di Vito Lops
Borsa, chi vince e chi perde con la fase 2
9' di lettura
Il 2020 sarà ricordato come l'anno dell'esplosione del trading online. L'aumento della volatilità e il lockdown imposto nella prima parte dell'anno per contrastare il Covid-19, hanno creato un binomio incredibile che ha attratto sul mercato nuovi attori e ha spinto quelli già in campo ad incrementare il numero delle operazioni.
Le principali piattaforme hanno visto duplicare, se non triplicare, nei primi mesi del 2020 volumi e clienti. In più la caduta dei consumi in molti casi si è trasformata in un aumento di risparmi veicolati propri sui mercati finanziari alimentando i flussi verso l'universo del trading.
Ma quanti dei nuovi trader fra qualche mese/anno potranno dirsi soddisfatti? Quanti invece abbandoneranno perché ne usciranno con le ossa rotte? Domande che è giusto porre dato che le statistiche sono impietose per i piccoli trader: il 90% finisce per perdere soldi. Esistono persino degli algoritmi che riescono a tracciare il comportamento sul mercato dei piccoli trader per indicare agli investitori istituzionali quale è la direzione da non prendere. Questo perché i grandi investitori sanno bene che se la massa dei trader ha scelto una strada molto probabilmente è meglio prendere quella opposta per andare ad estrarre profitti dai mercati finanziari.
Se i piccoli trader hanno questa cattiva fama è perché il trading non è un mondo semplice, troppo spesso viene approcciato con superficialità, pigrizia e false convinzioni sulla propria preparazione. Invece richiede applicazione costante e professionalità. Sbagliare è facilissimo.
Matteo Paganini, da 15 anni trader professionista sul mercato valutario, indici e materie prime, ed oggi managing director di Pepperstone, noto broker nato nel 2010 con sedi nel Regno Unito e in Australia, ci racconta nel dettaglio gli errori più comuni che portano la maggior parte dei trader a fallire nel loro business (molti non la considerano come un'attività ma una sorta di gioco e questo è un altro grave sbaglio che li porta dritti al fallimento). Svelando allo stesso tempo dei consigli che se applicati potrebbero aiutare anche i piccoli trader a posizionarsi sul lato vincente della partita, quella che ogni giorno (dal lunedì al venerdì) si gioca dinanzi ai monitor delle quotazioni finanziarie.
Paganini è noto tra gli addetti ai lavori per aver ideato il “metodo dei 5 punti”, una tecnica di trading applicata sul mercato da oltre 10 anni che ad oggi conta una profittabilità superiore al 70% con un rapporto rischio/rendimento minimo di 1:1,5.
«Questi consigli sono frutto di esperienza sul campo – spiega Paganini -. Sintetizzano le strategie che adottano persone dell'industria, trader e psicologi soprattutto di performance. A mio avviso queste informazioni valgono decine di migliaia di euro».
«Per iniziare possiamo dire che gli errori principali che i trader commettono sono riconducibili a tre sfere – prosegue l'esperto - : 1) Tecnica – la ricerca della strategia perfetta; 2) gestione del rischio e del proprio capitale – il voler aver ragione; 3) Psicologica – la tranquillità e la regola del dormire di notte. A monte di questi tre ambiti da cui scaturisce la maggior parte degli errori de trader c'è poi l'errore più grosso: non saper gestire la posizione una volta aperta ignorando che il lavoro del trader, in realtà, finisce con il click».
Ecco un elenco più approfondito, tra errori e consigli per essere vincenti, elaborato per Il Sole 24 Ore da Paganini.
I trader impiegano la maggior parte del proprio tempo alla ricerca della strategia di trading perfetta, spesso cercando di trovare l'indicatore o una combinazione di indicatori in grado di fornire la giusta lettura dell'andamento del mercato, che permetterebbe di trovare non solo una strategia vincente, ma anche di costante funzionamento. A questo proposito, occorre ricordare che gli indicatori non fanno altro che misurare delle caratteristiche relative alla variazione dei prezzi e che il prezzo incorpora sempre la componente più importante da considerare, ossia l'effetto degli acquisti e delle vendite effettuate sul mercato. Se chiedessimo a tutti i trader italiani se durante la forte discesa dei mercati post Covid ci fossero più compratori o venditori, molto probabilmente riceveremmo per risposta che i venditori erano in numero maggiore. Se il mercato scende, d'altronde, lo si sta vendendo. La risposta corretta è che il numero di venditori ed il numero di compratori è esattamente uguale, si tratta soltanto della concretizzazione di un comportamento irrazionale, nell'esempio dettato dalla paura di non sapere cosa succederà in futuro, che porta a dichiararsi disponibili a vendere a qualunque prezzo, incontrando le offerte degli acquirenti che, comprendendo questo stato di tensione, cercano di sfruttare la situazione proponendosi disposti a comprare a prezzi che loro ritengono, in quel preciso momento, vantaggiosi.
