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Effetto «cocooning» sulle vacanze: il turismo è «slow» e a chilometro zero

di Giovanna Mancini

Il coronavirus manda a picco il turismo

Secondo gli esperti per quest’estate - virus e disponibilità economica permettendo - gli italiani prediligeranno vacanze nelle seconde case e destinazioni naturalistiche, lontane dagli assembramenti

17 aprile 2020
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4' di lettura

Al mare come al supermercato: in fila per entrare, fare il bagno e poi la doccia; a distanza di sicurezza; con guanti e mascherine; magari all’interno di un box in plexiglass, con servizio bar e ristorante direttamente sotto l’ombrellone. E probabilmente non del tutto liberi da una certa ansia da contagio che ancora dominerà la maggior parte delle persone.

La prospettiva non è delle più allettanti, anche se in questo momento - pur di uscire di casa - molti italiani si farebbero andare bene qualunque cosa. Si comincia a discutere ora delle possibili soluzioni e delle misure da adottare per garantire la sicurezza dei turisti nelle spiagge italiane . Tutto dipenderà da come evolve la diffusione del contagio da Covid-19 e dalle misure adottate da governo e istituzioni locali.

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Ma al netto di questo – e al netto delle concrete disponibilità di ferie e di denaro degli italiani – è molto probabile che la prossima estate sarà caratterizzata da un «effetto cocooning», come lo definisce Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc, società di consulenza nel settore turistico: «Un turismo caratterizzato dalla ricerca di sicurezza all’interno del proprio nido, la seconda casa, in quanto luogo conosciuto e al riparo», spiega.

La rivincita del chilometro zero
E quindi – se vacanza al mare sarà – sarà comunque un mare accessibile, prevedono gli esperti, raggiungibile in poche ore di viaggio, prevalentemente con mezzi propri e possibilmente in una seconda casa, oppure ospite di familiari.

La rivincita – sebbene obbligata – di un turismo a chilometro zero e «slow», in cui la meta e la durata contano relativamente poco. Pur di andare in vacanza, va bene anche andarci per pochi giorni e vicino a casa. E probabilmente ci sarà una maggiore richiesta di destinazioni dove il rischio di assembramenti è inferiore, quindi montagna o itinerari naturalistici.

«Credo che tutto ciò che è collegato all’idea di lentezza e indipendenza, come ad esempio i cammini, sarà un genere di vacanza che avrà uno slancio maggiore – ragiona Feruzzi -. Anche se dobbiamo distinguere tra due profili di vacanzieri. Le persone che in ogni caso, anche se le misure di contenimento saranno allentate, faranno fatica a muoversi, per timore del contagio o dei disagi che le misure di prevenzione implicano. Queste si rifugeranno al massimo nelle seconde case e in luoghi solitari, che si tratti di mare o montagna, prediligendo comunque mete di tipo naturalistico. E poi i giovani e tutti coloro che, pur attenti e responsabili in questa fase, risentono maggiormente della mancanza di socializzazione e appena si potrà cercheranno luoghi di aggregazione». Su questi bisognerà ragionare per garantire un’offerta turistica in sicurezza.

La lentezza torna di moda
Concorda Alessandro Tortelli, direttore scientifico del Centro studi turistici di Firenze: «Molto dipenderà ovviamente dalle condizioni di sicurezza che saranno richieste – spiega -: le regole del distanziamento varranno probabilmente per buona parte dell’anno e andranno a incidere sulle scelte di chi deciderà di fare le vacanze». Prevarranno perciò, dice Tortelli, «forme di turismo lento e che hanno occasioni di affollamento».
Tra questi, anche fenomeni di nicchia, non necessariamente di lusso, che già negli ultimi anni hanno cominciato a imporsi: destinazioni “minori” ma egualmente belle, ricche di storia, natura e cultura di cui l’Italia è piena: dai piccoli borghi ai capoluoghi di provincia, fino alle mete naturalistiche che consentono di fare attività fisica o sport estremi, sicuramente lontani dalle masse.

Lusso e mete alternative
«L’offerta turistica upgraded e quella a maggior costo economico saranno le prime che avranno riavvio positivo – conferma Massimo Feruszzi -: chi può permetterselo, magari riducendo la durata della vacanza, cercherà di coniugare il desiderio di fuga con la ricerca di luoghi tranquilli. Forse non sarà particolarmente evidente quest’anno, vista l’incertezza sul fronte sanitario e su quello economico, ma nei prossimi anni questa è sicuramente la direzione del turismo».

Le località d’arte
Anche le città d’arte potranno beneficiare della situazione ancora incerta: il calo di arrivi sarà inevitabile, soprattutto perché verrò a mancare la componente straniera, ma la presenza degli italiani, ancora una volta su itinerari locali o comunque a corto raggio, potrebbe aumentare. È probabilmente più facile, infatti, garantire il controllo degli standard sanitari all’interno di monumenti o musei o contingentare gli ingressi e far rispettare le regole di distanziamento, rispetto a una spiaggia. E forse è anche più accettabile per chi li visita.

Insomma, quest’estate – per chi potrà permetterselo – saranno vacanze di fuga e sopravvivenza. Ma per il futuro, questa tragedia offre agli operatori l’opportunità di ripensare l’offerta – in una chiave più sostenibile e di maggiore qualità - e ai viaggiatori quella di ripensare il modo di fruire la vacanza.

Per approfondire:
Andremo al mare quest’estate? Ecco cosa si può fare e cosa no
Ipotesi plexiglass in spiaggia: una proposta che fa discutere
Come la Sardegna prepara un’Isola «sicura» per i turisti

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