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Il brand del Tridente e l'ambizioso piano di rilancio avviato con la presentazione della supercar MC20, ma che si concretizzerà soltanto nei prossimi 5 anni. A domanda del Sole 24 ore su quale ruolo avrà il Tridente nel nuovo Gruppo Stellantis che nascerà dalla fusione di Fca con Psa, Mike Manley ceo di Fca è stato molto chiaro. «Maserati è uno dei nostro gioielli, è un brand di lusso e avere la fortuna di averlo è un enorme vantaggio per il nostro gruppo, se viene finanziato e guidato nel modo giusto - ha spiegato il manager britannico – E lo sarà anche dopo la fusione. In passato qualche errore c'è stato, ma ora questi problemi sono stati risolti e abbiamo dato le giuste risorse. Ci aspettiamo che il brand abbia il successo che merita dopo 18 mesi di duro lavoro per il rilancio».
Un impegno su Maserati che Manley ha poi quantificato in 2.5 miliardi di euro. «Una cifra notevolissima e che per una parte importante rientra nei 5 miliardi di euro che sono stati stanziati per gli investimenti in Italia - ha poi aggiunto Manley - questo permetterà a Maserati di avere tutte le risorse necessarie per lanciare i tanti modelli progettati. La mia attesa, ma non solo la mia, è che per Maserati sia l'ultimo anno in perdita».
Su un possibile spin off del Tridente, invece, il manager si è espresso così: «È parte del nostro Gruppo e lo sarà anche in futuro». Un progetto quello del rilancio di Maserati che prevede il lancio di una ventina modelli fra novità assolute o restyling delle vetture attuali, a cui si aggiunge l'elettrificazione che coinvolgerà l'intera gamma Maserati. Dopo la MC20 e la versione ibrida della Ghibli che verranno lanciate entro la fine del 2020, l'anno prossimo toccherà alla versione ibrida della Levante e inizierà la produzione di un suv più compatto, il nuovo Grecale. Nel 2022 sono attese la versione elettrica della MC20, le nuove Granturismo e Gran Cabrio, endotermiche ed elettriche e il Grecale elettrico. Nel 2023-2024 arriveranno le nuove generazioni della Quattroporte e del Levante anche in versione elettriche. Va poi aggiunto che il programma di modelli elettrici made in Maserati avrà una denominazione specifica, quella di Folgore.
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Sul potenziale di unità vendute da Maserati alla fine piano di rilancio, Manley, pur dichiarando che nessun costruttore si sbilancia troppo sulle previsioni di vendita, si aspetta che il Tridente possa vendere 75.000 unità all'anno e forse a spingersi fino a 80.000 ma non di più per salvaguardare l'esclusività del brand. Sulla Maserati MC20, già ordinabile ad un prezzo d'attacco di 216.000 euro, Manley ha precisato che «si tratta di un investimento da 350 milioni di euro che include la fabbrica rinnovata di Modena che resterà esclusiva della Mc20. Chiaramente si tratta della supercar iconica di Maserati, ma se penso a tecnologia e powetrain, credo la vettura possa emergere in un contesto con molte rivali, non solo la Ferrari che vale circa 20.000 unità a livello mondiale dove c'è sicuramente posto per questo modello».
Dopo Maserati c'è spazio anche per un commento sul futuro di Alfa Romeo che rispetto al Tridente punterà più sui volumi. «Con Tonale abbiamo presentato una vettura destinata a un grande successo e questo diventerà il modello più importante nella storia del marchio. Il brand non ha ancora raggiunto i nostri obiettivi, ma cresce come immagine e man mano che amplierà la gamma sono sicuro che anche Alfa Romeo darà risultati sperati». Un ruolo cruciale che giocherà anche nelle sinergie tra brand, con un ruolo importante dell'architettura di Giulia e Stelvio, che sarà impiegata anche per il suv compatto di Maserati, il Grecale. «La piattaforma Giorgio è la base del futuro dei nostri modelli – ha spiegato Manley - sarà evoluta e portata avanti. Elettrificata e migliorata». L'ad di Fca ha poi sgombrato il campo dai timori per Mirafiori. «È la nostra casa storica, dove faremo la 500 elettrica e sarà anche la casa di alcuni modelli della Maserati. Continueremo a fare investimenti nello stabilimento, ne abbiamo pianificati per 5 miliardi di euro perché li riteniamo essenziali per dare un contributo al gruppo risultato della fusione con Psa».
Al riguardo Manley si è poi espresso così. «Periodi come quello della pandemia confermano le ragioni della fusione tra Fca e Psa. Stiamo facendo grandi progressi nell'ottenere i permessi per perfezionare l'accordo entro il primo trimestre del nuovo anno. Il lavoro procede molto bene. È un progetto destinato a creare valore, nuovi clienti e investitori globali per dare un futuro ai nostri dipendenti. Le due società sono allineate su questo obiettivo perchè Stellantis – ha poi concluso l'ad di Fca – deve partire con un bilancio giusto e una squadra forte». Smentendo fra l'altro le intenzioni di lasciare l'attuale ruolo di traghettatore oltre che di figura di spicco del nuovo soggetto che si concretizzerà a breve. «Sento di dovere contribuire con tutte le forze a realizzare un gruppo automobilistico che considero davvero speciale».
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