Possiamo dire che il mercato scende quando i prezzi ask (lettera) a cui ci si dichiara disposti ad acquistare sono posizionati più in basso rispetto ai prezzi attuali di mercato e che il mercato sale quando i prezzi bid (denaro) sono posizionati più in alto rispetto ai prezzi correnti di mercato. Da qui deriva la non intuitiva conclusione che quando i flussi di capitale si invertono (gli effetti degli acquisti superano quelli delle vendite o viceversa), il mercato inverte la direzionalità e si creano quelli che su un grafico sono visualizzati come minimi o massimi. Da qui, i trader professionisti iniziano i propri ragionamenti tracciando dei supporti o resistenze statici e dei supporti o resistenze dinamici, che daranno gli spunti principali per l'operatività, unitamente all'analisi della price action (ossia delle azioni dei prezzi), andando a ragionare sulla formazione di massimi o minimi crescenti o decrescenti, partendo dal presupposto che non interessa molto capire il perché essi si siano formati da un punto di vista di motivazioni particolari, in quanto i professionisti già conoscono il perché reale, ovvero l'inversione degli equilibri tra compratori e venditori. Tutto il resto viene dopo, occorre studiare le dinamiche dominanti che portano al movimento dei mercati e comprendere che l'utilizzo di indicatori che non vadano a fornire indicazioni che migliorino soltanto questo tipo di ragionamenti potrebbe essere addirittura controproducente. In tal senso, affidarsi ai pochissimi veri professionisti in grado di formare un trader, potrebbe essere una scelta lungimirante.
La gestione del rischio è fondamentale. Questo concetto è trito e ritrito, ma non esiste cosa più difficile da applicare e tutto nasce da un problema legato all'ego del trader. Dopo tutta la fatica che si è fatta per impostare l'operazione perfetta, non si accetta il fatto di non aver ragione. Questo porta a voler tenere l'operazione fino a che essa non vada in profitto e spesso accade che il trader vada a modificare i parametri di rischio impostati in precedenza per non vedere realizzata una perdita. Tradotto, nel momento in cui l'operazione dovesse andare a sfavore, si cancellano gli stop loss e si rimane a mercato fino a quando l'operazione non si gira in profitto. Il problema è che spesso, quando le cose vanno bene, si chiude l'operazione in piccola perdita o se proprio va bene a zero, avendo lasciato sul campo energie fisiche e mentali per dover gestire una posizione in difficoltà. Gestire a dire il vero non è nemmeno un termine corretto in quanto la gestione di una posizione presuppone una logica sottostante, in questi casi si parla soltanto di speranza che la situazione si aggiusti. E la parola speranza, se associata al trading, è il male peggiore che possa capitare.
Oltre a ciò, è verosimile che nel frattempo si verifichino movimenti di mercato che il trader ingessato nella posizione in sofferenza avrebbe potuto lavorare ma che non è stato in grado di fare a causa della mancanza di margini disponibili (impiegati per il mantenimento della posizione in sofferenza), di mancanza di lucidità (si guarda soltanto lo strumento incriminato), con l'aggravante che il trader si convince che il movimento perso avrebbe potuto sistemare l'intera situazione. Se ci si fosse stoppati come da piano iniziale, tutto sarebbe diverso. È importante far divenire il “senno di poi” una realtà solida.
Una riflessione che potrebbe cambiare l'approccio del voler aver ragione è relativa a quello che succedeva nelle sale cambi parecchi anni fa, un approccio non dismesso ad oggi. I trader valutari che arrivavano al mattino al desk chiedevano ai trader che avevano fatto la notte qual era stato il range all'interno del quale si era mosso l'EurUsd. Se ci si trovava vicini alla parte alta del range, essi compravano. Se il mercato si muoveva a rialzo per un numero di punti pari alla congestione notturna, prendevano profitto. Se il mercato non riusciva a prendere forza, essi chiudevano l'operazione in perdita e si giravano dall'altra parte. E parliamo di trader professionisti.
