di Gianni Rusconi
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Un elemento cardine della trasformazione digitale, un tassello fondamentale per portare ulteriore innovazione nei servizi al consumatore e nei processi aziendali. Una tecnologia che meglio di altre interpreta le esigenze e le abitudini della società interconnessa e che può fare da trampolino di lancio per le applicazioni dell'Internet delle cose o della realtà aumentata. Per il 5G, in questi anni, le definizioni si sono sprecate, spesso anche fuori luogo, rispetto a un disegno che vede le reti mobili di quinta generazione un punto fermo delle strategie di sviluppo di ogni nazione. E invece così non è, o perlomeno vi sono Paesi che rispetto al 5G si dimostrano scettici.
A dirlo è uno studio della società di consulenza britannica Prolifics Testing, che ha analizzato (tramite la piattaforma digitale Ahrefs) la percezione legata alle ricerche effettuate online sull'argomento dei cittadini di 155 Paesi di sei continenti. Sotto la lente degli algoritmi, in particolare, sono finite le “query” condotte sul motore di ricerca di Google che riguardano gli aspetti critici del 5G, e quindi la sua presunta pericolosità per l'ambiente, la sua effettiva sicurezza, i rischi per la salute, il fatto che possa addirittura essere un vettore per la trasmissione del Coronavirus.
Cosa ha scoperto l'indagine di Prolifics Testing? Innanzitutto che gli Stati Uniti sono al primo posto fra i Paesi più scettici verso il 5G. Gli americani, in altre parole, sono i più titubanti sulla nuova tecnologia e lo dimostrerebbero le circa 375mila ricerche online catalogate come “scettiche” effettuate in media ogni mese, l'equivalente di oltre mille interrogazioni giornaliere. Dietro gli Usa troviamo il Regno Unito, con oltre 93mila attività online registrate in media ogni mese che dubitano e mettono in discussione vari aspetti del 5G. A seguire, nell'ordine, Australia (circa 33mila), Canada (22.600), Polonia (20mila) e Germania (17.500) mentre il fanalino di coda della top 20 è la Danimarca con circa 1.400 sessioni mensili.
In questa speciale classifica ci piazziamo al nono posto, con poco meno di 13mila richieste di informazioni inserite nel motore di ricerca riguardanti le possibili implicazioni negative delle nuove reti. Poche o tante? Il dibattito è aperto. Curiosamente siamo preoccupati più o meno sullo stesso livello dei sudafricani (che ci precedono con 13.780 ricerche online mensili) e dei francesi (che seguono con poco più di 10mila).Chi cerca di più il 5G in Rete? L'analisi ha quindi guardato alle ricerche condotte online semplicemente osservando le interrogazioni effettuate su Google con il termine “5G” per cercare maggiori informazioni sulla tecnologia, i suoi benefici e anche i potenziali rischi associabili alla disinformazione diffusa sui canali digitali. Anche in questo caso sono i cittadini degli Stati Uniti a comandare la graduatoria, con 314mila richieste medie mensili, mentre al secondo posto sorprende la presenza della Polonia, con circa 13imila “query” registrate, davanti al solito Regno Unito (i cittadini britannici cercano online la parola “5G” circa 120mila volte al mese). Chi sembra snobbare o quasi la tecnologia dell'Internet superveloce in mobilità sono invece i neozelandesi, con 8.650 ricerche al mese in media.
Gli americani i più “curiosi”, danesi e olandesi i meno interessati Un'ultima chiave di lettura scaturita dalla ricerca di Prolifics Testing è relativa, infine, alle attività condotte online per scoprire le caratteristiche tecniche della nuova tecnologia. Ancora una volta sono gli utenti a stelle e strisce a digitare più volte la domanda “cos'è il 5G?” nel motore di ricerca (succede più di 127mila volte al mese in media) e dietro di loro troviamo i britannici (24.200 volte) e canadesi (15.100 volte). Chi dimostra poco interesse circa il funzionamento del 5G sono invece olandesi, danesi e irlandesi, che viaggiano nell'ordine del migliaio di ricerche condotte su Google al mese. Un numero significativamente inferiore a quello dei Paesi più curiosi e che lascia aperto un dubbio: riflette la scarsa preoccupazione verso l'argomento degli utenti del Nord Europa oppure una già consolidata conoscenza dello stesso? E come siamo messi, su questo fronte, in Italia?
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