di Filomena Greco
Centrale idroelettrica Iren: la multiutility produce energia green per una quota pari al 76%
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Un acceleratore di investimenti e un driver per l’innovazione nel settore delle multiutility. Il tema della sostenibilità guida strategie e piani industriali delle società anche alla luce dell’interesse del mercato finanziario verso il green e grazie alle risorse pubbliche in chiave Green Deal.
Iren, la principale multiutility dell’area NordOvest, ha puntato 2,2 miliardi, da qui al 2025, per incrementare gli investimenti green. «Oggi Iren produce energia green per una quota pari al 76%, ma abbiamo l’ambizione di lavorare per la sostenibilità di tutti i nostri business» spiega Moris Ferretti, vice presidente del Gruppo con delega alla Sostenibilità. Cinque gli ambiti di riferimento, oltre alla produzione energetica, a cominciare dalla gestione del ciclo dei rifiuti e delle acque, fino alla efficienza energetica e produzione di calore. «Iren da sola copre il 26% del teleriscaldamento nazionale ed è il primo operatore in Italia – spiega Ferretti – con un primato ad esempio della città di Torino, prima in Italia per copertura del servizio, area su cui investiremo nei prossimi anni oltre 300 milioni per l’estensione della rete». Quello del teleriscaldamento è un terreno su cui ad esempio si stanno muovendo altri operatori del territorio come l’albese Egea che sta realizzando l’impianto di teleriscaldamento di Alessandria (un progetto da 90 milioni di euro). «Guardiamo a una svolta sostenibile e a un processo che porti al carbon neutral partendo dai fabbisogni della casa fino a condomini e aziende» spiega il presidente Pierpaolo Carini. La società sta progettando e realizzando tre progetti di campi fotovoltaici in Puglia, Veneto e Toscana. «Rientra nella nostra strategia – aggiunge – anche il biometano, abbiamo 5 impianti in gestione e 5 in costruzione, con importanti possibilità nel ciclo dell’idrogeno».
Nel settore dei rifiuti l’obiettivo principale è accelerare con l’impiantistica per chiudere il ciclo dei rifiuti in una regione come il Piemonte che esporta ancora parte della propria raccolta. L’ultima acquisizione di Iren – 80% della società I.Blu per recupero e riciclo della plastica – va in questa direzione e si affianca all’accordo concluso con Mapei che prevede l’utilizzo di polimeri termoplastici, provenienti da processi di riciclo, per la realizzazione di pavimentazioni stradali. A seguito dell’acquisizione dell’impianto di Vercelli per il recupero del legno e la produzione di pallet con materiale riciclato, Iren sta lavorando per collaborare con la grande distribuzione per incrementare l’utilizzo di questi supporti per migliorare l’impatto ambientale della logistica e della distribuzione. Il Gruppo comunque investirà 720 milioni fino al 2025 nel settore Ambiente dove prevede la costruzione di 8 impianti di trattamento e il revamping di due strutture esistenti per incrementare a quota 1,6 milioni di tonnellate la capacità di trattamento di rifiuti. «La raccolta differenziata è il primo passo verso la valorizzazione dei rifiuti, sarebbe necessario – suggerisce Ferretti – introdurre sistemi di premialità per i cittadini». I territori dove Iren opera registrano una quota di differenziata al 69%, sopra la media nazionale – 58% – e in linea con le indicazioni dell’Europa in materia. A Torino, così come in altri territori in cui opera il Gruppo, è attivo il servizio Just Iren per rendere più efficiente la raccolta dei rifiuti grazie a un approccio smart: operatori dotati di palmare e smartphone per comunicare in tempo reale, isole ecologiche ad accesso controllato tramite tessere dotate di chip, e infine cassonetti “intelligenti“ con sensori per segnalare il riempimento. Con la controllata Smart Solutions, poi, Iren è presente nel settore delle riqualificazioni energetiche con all’attivo un migliaio di pratiche per il Bonus 110%. «Le multiutility – ribadisce Ferretti – pur mantenendo un core business nel settore delle reti, dell’energia, delle acque e dei rifiuti, devono intercettare i nuovi bisogni delle città e dei cittadini, dall’efficienza energetica di case e uffici fino alla mobilità smart».
Per Sandro Baraggioli, presidente di Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta gli investimenti in sostenibilità rappresentano una strada tracciata. «Il Piemonte – aggiunge – sta cercando di accelerare per migliorare il ciclo dei rifiuti e, in linea generale, a guidare la spinta verso fusioni e consolidamento è proprio la ricerca di società con particolari dotazioni impiantistiche o di start up innovative, che possano consolidare la filiera dei rifiuti». Da un lato, dunque, la necessità di incrementare la dotazione tecnologica per trattare plastica, vetro, legno, umido, dall’altro la prospettiva di incrementare la dotazione di termovalorizzatori in Piemonte. Un tema politico sensibile, che vede un ruolo propositivo della Regione e, invece, parere contrario della Città di Torino. Ma in tema di rifiuti l’obiettivo è ridurre la percentuale di materiale ancora conferito in discarica e rafforzare il sistema di gestione di rifiuti secondari e speciali. In questo contesto il Piemonte vanta una eccellenza, si tratta dell’impianto di Barricalla, alle porte di Torino, il principale in Italia per il trattamento di rifiuti speciali. «Da segnalare poi – aggiunge Baraggioli – la scelta della Regione di accelerare su infrastrutture per il trattamento dei fanghi da depurazione prodotti dagli impianti idrici, una tipologia di scarti che oggi viene esportata. Si sta lavorando per investire 150 milioni nella realizzazione di impianti di sistema dove raccogliere e trattare i fanghi provenienti dall’intera regione».
Filomena Greco
redattrice
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