Il posizionamento dello stop loss, in relazione agli ordini per prendere profitto, è imprescindibile ed il modo corretto per andarlo a posizionare è a nostro parere il seguente. Si guarda il mercato dal punto di vista tecnico, si vede dove andrebbero posizionati gli stop e dove andrebbero posizionati i livelli di profitto e poi si verifica se esiste un rapporto corretto tra il rischio ed il rendimento. Se il rischio è inferiore al rendimento, allora si può procedere al secondo passo, ossia decidere con che importo andare ad effettuare l'operazione. Decidere di impostare uno stop loss ad un determinato livello ed impostare il take profit andando a creare un rapporto tra rischio e rendimento favorevole, non funziona. L'analisi dei prezzi deve sempre guidare l'operatività. Posizionare un take profit a 50 punti, solo perché si è inserito uno stop in macchina a 25 punti (quindi creando un rischio/rendimento di 1:2) non ha senso. L'operazione inoltre dovrà essere implementata facendo in modo che si metta a rischio una somma che permetta di guardare il comportamento del prezzo dello strumento finanziario soltanto una volta alla sera, prima di andare a dormire. Se si è portati a monitorare continuamente l'andamento del prezzo tramite l'utilizzo del telefonino o del pc, c'è qualcosa che non va. Probabilmente l'importo messo a rischio è troppo grosso.
Una veloce considerazione sulla grandezza degli importi. Se si inizia a perdere cifre troppo grosse, si sarà portati ad aumentarle ulteriormente per rientrare in fretta delle perdite, alimentando la spirale di errori che si concatenano e arrivando ad avere a disposizione dei margini troppo piccoli per permettere delle operazioni di grandi importi, andando a costringere il trader a lavorare il mercato con importi talmente piccoli che i guadagni derivanti dell'operatività, in relazione al capitale iniziale, saranno talmente ridicoli dal non dare senso al tempo speso per l'implementazione dell'operatività. A quel punto, se il trader ha a disposizione altri capitali, può considerare terminata la scuola di trading ed iniziare ex novo, applicando tutti i concetti che da solo è stato in grado di apprendere e ripartendo da zero, con l'obiettivo di lavorare seguendo le regole e non con l'obiettivo di recuperare il capitale perso fino a quel momento. Se così farà, si arriverà verosimilmente all'obiettivo in modo naturale. Possono permettersi di lavorare a leve alte soltanto coloro che in caso di perdita totale del proprio capitale, non hanno nessun rimorso. Di nessun tipo.
Gli errori si possono evitare solo ed esclusivamente in un modo. Avere grinta e coraggio. Grinta significa seguire il piano di trading qualunque cosa accada. Si imposta un'operazione e qualunque cosa accada non bisogna andare a modificarla. L'unico momento in cui si può intervenire a modifica di un'operazione già impostata è quello in cui si verificano delle situazioni davvero particolari che possono modificare l'andamento normale dei prezzi, con conseguenze a livello di esecuzione di ordini dal punto di vista di funzionamento tecnico del mercato (e per tecnico intendiamo il funzionamento dell'esecuzione degli ordini di stop e limit in base alla liquidità esistente, quindi sostanzialmente la valutazione dei rischi di slippage, leggasi ordini eseguiti a prezzi diversi da quelli desiderati). Coraggio significa seguire i mercati giorno per giorno e comprendere quali siano le situazioni da non tradare. Sovente capita che un trader che ha perso dei soldi concentri la propria operatività sullo strumento che gli ha portato via del denaro, per farselo restituire. Non esiste approccio più sbagliato. Occorre individuare lo strumento che in quel momento e su quel time frame di riferimento fornisca le opportunità migliori, senza sposarne uno in particolare. Si scelgano delle asset class in base alle conoscenze che si hanno delle stesse e si lavori all'interno di quelle. A meno di volersi concentrare su un singolo strumento, sapendo però quando è il momento di non tradarlo.
Il lavoro del trader finisce con l'entrata in posizione. Lo studio della situazione tecnica, della gestione del rischio e infine dell'importo da mettere a mercato sono state effettuate con attenzione ed andare a modificare qualsiasi parametro della strategia comporta due rischi. Rovinare l'esito dell'operazione stessa (con tutte le conseguenze che abbiamo visto) e rovinare le statistiche che nel tempo si costruiranno relativamente a tale strategia (ovvero i risultati di lungo periodo). I trader professionisti perdono del denaro e quando lo perdono sono ben contenti di farlo, in quanto sanno che la loro strategia fino a quel momento è stata vincente da un punto di vista probabilistico e sanno altresì che quando andranno a guadagnare, guadagneranno più rispetto a quanto avranno perso, grazie alla combinazione di una strategia che statisticamente fa essere dalla parte giusta di mercato più del 50% delle volte e della gestione del rischio.
Se vi state chiedendo quale sia il modo per poter raggiungere tutto quanto visto finora, il modo c'è. Utilizzare degli ordini pendenti (per gli stop e per i profit) e non toccarli mai. L'ingresso può essere gestito manualmente o con ordini di ingresso, dipende da dove si trova il prezzo quando state guardando il mercato. Una volta aperta la posizione o impostato l'ordine di ingresso ed impostati gli ordini di stop e profit relativi, chiudete la piattaforma e fate altro.
Vito Lops
social media editor e redattore finanza
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