di Marco Mobili
Coronavirus, Renzi: liquidità a imprese è elemento chiave
6' di lettura
Riunione domenica mattina a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e l'ad di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo. Al centro dell'incontro il decreto liquidità e il tema degli strumenti per mettere in campo le garanzie dello Stato per
i prestiti bancari alle aziende.
Un'altra riunione c'è stata nella serata di sabato: a questa ha preso parte anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. È ricco il menù del prossimo Consiglio dei ministri che sarà convocato lunedì in mattinata: liquidità alle imprese, sospensione di adempimenti e versamenti fiscali per almeno due mesi, nuove norme sul golden power per rafforzare l'esercizio dei poteri speciali del Governo contro l’acquisizione di imprese e Pmi dei settori agroalimentari, biomedicali e tecnologici. Ma anche le misure urgenti per la conclusione dell’anno scolastico.
Un ricco antipasto, da almeno 10 miliardi di euro, di quello che ormai è definito il decreto di aprile con cui il Governo conta, entro la metà del mese di aprile, di rifinanziare per almeno 15 miliardi gli ammortizzatori sociali per lavoratori, famiglie e autonomi colpiti dalla crisi sanitaria e soprattutto dalle misure di contenimento dell’epidemia.
Liquidità alle imprese
È il capitolo più atteso per l’intero settore produttivo. La serrata imposta dal Governo per contenere il diffondersi dell’epidemia ha innescato il rischio di una caduta della liquidità per molte imprese , dalle più grandi alle più piccole, nessuna esclusa.
Per questo il Governo, come ha già annunciato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è pronto a innalzare le garanzie pubbliche sui nuovi prestiti fino al 100%. In questo caso l’importo massimo dei prestiti sarebbe fissato a 800mila euro. Inoltre saranno aumentate le garanzie al 90% per 200 miliardi di prestiti fino al 25% del fatturato per tutte le imprese, di qualsiasi dimensione.
Nella strategia del Governo, al netto dei dettagli che saranno messi a punto in una riunione preparatoria del Consiglio dei ministri, si punta a garantire quella liquidità necessaria a non interrompere la delicata catena dei pagamenti , dai fornitori ai mutui e ai fidi già attivi fino alle prossime buste paga di aprile e maggio.
Per questo si lavora all’ampliamento della platea dei beneficiari assicurando liquidità anche alle imprese con più di 250 e fino 500 dipendenti. Per 800mila euro di prestiti la garanzia sarà al 100% con una restituzione fino a 6 anni e con una valutazione sia sull’andamento dell’impresa sia economico finanziaria.
L’erogazione dei soldi sarà comunque immediata e nella semplificazione burocratica ipotizzata dal Governo la valutazione antimafia, ad esempio, sarebbe successiva al prestito. Con la garanzia fino al 90%, nella misura massima del fatturato del 25% del primo trimestre 2019, il prestito sarà erogato senza alcuna valutazione e anche in questo caso la restituzione dovrebbe avvenire in 6 anni.
Il sostegno a piccole imprese e professionisti
Per piccole imprese e professionisti arriveranno prestiti fino a 25mila euro con un innalzamento delle garanzie fino al 100% e nella misura massima del 25% del fatturato. Il rilascio della garanzia dovrà essere automatico e alla banca resterà l’onere della valutazione sulla base di dati economico-finanziari. I prestiti saranno anche in questo caso a 6 anni, salvo revisioni di percentuali e durate che potrebbero essere riviste in Consiglio dei ministri.
Patuanelli: prestiti fino 25mila euro senza valutazione
Il Fondo di Garanzia per le Pmi che il governo sta potenziando «agirà su tre filoni principali: garanzia al 100% per i prestiti fino a 25.000 euro, senza alcuna valutazione del merito di credito; garanzia al 100% per i
prestiti fino a 800.000 euro, con la valutazione del merito di credito; garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni di euro, potendo arrivare al 100% con la controgaranzia dei Confidi» ha ricapitolato il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli. Non ci sarà alcun costo di istruttoria della pratica. «Tempo qualche giorno e le persone potranno recarsi presso gli istituti i credito» ha aggiunto Patuanelli, che ha spiegato che il Ministero dello Sviluppo Economico potenzierà l'attuale Fondo di Garanzia per le PMI con un netto snellimento burocratico, la dotazione di circa 7 miliardi da qui alla fine dell'anno e la capacità di generare circa 100 miliardi di euro di liquidità per le aziende fino a 499 dipendenti.
