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Innovazione di successo? Solo se sa davvero adattare la scala alle necessità e disponibilità

di Gianni Rusconi

Intelligenza artificiale e creatività umana: storie a confronto

Uno studio di Capgemini mette a fuoco i motivi per cui la maggior parte dei progetti di implementazione delle nuove tecnologie fanno fatica a ottenere buoni risultati

10 gennaio 2021
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3' di lettura

La trasformazione digitale si muove a doppia velocità, con aziende che negli ultimi due anni hanno fatto passi da gigante nel migliorare i processi che accelerano l'adozione dell'innovazione su ampia scala, mentre altre sono ancora in difficoltà. Lo dice un recente report di Capgemini Research Institute, “Scaling Innovation - What's the Big Idea?”, che mette a fuoco i motivi per cui la maggior parte dei progetti di implementazione delle nuove tecnologie fanno fatica a ottenere buoni risultati.

Gli investimenti ci sono, manca lo “scarico a terra”

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Lo scenario da cui è partita l'analisi degli esperti è il seguente: nel 2019 sono stati investiti quasi 300 miliardi di dollari in circa 32mila operazioni di venture capital a livello mondiale (i dati sono di Crunchbase) e nel 2018 sono state depositate 3,3 milioni di domande di brevetti (fonte World Intellectual Property Organization), con un aumento del 5% rispetto

all'anno precedente. Nel 2020 è arrivata la pandemia di Covid-19 e lo stato di emergenza che ne è conseguito ha stimolato la necessità di ripensare processi, modelli e strategie: il 68% dei manager censiti da Capgemini nello studio “Fast-Forward to the Future: Defining and winning the Post-COVID New Normal” ha dichiarato di aver accelerato le iniziative di trasformazione all'interno della propria organizzazione. Nonostante questo, la capacità di portare le innovazioni su larga scala resta come già detto ancora bassa e vengono a mancare gli impatti a valore dell'adozione delle tecnologie digitali (performance di business migliori e vantaggio competitivo duraturo) che si realizzano pienamente solo attraverso la scalabilità e l'implementazione di un progetto, e non con la sola ideazione o sperimentazione dello stesso.

Dove falliscono oggi le aziende

Per invertire una tendenza sicuramente penalizzante per la loro crescita, le grandi organizzazioni devono considerare, a detta degli esperti che hanno contribuito alla stesura del rapporto di Capgemini, un fattore sopra gli altri. Quale? Considerare lo sviluppo e la scalabilità dell'innovazione due entità distinte e separate, che spesso richiedono mentalità e competenze diverse. Cosa significa questo? Che occorre comprendere in modo approfondito gli elementi di front-end e di back-end dell'innovazione, e quindi da una parte le finalità, i requisiti e le sfide che la caratterizzano da una parte e dall'altra la verifica a valle degli effetti che questo percorso produce, in misura adeguata e nei tempi corretti. Sono però relativamente poche le aziende che seguono questo approccio perché spesso, come si legge nello studio, lo sviluppo di progetti di trasformazione digitale si concentra su ciò che è più desiderabile, e cioè “blue sky” appositamente progettati per coprire un bisogno insoddisfatto o non ancora espresso dal cliente. Molto meno frequente, per contro, è l'attenzione (attraverso il coinvolgimento di team o singoli individui con competenze dedicate) su concetti come sostenibilità e fattibilità, ovvero sia i due cardini più rilevanti per un business su larga scala.

Far leva sul cambiamento indotto dal Covid-19

La pandemia, ricorda infine il rapporto, ha accelerato l'innovazione in numerosi settori e obbligato (in vari casi) le aziende a rivedere il proprio approccio verso le nuove tecnologie; ogni impresa è quindi chiamata ora a garantire che tale accelerazione non perda vigore, strutturando i progetti di cambiamento con un senso di urgenza e rendendo possibile l'applicazione a lungo termine di azioni volte a snellire i processi, a riorganizzare la forza lavoro e a responsabilizzare i manager della prima linea. Una strada sicuramente da seguire, a detta di Capgemini, è quella di supportare i migliori talenti nel superare i silos organizzativi e i modelli di governance convenzionali. Una seconda via è invece quella di promuovere l'innovazione attraverso una cultura “dell'apprendimento” che accetta il fallimento e la volontà di interrompere alcune iniziative, anche se di successo nella loro fase iniziale. In altre parole, non tutte le idee possono infatti essere portate su scala nel lungo periodo, ed è quindi fondamentale che le aziende capiscano quando accettare il fallimento nelle diverse fasi del percorso di trasformazione.

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