hastings nel 1896 a Cape Town

Arriva la prima antologia in italiano delle opere della femminista inglese

7 marzo 2021
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3' di lettura

Sono moltissime le figure femminili del passato più o meno recente, scrittrici, poetesse, artiste, scienziate, che la storia ha dimenticato o ricordato soltanto in quanto sorelle, amiche, amanti, mogli di uomini celebri i quali, con la loro personalità e fama, hanno eclissato in vita e anche post mortem le altrettanto, se non di più, talentuose parenti o compagne.

Quando si scopre una di queste donne deliberatamente cancellate, relegate nell’ombra, vittime di un’ingiusta damnatio memoriae non si può che essere grati a chi si è dedicato con passione e impegno a studiarne la vita e le opere nella volontà di restituire al pubblico, sganciata da etichette squalificanti, la loro vera identità.

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È quindi oltremodo meritoria la pubblicazione della prima antologia in lingua italiana e non solo di opere di Beatrice Hastings (1879-1943), tradotte con sensibile competenza da Matilde Cini: un’ampia scelta che spazia dalle poesie ai racconti d’Africa, dagli articoli a un breve romanzo autobiografico, dalle favole alle novelle, comprendendo anche l’imprescindibile Woman’s worst enemy: Woman, un dossier di otto articoli, uscito come allegato al «The New Age» nel 1909, che può essere considerato il suo manifesto del femminismo.

Analizzando la vita avventurosa e tormentata di Beatrice Hastings, il cui vero nome era Emily Alice Haig, emerge un prepotente istinto di libertà fin da piccola, che si traduce quasi subito nel ribelle impulso all’autonomia in ogni campo e, più avanti, nello spirito di opposizione nei confronti delle regole e delle convenzioni. La cifra del conflitto, dell’esistere e dell’andare contro corrente, di cui pagò consapevolmente il prezzo, permea tutte le sue esperienze e i suoi testi, che sono estremamente variegati e nei quali sperimenta una rara pluralità di stili, linguaggi e generi.

Vive come scrive, Beatrice, perennemente «in full revolt» (da questa sua espressione, apposta su una fotografia del 1896, è tratto il titolo del volume), con una sete di assoluto, un coraggio e una capacità di scandagliare nelle pieghe dell’animo umano che ne fanno una donna eccezionalmente colta e originale, empatica, trasgressiva, eccentrica, e al contempo spesso sola e isolata da quella generazioni di intellettuali e artisti che pure l’aveva accolta ma che faticava a riconoscerne l’autentico talento. “Inattuale” come gli animi eccessivi, divergenti e profetici, dedicò tutta se stessa alla scrittura ed è lì prima di tutto che la sua caleidoscopica personalità va cercata e indagata. Gli articoli per i giornali, tra cui spiccano quelli per il «The New Age», la rivista più all’avanguardia di quegli anni in Inghilterra con cui collaborerà fino al 1920 prima da Londra e poi da Parigi, facendosi anche testimone della Prima guerra mondiale, sono un’eredità fondamentale per la storia del femminismo e non solo.

Penna sagace, brillante, appassionata e talora intima e dolente, sempre lucidissima e acuta, si fa portavoce degli ultimi e delle donne prima di tutto, anticipando di diversi anni le teorie sulla condizione della donna e sulle ingiustizie dello Stato patriarcale, nonché le rivendicazioni dei suoi diritti. Le riflessioni sulla maternità come scelta, che la spingono fino all’iperbolica affermazione «le donne nascono per non essere madri», sono troppo rivoluzionarie per la sua epoca e vennero infatti incomprese e osteggiate.

Non c’è da stupirsi se un artista “maledetto” come Modigliani se ne innamorò follemente; tra i due nacque una sfrenata passione durata due anni, da cui ebbero origine numerosi aneddoti e leggende. Soprattutto, la loro relazione ha reso Beatrice, che aveva sempre rifiutato qualsiasi schema e definizione, prigioniera dell’appellativo di “amante di Modì”.

Il volume Beatrice Hastings in full revolt, tra i tanti meriti, ha proprio quello di fare luce, finalmente, sulle sue indubbie qualità di scrittrice, giornalista, poetessa e intellettuale, che fino alla morte volontaria, avvenuta nel 1943, affermò e praticò la sua libertà di essere, ossia di scrivere, amare, vivere.

Beatrice Hastings in full revolt
A cura di Maristella Diotaiuti e Federico Tortora
Traduzione di Matilde Cini, Le Cicale Operose, Livorno, pagg. 298, € 18

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