Sace valuterà garanzie su grandi imprese
Il meccanismo di valutazione delle imprese medio grandi per il rilascio del 90% di garanzia a fronte di prestiti sarà realizzato da Sace, la società
specializzata nel garantire le imprese italiane sul fronte delle esportazioni. La società, che rimarrà controllata da Cdp, si muoverà per le imprese medio grandi sullo stesso modello che il Fondo di Garanzia per le Pmi
avrà per quelle più piccole.
Stop ai versamenti di aprile e maggio
L’altro capitolo del decreto liquidità riguarda gli adempimenti fiscali del 16 aprile e del 16 maggio 2020. Il governo punta a sospendere i pagamenti di Iva, ritenute e contributi per i due mesi. In questo caso slitterà in avanti anche il pagamento dell’Iva annuale dei contribuenti Iva che liquidano l’imposta ogni tre mesi. Occorre ricordare che la sospensione sposterà anche la ripresa dei pagamenti per le partite Iva che a metà marzo hanno beneficiato dello stop dei pagamenti con il decreto Cura Italia. La nuova sospensione dei pagamenti non riguarderà più le filiere più colpite e i contribuenti fino a 2 milioni di fatturato: l’ipotesi al momento più accreditata è quella di bloccare il pagamento di tasse e contributi per le partite Iva e gli autonomi con volume di affari fino a 10 miliioni e che hanno registrato un calo del fatturato del 25% (altra ipotesi sul tavolo del 33%).
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Sospesi pignoramenti e rimborsi più veloci
Nel blocco degli adempimenti fiscali rientreranno anche quelli di agenzia Entrate-Riscossione a partire dai pignoramenti presso terzi, ossia quelli che nel 90% della riscossione coattiva si trasformano in un blocco dei conti correnti o del quinto dello stipendio. Si presume che questo stop riguardi le operazioni messe in atto dall’agente pubblico della riscossione prima del decreto Cura Italia. Nel pacchetto il Governo potrebbe includere anche la sterilizzazione per i prossimi due mesi dello stop a possibili compensazioni di crediti da parte di contribuenti che hanno somme iscritte a ruolo. Sullo steso filone si muove anche la rimozione del controllo preventivo su debiti fiscali superiori a 5mila euro da parte delle amministrazioni pubbliche sui fornitori della Pa: anche in caso di cartelle la Pa potrà liquidare la fattura e il controllo ed eventuale stop si applicherà alle fatture successive.
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Uno scudo antiscalata
Una misura di deterrenza per evitare scalate e acquisizioni delle imprese italiane in settori particolarmente delicati e strategici del Paese. Come annunciato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, in via transitoria per un anno sarà esteso lo scudo anti acquisizioni straniere all’approvvigionamento alimentare e alle infrastrutture o tecnologie critiche in materia di salute. Per altro già con il decreto sulla cybersicurezza del settembre 2019, ha ricordato Fraccaro, settori come il biotech, la robotica, assicurazioni e banche erano stati già coperti dal golden power. Non solo. I poteri di veto del Governo oltre a coprire nuovi settori saranno estesi anche alle operazioni di acquisizioni all’interno dell’Unione europea non solo per controllo ma anche per acquisizione di quote del 10% in su. Sarà possibile, inoltre, avviare d’ufficio l’esercizio dei poteri speciali anche per operazioni non notificate. Con un intervento sull’articolo 120 del Testo unico in materia finanziaria (Tuf) vengono riviste al ribasso le soglie per le comunicazioni alla Consob e viene esteso l’obbligo anche alle società ad azionariato diffuso. Questo intervento sulle soglie,associato al potenziamento degli obblighi di comunicazione alla Presidenza del consiglio consentirà di estendere di fatto la protezione anche alle piccole e medie imprese.
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Esami di maturità per tutti
In Consiglio dei ministri approderà anche il decreto scuola per salvare l'anno scolastico sotto Coronavirus. Il provvedimento prevede che l'ammissione alla maturità scatterà automaticamente per tutti i maturandi. A prescindere che le scuole riaprano prima o dopo il 18 maggio. Da scelta dal governo per decidere che tipo di esame dovranno affrontare a partire dal 17 giugno. Per quest'anno non costituiranno requisiti obbligatori la partecipazione alle prove Invalsi, in italiano, matematica, inglese, e lo svolgimento delle ore minime di alternanza scuola-lavoro. L'esperienza “on the job” svolta nell’arco dell’ultimo triennio troverà comunque spazio in sede di colloquio orale.
Per approfondire:
● Maturità solo orale se non si torna in classe entro il 18 maggio
● Dl liquidità, Gualtieri: prestiti al 100% fino a 800mila euro. Tensioni nella maggioranza
● Fisco, sospensione per tasse e pignoramenti su conti e stipendi
Marco Mobili
Vice caporedattore
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