Cultura
Pubblicità

Cultura

Borletti Buitoni: «Non condanniamo i musicisti a non poter suonare»

di Stefano Biolchini e Grazia Lissi

Immagine non disponibile
La presidente della Società del Quartetto di Milano, Ilaria Borletti Buitoni

La presidente della Società del Quartetto di Milano, Ilaria Borletti Buitoni

Dalla presidente della Società del Quartetto di Milano l’invito a indicazioni precise e a scelte che guardino non solo ai numeri ma anche alle eccellenze dell’offerta in cartellone

27 ottobre 2020
Pubblicità

3' di lettura

«Chiusura delle sale gioco, delle palestre, dei teatri, nessuno si è ricordato che abbiamo fermato anche le sale da concerto con le stagioni già avviate. In Italia la musica classica è come Cenerentola, sempre ignorata» racconta Ilaria Borletti Buitoni, presidente della Società del Quartetto di Milano e grande protagonista del mecenatismo milanese e non solo: «Oggi ci sono centinaia di eccellenti musicisti costretti alla loro peggior condanna: non poter più suonare!».

Cosa pensa del Dcpm?
«Non è il momento di fare polemiche, dobbiamo essere uniti; però fra le tante luci che dovrebbero spegnersi per questa pandemia, sarebbe sperabile che la cultura fosse una delle ultime, non la prima. Questo Dpcm è arrivato come una scure su un settore che aveva molto investito sulla sicurezza per il proprio pubblico e con delle fragilità estremamente profonde da sempre».

Pubblicità

Perché, secondo lei, la musica classica è poco considerata?
«Per svariate ragioni, nell'educazione scolastica è trascurata da decenni, chi esce dai nostri licei sa chi è Verdi perché in ogni città gli hanno dedicato una piazza o una via, non per altro, e ignora gli infiniti compositori italiani che hanno arricchito il mondo con il loro talento. Tutti i conservatori sono in una situazione economica difficile, arrancano per mantenere uno standard dignitoso. Da noi si è pensato a un'offerta musicale sterminata senza premiare, ahimè, la qualità; ma nella musica colta quantità e qualità non sono due concetti compatibili. Negli ultimi vent'anni il nostro Paese ha scelto la politica opposta. Aggiungo che le istituzioni musicali sono poco abituate a unirsi e collaborare per avere una rappresentanza più forte nel comparto dello spettacolo dal vivo; anche gli eventi musicali muovono masse tecniche importanti ma questo non è percepito, nessuno se lo ricorda! Viviamo nell'epoca dei testimonial o – detta in altro modo – degli influencer e la classica ne ha pochi; nelle scuole tedesche danno in mano ai bambini sin da subito uno strumento, tutti sanno chi è Brahms, Schubert e da noi?»

La Società del Quartetto di Milano

5 foto

La Società del Quartetto di Milano
La presidente della Società del Quartetto di Milano, Ilaria Borletti Buitoni
La Società del Quartetto di Milano
La Società del Quartetto di Milano
Foto dalla Società del Quartetto di Milano

Come sarà il futuro della musica?
«Adesso dobbiamo recepire il colpo, con questa pandemia convivremo fino a primavera avanzata. Spero che si assumano quelle misure pubbliche, come sta accadendo in alcuni paesi, che consentano una forma di vita anche per la cultura. Noi cercheremo con grande forza e rigore un ritorno per la stagione 2021-2022, fino all'estate proporremo incontri e concerti flessibili per poterli adattare in qualsiasi momento all'andamento di questa drammatica convivenza con il virus, nella speranza che dall'autorità pubblica arrivino indicazioni precise. Non abbiamo cancellato i concerti di dicembre, il dubbio di andare in scena resta, anche se sicuramente ci avviseranno due giorni prima e questo è un altro problema. In ogni caso, siamo sopravvissuti a due guerre ce la faremo anche questa volta!».
Il Fondo Unico Spettacolo sta dando contributi economici?
«Sono grata al ministro Franceschini per aver confermato quest'anno i contributi anche se non è stato possibile fare concerti. Mi auguro che questa terribile crisi sia l'occasione per ripensare ai criteri di attribuzione dei fondi, criteri che grazie agli algoritmi privilegiano solo i numeri, così istituzioni che producono senza criteri d'eccellenza una quantità spropositata di concerti godono di sistemi maggiori. I fondi pubblici devono invece sostenere la crescita culturale di una comunità con discernimento».
Una domanda all'imprenditrice adesso: quali ricette per far riprendere l'economia del nostro Paese? Quali soluzioni per un'efficace ripartenza? Guardare a quanto stanno facendo all'estero ci può aiutare?
«Far ripartire il Paese significa, appena sarà possibile, far ripartire le imprese e riattivare i consumi, con un particolare sguardo a quei settori che rappresentano dei traini importanti per le economie dei territori. Si tratterà quindi di passare, in modo efficace, dalla politica dei “ristori” e delle compensazioni a quella degli stimoli per una ripartenza che sia lunga e solida. Condizione fondamentale di tutto ciò sarà però la semplificazione burocratica insieme ad alcune riforme strutturali di cui il Paese ha disperatamente bisogno. A tal proposito, basta fare un rapido raffronto tra noi e il resto dell'Europa sul numero di pratiche necessarie per avviare una qualunque attività economica per capire quanto il gap sia drammatico. E questa è un'altra musica».


Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy