di Patrizia Maciocchi
(Agf Creative)
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Rischia il posto di lavoro il dipendente della Telecom che si fa dare dal cliente 30 euro per sostituire un modem guasto. E a sua difesa non può invocare neppure la violazione del contratto collettivo nazionale visto che la condotta è tra quelle che giustificano il licenziamento senza preavviso.
La sentenzaVisualizzaLa Cassazione (sentenza 16863) ha così respinto il ricorso del lavoratore licenziato che, evidentemente spinto dal desiderio di arrotondare lo stipendio, si era fatto dare dei soldi per una prestazione che rientrava tra i suoi compiti e per la quale era pagato.
Per i giudici con il suo comportamento l’operaio aveva fatto venire meno il rapporto di fiducia con il suo datore di lavoro. Per questa ragione la possibilità di poter continuare a lavorare si sarebbe risolta in un pregiudizio per la società che non poteva più essere certa, in futuro, di poter contare su prestazioni svolte in maniera corretta. Oltre a questo l’accettazione da parte del dipendente di una somma di denaro non dovuta, di qualunque importo, danneggia l’immagine dell’azienda a prescindere dalle dimensioni di quest’ultima. E l’espulsione è proporzionale alla gravità del fatto. E non conta se il cliente paga senza fare storie. Anche perché, come nel caso esaminato, può sempre cambiare idea e rivolgersi ai giudici.
P.I. 00777910159 Dati societari
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