di Nicoletta Polla-Mattiot
La copertina del libro “10 voci per 10 anni. Parole che lasciano il segno”.
2' di lettura
Le parole sono transitive, creano relazioni fra le persone. Sono finestre, collegano dentro e fuori. E sono ponti, che accorciano le distanze. In fondo basta una parola per raccontare una storia, serve un narratore per trasformare quella storia in azione ed è sufficiente un lettore per innescare una catena di azioni. Il solo modo di cambiare il mondo è iniziare a immaginarlo diverso.
È partito da qui un progetto che è un grande lavoro corale: Parole che lasciano il segno, un'opera originale ideata da Fondazione Bracco per il suo decennale e curata dal Sole24Ore, in libreria dal 10 dicembre.Ogni parola è prima di tutto una storia personale, che ha un viso, un cuore, un percorso singolare, ma narra contemporaneamente un C'era una volta collettivo e plurale. Tanto più in un anno difficile come il 2020, c'è bisogno di un nuovo modo per dirsi e una via per ripensarsi. Senza ignorare la complessità e l'urgenza di una vera ripartenza, prima della libertà e della ripresa da tutti auspicate, è la ricerca di senso la domanda ineludibile.
Per questo è interessante attraversare le parole di un filosofo come Massimo Cacciari o di un'astrofisica appassionata come Ersilia Vaudo e intrecciarle con le riflessioni di un parroco di frontiera come Don Paolo Steffano o le incredibili scoperte delle 100 scienziate STEM. Si attinge al passato per tracciare le traiettorie del futuro e di voce in voce, si esplorano campi di un sapere che travalica i confini di discipline e di generi, che collega la medicina con l'arte, l'ingegneria con la storia, la danza con la fisica. Così finiscono per parlare la stessa lingua, lo stesso esperanto di una conoscenza condivisa, un medico come Cristina Messa, un maestro come Riccardo Chailly, esperte d'arte come Annalisa Zanni e Rossella Vodret, ricercatori scientifici come Gianvito Vilé, un ballerino come Frédéric Olivieri e un'illustratrice come Irene Ghillani. In un dialogo fra esterno e interno, pensiero e rappresentazione, immagini e parole dialogano con lo stesso tono di voce.
Una delle illustrazioni di Irene Ghillani per il capitolo “Donna”.
Ne nasce una piccola enciclopedia essenziale affidata a diverse personalità, ciascuna delle quali “adotta” una parola e la racconta attraverso la propria vita: cultura, scienza, arte, musica, talento, donna, solidarietà, sostenibilità, conoscenza, pensiero. Di che cos'altro c'è bisogno per contribuire a un nuovo sguardo sul mondo? “L'etica della responsabilità, il senso del dovere, la ricerca della qualità, l'impegno per l'innovazione continua, l'attenzione verso la persona, lo stretto legame con le comunità sono valori fondamentali”, spiega Diana Bracco, presidente della Fondazione. “Rappresentano la migliore garanzia anche per superare i momenti difficili come quello che stiamo vivendo adesso”. Un mosaico di idee per guardare avanti, oltre la pandemia, oltre l'esperienza buia del Covid.
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