di Stefania Arcudi
La Borsa, gli indici di oggi 23 novembre 2020
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Le Borse europee, dopo una seduta positiva, hanno chiuso poco sotto la parità (Milano -0,02%, Parigi -0,07%, Francoforte -0,08%, Londra -0,06% e Madrid sulla parità), prendendosi una pausa dopo i rialzi precedenti. Al cauto ottimismo sul fronte vaccini, con le notizie sull’efficacia di quello di Astrazeneca che si aggiungono a quello di Pfizer/Biontech e Moderna, ha fatto seguito un'ondata finale, per quanto limitata, di prese di beneficio, provocata dal persistere dei timori sull'aumento dei contagi nel mondo. A Piazza Affari i temi di giornata sono stati il rialzo del petrolio, spinto dalla speranza di una ripresa della domanda di energia, e il ritorno del risiko bancario sull’asse italo-francese.
Incertezza anche a causa di alcuni indicatori macro come l'indice Pmi manifatturiero tedesco - "termometro" dell'economia dell'Eurozona - sceso a 57,9 punti a novembre, pur superando le attese.
Inizio settimana promettente per Wall Street grazie a notizie positive sui vaccini contro il coronavirus e dopo le buone notizie dal fronte manifatturiero (l'indice Pmi è cresciuto e ha superato le stime) e dei servizi (l'indice Pmi si portato ai massimi da aprile 2015).
A fine seduta il Dow Jones sale dell'1,13% a 29.593,50 punti, il Nasdaq avanza dello 0,22% a 11.880,63 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,57% a 3.577,72 punti.
Sui vaccini, AstraZeneca ha annunciato che il suo candidato, sviluppato insieme all'Università di Oxford e in partnership con l'azienda italiana Advent-Irbm di Pomezia, ha mostrato un'efficacia media del 70% e al 90% in regime ottimale nella protezione contro il virus. Notizie positive, il cui effetto è stato però cancellato da quelle preoccupanti sul continuo aumento di casi e ricoverati negli Stati Uniti per Covid-19, cosa allarmante soprattutto in vista delle festività per il Giorno del Ringraziamento.
Proprio le banche sono state protagoniste a Milano, con l’opa di Credit Agricole Italia che ha messo le ali a Credito Valtellinese (+23,73%) che ha chiuso a 10,758 euro (sopra il prezzo offerto dai francesi di 10,5 euro). Sul FTSE MIB svetta Unicredit (+3,39%) mentre si moltiplicano le indiscrezioni su una possibile acquisizione di Mps (+1,3%). Sale Bper (+2,12%) in vista di una possibile fusione tra l’istituto modenese e Banco Bpm (-3,71%), quest’ultima penalizzata dalla conferma del giudizio “sell” da parte di Ubs. Il petrolio si conferma dunque in rialzo e dà slancio ai titoli del settore (Eni +2,52%, Saipem +4,55% e Tenaris +2,94%).
Sul Ftse Mib, tra i ribassi il più accentuato è quello di Terna (-3,89%), che comunque aveva corso molto a fine settimana scorsa dopo la presentazione del piano 2021-2025. Sul titolo prevalgono quindi le prese di beneficio, anche se S&P Global Ratings aveva confermato il rating di lungo termine a «BBB+» con outlook stabile, e Santander ha alzato il target price a 7,2 euro per azione, confermando la raccomandazione «buy». Per altro per Terna è stata giornata di stacco dell’acconto del dividendo (per 0,0909 euro per azione). Stesso discorso per altre tre big del Ftse Mib, ovvero Tenaris (per 0,07 dollari per azione, pari a 0,59 euro al cambio attuale), Poste Italiane (per 0,162 euro) e per Recordati (per 0,50 euro). Poste ha chiuso in calo dell'1,8% e Recordati del 2,75%. L’impatto complessivo sul listini principale dello stacco è stato pari allo 0,09%. Acquisti anche su Atlantiadopo che nella holding Edizione ha lasciato il posto Gianni Mion, con i Benetton scelgono Enrico Laghi per il delicato dossier Aspi. Altro tema caldo è quello delle tlc con Tim che ha firmato con Tiscali i contratti esecutivi per Fibercop sulla fibra ottica.
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund sul mercato secondario Mts dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento tra il decennale italiano benchmark (Isin IT0005413171) e il pari durata tedesco ha terminato la seduta a 116 punti dai 117 punti del finale di venerdi'. Flette anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha toccato di nuovo il minimo storico dello 0,58%, in calo rispetto allo 0,60% registrato al closing di venerdì.
Sul fronte dei cambi, l’euro è in risalita sul dollaro a 1,190 (contro 1,1870 venerdì 20 novembre in chiusura). La moneta unica vale inoltre 123,152 yen (123,29), mentre il dollaro-yen è stabile scambiato a 103,75 (103,87). In rialzo il petrolio grazie all'ottimismo sulla domanda di energia legato al vaccino: il Wti scadenza gennaio sale dell'1,3% a 42,97 dollari al barile, mentre il Brent di pari scadenza sale dell’1,98% a 45,85 dollari al barile. Le quotazioni del greggio sono alimentate anche dalla speranza che l’Opec, la Russia e altri big continuino a frenare la produzione.
Con l'introduzione di misure di restrizione più rigide adottate dalle varie nazioni per frenare l'aumento del tasso di contagio da Covid-19, l'attività economica dell'Eurozona di novembre si è ridotta notevolmente. La stima flash dell'indice Pmi manifatturiero misurato da Ihs scende a 53,6 da 54,8 di ottobre e l'indice Pmi dei servizi è calato a 41,3 da 46,9 (ai minimi da sei mesi). Tiene invece la Germania, dove il Pmi manifatturiero scende a 57,9 a novembre ma è sopra attese.
(Il Sole 24 Ore - Radiocor)
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